Calcioscommesse, centotrenta indagati nel mondo del pallone. Malagò: "Conte? Ha già pagato"

10.02.2015 09:13 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Calcioscommesse, centotrenta indagati nel mondo del pallone. Malagò: "Conte? Ha già pagato"

La Procura di Cremona arriva a un punto. Un nodo da sciogliere in tarda primavera, quando si terrà l'udienza preliminare dal Gup, e poi in autunno, con il processo vero e proprio. Dopo quattro anni, si è riaccesa nei giorni scorsi la brutta faccenda del calcioscommesse. Centotrenta indagati, tra dirigenti, calciatori ed ex calciatori. Nomi tra i quali spicca quello di Antonio Conte, non più accusato di associazione a delinquere, ma di frode sportiva. Più capi d'accusa, invece, per Stefano Mauri: richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere e concorso in frode sportiva. "Trovo incresciosa questa possibile indicazione di Stefano come partecipante a questa presunta associazione a delinquere. Così come trovo disdicevole il fatto che il capitano della Lazio venga coinvolto in questa vicenda e che la sua reputazione venga messa sulla gogna ancora una volta", sono le parole amareggiate di Amilcare Buceti, legale del brianzolo, ieri ai nostri microfoni. Tra gli altri nomi che affollano le carte della Procura, vi sono anche Alessandro Zamperini del Modena, il tecnico dell’Atalanta Stefano Colantuono, il barese Nicola Ventola, l’ex parmense Luigi Sartor, l’ex presidente del Siena Massimo Mezzaroma, l’ex interista Fabio Galante, l’ex centravanti della Lazio Beppe Signori e l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, come si legge sulle pagine de Il Tempo. Molti degli indagati sono stati già puniti dalla giustizia sportiva: come sottolinea Il Messaggero, l'ex tecnico juventino venne squalificato 10 mesi, mentre il capitano biancoceleste venne fermato per 9, uno stop poi ridotto a 6 mesi. Anche Giuseppe Signori andò già incontro alla giustizia sportiva: 5 anni di squalifica, più una totale esclusione dalla federazione. L'ex bomber biancoceleste, nelle attuali ricostruzioni del pm, viene considerato esponente di spicco del gruppo dei bolognesi, che dal 2011 in poi si alleò con quello di Bellavista e degli zingari. Per quanto riguarda il ct della Nazionale, sono due gli episodi sui quali la Procura ha puntato il dito: Novara-Siena del 30 aprile 2011 e Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011. Vicende nelle quali Antonio Conte avrebbe prima avvertito i propri giocatori di aver trovato un accordo per il pareggio, falsando così il risultato. Poi, avrebbe invitato a perdere la seconda sfida, confortato dalla promozione in serie A già in tasca. Le indagini di Cremona hanno rivelato un vero e proprio sistema sommerso, che vede all'apice le figure di Tan Seet Eng, capo del gruppo di Singapore, e Almir Gegic, "capoccia" del clan degli zingari. 18 i match sotto osservazione, intorno ai quali orbitavano cifre astronomiche, a partire dalle bustarelle per truccare le gare in questione, 300mila euro per la serie A fino ai 50mila della Lega Pro passando per i 150-200 mila per la serie B. Tra i fatti emersi nelle indagini, due da brividi: Bari-Lecce del 15 maggio 2011 e Cremonese-Paganese, terminata sul 2-0. Nel primo caso, il difensore dei biancorossi, Andrea Masiello, arrestato nell' aprile 2012 con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, aveva confessato di aver fatto autogol di proposito, al fine di ottenere il risultato che gli avrebbe permesso una vittoria di una scommessa. Nel secondo accadimento, stando a quanto ricostruito dalla Procura, il portiere della Cremonese, Marco Paoloni, nell’intervallo, avrebbe somministrato ai compagni un sedativo per peggiorarne le prestazioni in concorso con l’allibratore Erodiani e il dentista Pirani. Gervasoni e altri due compagni di Paoloni avrebbero avuto dei malori, il primo sarebbe addirittura uscito di strada guidando la sua automobile. Vanno incontro all'archiviazione i fascicoli riguardanti Leonardo Bonucci e Domenico Crescito. Si concludono le indagini preliminari anche per uno tra i mister x, ormai personalità dai margini ben definiti: Francesco Bazzani, ampliamente introdotto nell'ambiente di Modena, spiegano i pm, ma anche in quello di Brescia, Milan e Lazio. Spezza una lancia a favore di Antonio Conte, Giovanni Malagò, presidente del Coni: "Conte è accusato di frode sportiva? Ha già pagato, ma, come mi è stato insegnato, la giustizia sportiva è come l’antidoping e non si commenta​", come afferma ai microfoni del Corriere dello Sport

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