Filippini sogna in grande: "Spero di partire per Auronzo. Serie A? Non mollo, aspetto la mia occasione"

22.06.2017 08:25 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Valerio De Benedetti - Lalaziosiamonoi.it
Filippini sogna in grande: "Spero di partire per Auronzo. Serie A? Non mollo, aspetto la mia occasione"
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© foto di Federico De Luca

Bari, Pro Vercelli, Cesena e poi Entella. In questi tre anni in giro per l'Italia Lorenzo Filippini ne ha girate di città. Un prodotto del vivaio giovanile biancoceleste, il terzino dell'ultima Lazio Primavera campione d'Italia, si è fatto grande. In Serie B non ha avuto grande fortuna, ma dopo questi anni a farsi le ossa, il sogno è quello di tornare alla Lazio per rimanerci. Con Inzaghi alla guida, Filippini sogna di poter ripercorrere le orme di Lombardi, suo grande amico, con il quale è in vacanza in Madagascar.  “Per un ragazzo i prestiti possono essere formativi, però non so quanto aiutino il calciatore: non è facile imporsi dove tendono a valorizzare i giovani di proprietà. Le colpe sono da condividere, potevo fare sicuramente di più. Non mollo, aspetto la mia occasione. La merito, prima o poi arriverà, magari come successo a Lombardi, lui stava peggio di me, giocava in Lega Pro, ha avuto un’opportunità e l’ha sfruttata alla grande”, ha dichiarato Filippini, in un'intervista riportata nella consueta rassegna stampa di Radiosei.

Poi su Inzaghi: “Gli faccio i complimenti per l’annata e per come ha preparato i derby. È una persona straordinaria, sa tenere un gruppo, ha una fame di calcio incredibile e la trasmette a tutti. Il mio obiettivo? Spero di essere aggregato per il ritiro di Auronzo, poi valuteremo con la società: non so se avrò una possibilità qui o se partirò di nuovo”. Chiosa finale sulla finale scudetto Primavera vinta contro l'Atalanta di Conti, Caldara e Gagliardini nel 2013: “Ci ripenso sempre. Li abbiamo sconfitti nettamente: ora loro vengono venduti a fior di milioni, noi non abbiamo avuto la stessa sorte. Ci vuole anche un pizzico di fortuna. Sono stati bravi, forse anche aiutati…”.