Reja: "Alla Lazio manca la struttura organizzativa dell'Atalanta. Un sogno? La Champions..."

01.12.2015 08:33 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Reja: "Alla Lazio manca la struttura organizzativa dell'Atalanta. Un sogno? La Champions..."
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© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
"Vi ho fatto un favore, Igli!", scherzava attraverso il collegamento televisivo di Sky Edoardo Reja. Approdato all'Olimpico di Roma con la sua Atalanta, l'ex tecnico laziale si è apprestato a disputare una sorta di derby. E a intascare i tre punti. Nel momento in cui la sua ex panchina sembra ballare, il goriziano ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport: "Euforico per la vittoria a Roma? Non lo sono mai, tengo sempre i piedi per terra, niente voli, che nel calcio si fa presto a cadere. Ma mentirei se negassi che vincere contro la Roma ha comportato una soddisfazione enorme. Da atalantino, però, non da laziale, nonostante i ringraziamenti in diretta di Tare. Sicuramente mi sarà valso il perdono di Lotito, dopo la gara contro i biancocelesti". Sulle strategie del tecnico: "I ragazzi seguono le indicazioni sempre con maggior convinzione. L'idea del 4-3-3 nasce riguardando le gare dell'anno scorso proprio contro la Lazio: con Gomez e Moralez è l'ideale. Domenica abbiamo applicato al massimo livello questo sistema di gioco. C'è da dire che la Roma ha pagato la sfida contro il Bologna e il contraccolpo del Barcellona. Noi abbiamo interpretato la gara quasi alla perfezione, vincendo e offrendo anche bel gioco. È stata la nostra esibizione più spettacolare ma non l'unica di alto profilo con gli squadroni, come Inter e Milan. Adesso dobbiamo imporci di replicare quanto fatto anche in casa, abbiamo ottimi margini di crescita". E se Percassi non si accontentasse della salvezza? "Il lotto dei pretendenti all'Europa è nutrito. Il presidente è capace di puntare sul mercato di gennaio, lo so, ma io non gli chiederò nulla: ha dotato l'Atalanta di un'organizzazione da grande squadra che manca a Napoli e Lazio, alle quali mancano queste strutture e questa capillare distribuzione dei compiti. Lavoro con una quindicina di uomini, solo due sono miei: Alberto Bollini e Gigi Febbrari, che ha avuto il coraggio di lasciare la Roma per seguirmi qui. Con gli uomini della società c'è una totale sintonia, e utilizziamo metodi all'avanguardia, sia per l'analisi dei dati fisici dei giocatori che nella preparazione atletica. Finora non abbiamo avuto nemmeno un infortunio muscolare. Febbrari mi ha letto un articolo di Sportweek in cui Piqué parla dei sistemi di preparazione del Barcellona, un lavoro sul campo senza ausilio delle macchine in palestra. Come il nostro". Infine, un desiderio espresso, nonostante la modestia imponga niente voli: "Ci sarebbe una cosuccia che nella Lazio mi è rimasta qui due volte di fila e che mi piacerebbe raggiungere, ma non vorrei passare per esagerato facendo proclami roboanti o sparando alto. Ma vorrei tanto ascoltare una musichetta sentita solo davanti alla tv... Quella della Champions... come mi piacerebbe!".