FOCUS - Bonatti, l'uomo in più della Lazio: meritocrazia e risultati, tutti gli ingredienti della sua Primavera

31.12.2016 16:00 di  Mara Perna  Twitter:    vedi letture
Fonte: Mara Perna - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Bonatti, l'uomo in più della Lazio: meritocrazia e risultati, tutti gli ingredienti della sua Primavera

È arrivato a Formello tra dubbi e pressioni. Sostituire uno come Simone Inzaghi, vincitore di trofei su trofei, alla Lazio Primavera è già un compito arduo. Prendere poi le redini di un gruppo formato prevalentemente da classe ’98 mai o quasi mai scesi in campo nella stagione precedente, e altrettanti ’99 reduci da un campionato Under 17 più che deludente, è impresa ancora più ardua. Ne era pienamente consapevole Andrea Bonatti quando a luglio ha accettato l’incarico. Per molti addetti ai lavori questa, per la Lazio, sarebbe dovuta essere la stagione del riscatto. Ma il tecnico bresciano non vuole nemmeno sentire nominare la parola: “So qual è il mio obiettivo professionale, non ho bisogno che altri mi dicano quale sia l’asticella, me la creo da solo”. Spesso si è detto soddisfatto del lavoro dei suoi ragazzi, altre volte si è dichiarato deluso, quando ce n’è stata la necessità si è preso le sue responsabilità. Se la Lazio, in questa prima parte di stagione, abbia rispettato o meno l’asticella del mister non si può dire con sicurezza. Però una cosa certa c'è: il terzo posto su cui nessuno avrebbe scommesso ad inizio campionato. Sicuramente Bonatti chiude l’anno con qualche rimpianto, primo su tutti il derby perso costato pure l’eliminazione dalla Coppa Italia. Ma il bilancio di questa prima parte di stagione non può che essere positivo.

“VALORE IN CAMPO E MERITOCRAZIA” – Sono questi i principi alla base del lavoro di Andrea Bonatti. Va in campo chi durante gli allenamenti dimostra concentrazione e attaccamento, chi è più pronto, sotto ogni punto di vista, in primis mentale e tecnico. La Primavera è una categoria particolare, bisogna creare calciatori adatti poi a giocare in prima squadra, e soprattutto bravi a destreggiarsi in qualsiasi sistema di gioco. È questo l’obiettivo principale che si è proposto il tecnico bresciano fin dal primo momento in cui si è insediato sulla panchina della Lazio. Motivo per cui non c’è uno specifico modulo di gioco in cui la sua squadra si identifica. Il mister ha cucito addosso alla sua rosa diverse vesti nel corso della stagione, ma anche delle partite stesse. In base alle necessità o all’avversario c’è un sistema che può essere più adatto rispetto ad un altro e i ragazzi devono sempre farsi trovare pronti a cambiare. Insegnamento questo che le baby aquile hanno assorbito a pieno. La duttilità è l’arma in più che Bonatti ha dato loro per fare male a chi c'è di fronte. E i ragazzi l’hanno saputa utilizzare bene: i numeri lo dimostrano.

“I NUMERI SONO L’UNICA COSA OBIETTIVA” – Certo dal punto di vista della qualità di gioco si sarebbe potuto fare meglio, sono tante le lacune ancora da colmare. I numeri però sono dalla parte delle baby aquile. Dieci vittorie su sedici gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia. La Lazio targata Bonatti viaggia con una media di 2,06 punti. Per capire quanto il bilancio sia positivo basti pensare che lo scorso anno la media di Inzaghi in 32 incontri è stata di 1,69. I risultati raccontano di una prima parte di stagione più che positiva per una Lazio partita non proprio con i favori dalla sua. Un gruppo quasi del tutto nuovo e inesperto. Tanti ’98 che l’anno scorso, con Inzaghi, avevano visto il campo poco o niente. Altrettanti ’99 saliti dagli Allievi Nazionali. Prezioso in questo senso è stato il lavoro dei senatori. Rossi e Dovidio su tutti, i quali oltre ad essere punti di riferimento del mister in campo, lo sono stati nello spogliatoio. La forza di gruppo, il carattere e l’entusiasmo sono stati gli ingredienti principali di ogni singolo successo. Una partecipazione totale da parte di Bonatti che la panchina non sa neanche se sia comoda. È sempre lì in piedi a sgolarsi, a dare indicazioni. È un martello. Il primo di tutti a non mollare. E non è un caso che la maggior parte dei gol biancocelesti siano arrivati proprio nei minuti finali.

“QUANDO PERDO NON DORMO” – Qualche notte in bianco il buon Andrea la deve aver passata. Applausi sì, ma anche scivoloni. L’ultimo, quello che fa più male, il derby perso rovinosamente che ha decretato pure l’addio alla Coppa Italia. Un obiettivo sfumato, un motivo in più per concentrarsi sul campionato. Campionato che qualche lacuna l’ha mostrata. A partire dal pareggio col Vicenza, in cui la Lazio è stata graziata solo dagli errori dell’avversario. Una squadra contratta che non è riuscita a finalizzare. Mea culpa a fine partita da parte di Bonatti che non aveva preparato al meglio la sfida per problemi personali. Poi la ripresa con importanti successi, ma ecco che con il Latina un’altra ricaduta. Due gol dei nerazzurri, due regali gratuiti concessi dai biancocelesti. Per diventare grandi, bisogna saper vincere anche contro le piccole. Sarà questo l’insegnamento che Bonatti cercherà di trasmettere ai suoi nel 2017, perchè se le premesse sono queste...