Un punto per uno, non fa bene a nessuno: la Lazio non segna e continua la stagione nell'anonimato

Pubblicato il 6/02 alle ore 22:48
07.02.2016 06:50 di Carlo Roscito Twitter:    vedi letture
Fonte: Carlo Roscito - Lalaziosiamonoi.it
Un punto per uno, non fa bene a nessuno: la Lazio non segna e continua la stagione nell'anonimato
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano

GENOVA - Un pareggio che non serve a nessuno. Al Genoa per la lotta salvezza, alla Lazio per alimentare le speranze di rimonta, soprattutto. La squadra di Pioli è concentrata, stavolta non sbaglia l’approccio, ma non riesce a vincere per la troppa imprecisione dei centrocampisti e degli attaccanti. E perché ci mette una vita ogni volta per tirare in porta. A "Marassi" finisce 0-0. Si può sorridere per la prestazione di Hoedt e per le parate di Marchetti, ma un punto non soddisfa con una classifica del genere. I biancocelesti raggiungono Empoli e Sassuolo a quota 33, la zona Europa League è sempre più lontana. E con il programma domenicale rischia di scappare definitivamente.

IMPRECISIONE. La partita si gioca tutta sui nervi. In campo c’è grande intensità, manca la qualità per fare male all’avversario. Le occasioni ci sono, restano potenziali. Le squadre, corte nel primo tempo, si allungano e concedono ripartenze continue nella ripresa. La mancanza di cattiveria dei giocatori offensivi e la bravura dei difensori lasciano il risultato inchiodato sul pari. A fine partita i migliori in campo sono Marchetti e Hoedt da una parte, Munoz e Ansaldi (uscito per infortunio al 55’) dall’altra. Pioli le prova tutte: parte a sorpresa con Mauri e Djordjevic nel tridente offensivo al posto di Lulic e Keita, titolari durante le prove della vigilia; termina il match con lo spagnolo esterno d’attacco e il bosniaco mezzala del centrocampo. Gli fanno spazio Mauri e Cataldi. Il terzo cambio l'allenatore se lo gioca inserendo all'intervallo Patric per Basta, disastroso nei 45’ a disposizione. La pubalgia sembra aver intaccato anche la concentrazione del terzino. 

SPRECHI. Felipe Anderson e Djordjevic giocano l'intera gara. Peccano spesso di sufficienza. Parolo è sempre in ritardo (viene ammonito, era diffidato, salterà il Verona per squalifica). Milinkovic e Keita si perdono in zona-gol. Alla Lazio manca la giocata vincente. Fa tutto bene fino agli ultimi 20 metri, poi si perde. Le chance più pericolose capitano a inizio partita. Al 5’ Cataldi raccoglie una sponda di Milinkovic e spara da fuori area: il suo tiro è forte e preciso, Perin si tuffa e dimostra di essere uno dei migliori portieri italiani. Al 19’ Mauri colpisce la traversa con un colpo di testa sugli sviluppi di un corner. E' l'unica giocata rilevante dei suoi 65': non giocava titolare in campionato dalla batosta di Napoli del 20 settembre. Il Genoa contiene e cerca di pungere in contropiede con il 3-4-2-1 scelto da Gasperini. Quasi ci riesce al 37’ con Cerci: il suo tiro viene toccato da Hoedt in scivolata, la deviazione non permette a Pavoletti di ribadire in rete. Il centravanti non si vede praticamente mai e sarà costretto a concludere il match con un problema muscolare. La sua squadra aveva già finito le sostituzioni. Marchetti è perfetto e nel secondo tempo chiude sul colpo di testa di Munoz e sull'inserimento di Tachtsidis. Il copione non cambia fino al triplice fischio: troppa sufficienza dalla metà campo in su, concentrazione totale da parte dei difensori. È 0-0 scontato. Con presupposti del genere non poteva finire in modo diverso.