Top&Flop di Lazio-Atalanta - La Piazza Stefano Mauri

15.12.2014 10:00 di Luca Capriotti Twitter:    vedi letture
Fonte: Luca Capriotti
Top&Flop di Lazio-Atalanta - La Piazza Stefano Mauri

"E' un Dio del Calcio, regà, è un fottuto Dio del Calcio!". Ubriaco alla sedicesima Tennent's, pochi mesi dopo il suo arrivo.

("Voglio Far Vincere la Champions a Totti". A che numero di Tennent's?
20 ottobre 2014)

Pioli: "Mauri? Un Maestro".

TOP

Primo tempo - Grosse avvisaglie di un 3 a 0 pulito pulito. Primo tempo scialbo come solo certi viaggi in metropolitana sanno essere. Manco uno scippo. Un ruttino di un ubriaco, niente. Tutto scorre tranquillo, Furio Camillo, Ponte Lungo, Re Di Roma (Ma Pompi alla fine, ha venduto ai cinesi?), San Giovanni, ao io dormo, qua non succede niente, Aio Maxi Moralez, ma che voleva fà dai non scherziamo, (lieve scossone), partita equilibrata direbbe Seneca, cococoez, sonno, dondolio, dolce Natalll, pargol divin, mite Lazio senza redentor. E t  in partita Pax. E il settimo giorno Dio si riposò, proprio a Lazio-Atalanta. Su cantiamo tutti insieme, Spagna Barberini, R o, Ma, Metropolità.

Poi.
Chiacchiere da fine primo tempo -
L'Ottimista: Vincemo 3 a 0 i segnali ce stanno tutti.
I segnali - Di Fumo. Ma bono, però.
I segnali - Palpebra a tapparella.
I segnali - Al mio segnale, scatenate l'abbiocco.
I segnali - Ma dopo che se fa? Tutti sotto le pezze?
I segnali - So quei sabato sera così. Che nessuno c'ha un'idea. Tutti se scrivono su What's appe e a centrocampo, che Famo? A chi la passamo, dai, decidiamo. Tiramo fori le idee. Dai.  Da Pompi? (Ma avrà venduto a sti cinesi?). Sennò annamo al pabbetto di quartiere dai. Serata tranquilla. C'è Gonza che c'ha un flemma. Oh Lede, passa la birretta. Oh Basta. No vabbe, tanto non la passa. Oh, regà, dai. Tornamo a casa, s'è fatto tardi. E sò le 10.
Il tiepido - Pareggiotto?
Il pessimista - Moriremo tutti.

Poi.

La Poesia.
Gonzalez c'ha qualcosa che non va, tipo quando c'hai la patta aperta e lo sai e non puoi mette mano alla lampo. Una delle più grandi manistazioni del Maligno, la patta aperta, insieme allo spiffero infamello. Comunque. Tata fornisce del pallone un  regazzetto venuto dal Brasile. In Brasile giocava col Gran Maestro Templare dei Selfie e delle Tamarrate, Re Neymar Jr Nossa Nossa III del suo nome, Rex Tunnelalorum. Arrivato in sordina, cioè co un sacco de sordi spesi da Igli, che non è che je piace regalà i soldi ad un fondo brasiliano, una pescheria di Brasilia, un tonno nostromo intero e tutto un teatrino di agenti, percentuali, subaffitti che manco un monolocale a Piazza Bologna solo studentesse universitarie referenziate e pulite.
Gonzalez ha qualcosa che non va, ma nella sua atavica stanchezza, passa il pallone.
E Felipe fa qualcosa che non vedevamo da tempo. Mette il Nos.

Too Fast, Too Felipe - E arriva quel grosso tamarrone di Vin Diesel, che già era una marca coatta figurati su di lui, e le Luci della Centrale Elettrica, poco noto gruppo post-punk, si mettono a suonare gli Eiffel 65, e gli anni di sciopero senza risultato sembrano solo la distanza tra gli album dei Take That, e la politica di un tempo che  ora non c'è più sembra solo la fila per l'apertura di Trony. E poi arriva Felipe, cosi forte, cosi furioso, che la difesa dell'Atalanta non può fermarlo, fa una derapata feroce e mette la palla dentro.
 

In quel momento
Dopo la derapata di Felipe.
Tutti pensiamo.

Chi arriverà su quel pallone così generosamente offerto. Chi ci separerà dall'Amore di Dio? I salmisti intonano da un Medioevo Ellenico Uno su Mille arriverà, i Mille si guardano tipo a dì, ma mica semo mille davero. Chi salverà la musica. Chi arriverà là in mezzo.
E poi ci pensiamo tutti.
C'è uno. Che ha passato il Mar Rosso di mille accuse. C'è uno. Che ha superato 40 anni nel deserto dei giornalai nostrani. C'è uno. Che ha fatto dell'incursione un'arte, astuto come serpe e candido come colomba,c'è uno che quando si dice. Intelligenza tattica. Pensi a lui. Che quando si dice. A Cesare quel che è di Cesare, a Mauri quel che è di Mauri. Che quando uno dice. Fiat Giustizia. E Giustizia non fu mai del tutto, per quei giorni infami, che poi nessuno te li può ridà. Tu ci pensi. Forse arriva lui. Sicuro se c'è uno che può arrivare è lui, si, certo, implacabile come i Cavalieri di Rohan che calano sugli orchetti al Fosso di Helm, implacabile come Nasri, implabile come ogni anno alla fine ma non dovevano vince Ma.
Implacabile come "Voglio far vincere la Champions a Totti" senza scongiuro plateale annesso. La Piazza Mauri.
 

La Piazza Mauri - Scivola. When gli altri trying their best, Mauri la piazza. Vorrei incontrarlo tra 100 anni, sicuro lo trovo tra le linee. Vorrei sapere che fa nella vita. Si inserisce.
La piazza Mauri - Nella metropolitana. La gente. Un muro. Nessuno sembra poter salir a Spagna. Si inserisce Mauri.
La piazza Mauri - Nella vita, in fila alle poste, è quasi er numero tuo, stai per andare. Si inserisce Mauri.
La piazza Mauri - Nella vita, stai per chiude la porta dell'ascensore, meno male che sei solo così puoi saltellà che devi anna in bagno. Si inserisce Mauri.
La piazza Mauri - Nella vita, stai per arrivà alla cassa, nessuna vecchietta con solo il latte in mano, tiri fuori il portafogli, piazzi il primo pacco di melanzane. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Mille giorni di te e di me. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Una donna per amico. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Il Triangolo No! Si inserisce pure Mauri.
La Piazza Mauri - Ognuno è solo sul cuore della terra. Poi si inserisce  Mauri.
La Piazza Mauri - Tra moglie e marito non mettere dito. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Bud Spencer e Terence Hill. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Don Camillo e Peppone. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Romolo e Remo. Si inserisce Mauri.
La Piazza Mauri - Con te partirò. Si inserisce pure Mauri.

La Piazza Mauri - Intitolateje una Piazza a Mauri!
 

Poi. Come se non bastasse a facce strilla fino a deformarci la faccia in un unico urlo che faccia tremà i muri, spalanca le porte, spaventà le vecchiette, come se non bastasse la vita ad insegnarci ogni giorno No, non si può ridere sempre, anzi, se gioisci, poi molto dovrai soffrì, del doman non c'è certezza. Fuck You Vita. L'unica certezza nella vita è la Morte? No. E' che se inserisce Mauri.

E poi. Al culmine del Calvario doloroso che c'ha estratto dalle viscere nuovi cieli e terra nuova e nuovo godimento massimale, Felipetto.
Fa una di quelle cose. Cosi celeste, He's Felipe.

Mamma me lo diceva sempre. Non puoi leggere la Regola di San Benedetto a 10 anni, sicuro a quasi 30 te farai di qualcosa di pesante. E mamma me lo diceva sempre. Sì, mà, te lo devo dì. Me faccio de Felipe Anderson. Dipendo da lui, da come ondeggia sul pallone, dalla tempesta che spiega alla terra che il mare domina su tutto, della terra che si piega alla legge ineluttabile del doppio passo. E Mauri. Lo fa ancora. Sempre lui, ancora lui, come se non ci fosse un domani senza de lui, come se il biliardo non fosse solo uno sport da fà al Marlo's,  o in ritiro, come se il Biliardo arrivasse e dicesse Ao, ma mica so Er Biliardino, io so una robba elegante e terribile. Io so come Stefano Mauri. La piazza, l'ha piazzata. Stoccata. Decisa. Di sponda co noi, contro tutto e tutti, contro sto mondo infame di stupidate dominanti e stupidi al potere. Tutta la forza della nostra nicchia in coro. La piazza. Precisa. Pulita. E noi, ci sentiamo meglio. Ci sentiamo che je la possiamo fà. Che segna sempre lui, che forse, sto terzo posto, nonostante tutto. Non è così lontano. Se è Vero Iddio che si inserisce Mauri. Se inserimo pure noi.

Poi.
Non ce poteva Bastà. Arriva quel biondino. Sì dai, quello che avemo portato a casa l'ultima volta che non se sentiva troppo bene. Quello che Wine Power, quello che Beer or not To Beer. Lui. Quel biondino furbetto scorribanda, nella tipica fase etilica del SOPRADIGIRI, che balla più dell'altri, scherza più dell'altri, corre più dell'altri, caricato a pallettoni di gin. Ecco.  Quel biondino corre, si sovrappone a Keita, e mette dentro nel mucchio selvaggio visto doppio il pallone.

HA SEGNATOOOOO LULIC, AL 71' MINUTO, HA SEGNATO LULICCCCCCCC.
Immagini che lasciano il segno.
Quello li che ora si avvita, che ora è caduto per terra. Quello lì.
Che corre dietro Marquinhos. Quello lì, che corre perchè ha fatto il  gol più importante della sua vita, quello lì che Quella Data la gente se l'è Tatuata addosso. Quello lì il cui nome verrà ripetuto per generazioni, a perenne monito di come per quanto loro possano rialzà la cresta de Nainggolan, sempre staranno fermi a quel momento, per tutta la vita, e la vita dei loro discendenti, finchè ci sarà uno che abbia abbastanza fiato per dire. Senad Lulic. Ha segnato Lulic. Al SETTANTUNESIMO MINUTO.

Vabbè. Era l'81'. Non se può volè tutto, nella vita. Solo Mauri può volè tutto.

Su quel Campo c'è Felipetto gli occhi grandi color di Dio, tutto il match sta sulla fascia, dicon tutti la stessa cosa.
Via dal campo sei un bambino con le labbra che ti tremano, gli occhi grigi di paura, nascono critiche quando cammina.
Su Quel Campo c'è Felipetto, gli occhi grandi che pregano Dio, e di amarlo ti vien la voglia quando prende la Lazio per mano.
E ti sembra che vada lontano, lui ti guarda con un sorriso, non credevi che il Paradiso, fosse su quel piede destro.
Su quel campo ci andava un illuso, che scriveva i Top e Flop, a vederlo subir le critiche, fino a quando il cielo era chiuso.
Ama e segna se Dio risponde, piangi forte se non ti sente,
Dagli altri non nasce niente,
Da Felipe nascono i fior.
Dalle critiche non nasce niente
Dal suo piede nascono i gol.

Felipe. Felipe. Felipe. Felipe. Felipetto. Ti ho visto crescere. Quando non parlavi che poco poco italiano. E con Perea ciondolavate in giro pe Formello, a farvi li peggio selfie illegali nei paesi dell'Onu. E se vi si chiedeva. Chi è più forte tra voi due. Tutti dicevate. Io.
E poi ti ricordi.
Io ti ho comprato a Fifa Felipè.
Che è come dire. Sei de famija. Sei a casa tua. Sei uno di noi. Non ascoltà nessuno. Gioca.
Co quell'altro regazzetto ispanico che a guardarlo con la Primavera faceva venì i brividi, I BRIVIDI, al pensiero che tutto quel talento potesse averlo uno solo.
E contro l'Atalanta sembrava quello della Primavera, in mezzo a 4.
E la vita che sa come scorrere più forte in certi momenti, un pensiero ce lo lascia addosso, dentro.
Felipè.
Ti ho comprato a Fifa.
Ancora una volta.
Sei uno di Noi, sempre. 
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