RIVIVI IL LIVE - Premio Lazialità, Curva Nord: "Tornare? Un obbligo per la nostra storia". Petko: "Coppa Italia, che gioia! Ma poi la società..."

Pubblicato il 10 novembre
11.11.2014 07:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Laura Castellani/Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it
RIVIVI IL LIVE - Premio Lazialità, Curva Nord: "Tornare? Un obbligo per la nostra storia". Petko: "Coppa Italia, che gioia! Ma poi la società..."

AGGIORNAMENTO ORE 00.04 - "So già du' ore", con le note della canzone di Aldo Donati si conclude la serata. La voce che intona l'inno è quella di Velia Donati. L'epilogo perfetto, il gran finale per una nottata di celebrazione della Lazialità, nella sua declinazione più limpida, nel suo sentimento più puro.

AGGIORNAMENTO ORE 23.57 - Vengono premiati anche i gemelli Filippini, parola ad Antonio: “Abbiamo messo in campo sempre le nostre caratteristiche. Tutti ci dicono sempre che giocavamo troppo duri, ma scendevamo in campo con la giusta lealtà e correttezza. Di Canio prima di un derby ci caricava, ma dopo un po’ ci invitava a giocare più calmi. Eravamo fatti così”. Continua Emanuele Filippini: “La nostra Lazio era una squadra nuovissima, perché era l’anno zero, il primo di Lotito. Quando mi chiamò la società ci chiesero se avessimo avuto il passaporto (ride, ndr)”.

AGGIORNAMENTO ORE 23.53 - Basta una partita per iscrivere il proprio nome nella storia. Il popolo laziale non potrà mai ringraziare a sufficienza il condottiero che lo ha portato a trionfare davanti agli avversari di sempre. Il 26 maggio, sotto la guida di Vladimir Petkovic, la Lazio si guadagnava la Coppa Italia. L'attuale ct della Svizzera è stato raggiunto da Radiosei, che gli ha consegnato il premio:"Quella con la Svizzera è una bella avventura. Squadra di qualità, con tanti giovani. Alla Lazio era molto importante confermarsi. E’ arrivata una chiamata, un interesse da parte loro, poi è arrivato una chiamata dal ds Tare e dopo il primo allenamento con il Sion presi un aereo privato per Roma e parlai con il presidente Lotito. Siamo andati benissimo il primo anno, tante partite positive, avevo una squadra che non aveva paura di nessuno che credeva in lei stessa". Ma poi qualcosa ha scricchiolato: "Penso che però a gennaio si poteva fare di più. Quell’anno arrivò anche il successo del 26 maggio, quella è stata una giornata particolare. La mia squadra era compatta, siamo entrati con la giusta cattiveria, affrontando questo avversario che era arrivato a questa sfida con forse troppa presunzione. L’arbitro non fischiava più, poi è stato un sollievo, una gioia enorme. Una soddisfazione incredibile. Io seguo ogni minuto di questa Lazio, guardo il canale telematico, seguo sempre la strada dove mi sono fermato. I biancocelesti avranno sempre un posto privilegiato nel mio cuore. Grazie a tutti i laziali e a quello che mi hanno dato".

AGGIORNAMENTO ORE 23.48 - Non se l'aspettava tutto questo entusiasmo, Giuseppe Biava, ma l'ambiente Lazio non può che accoglierlo calorosamente. Difensore tenace, ancora un po' rimpianto dai tifosi biancocelesti che continuano a vedere nel reparto arretrato il tallone d'Achille della squadra, un leader silenzioso. Ma soprattutto, tra quegli undici che alzarono una certa Coppa il 26 maggio. Un istante, quello, che per il difensore atalantino rimane il più prezioso durante la sua permanenza romana: "Il momento più bello alla Lazio? Sicuramente il 26 maggio. E' il mio scudetto! Alla Lazio ho trovato una seconda giovinezza e tornare all'Atalanta è stato difficile. Una scelta sofferta, ma ho passato troppo tempo lontano dalla mia famiglia, e la mia decisione è stata dettata dal bisogno di riavvicinarmi a loro. Sono felice per il premio, ringrazio tutti. E ringrazio il popolo Laziale, il loro affetto mi ha sempre spinto a fare bene!"

AGGIORNAMENTO ORE 23.38 - C'è chi non l'ha mai nascosta la propria lazialità, Daniele Portanova per esempio, anche se l'ha dovuta coprire con i colori di altre maglie, come il Bologna: "Ho iniziato in curva, nel CML, ai tempi di Ruben Sosa. Calcisticamente ho iniziato alla Roma, ma tenevo sempre la canotta biancoceleste sotto (ride, ndr). Quest’anno avevo detto alla Lazio che sarei venuto anche gratis, ma niente. Il mio procuratore si è proposto, io sono svincolato, questo è il momento giusto per ringraziare il popolo laziale che ha spinto molto per il mio ritorno. Rimarrà un sogno. Ricordo quando a Bologna, fuori dagli allenamenti, un tifoso mi rimproverò per non aver esultato dopo un gol alla Lazio. Ero in macchina, fermai e scesi. Puoi anche dirmi che sono scarso, ma non devi toccarmi la Lazio!". Il difensore è intervenuto anche ai nostri microfoni, clicca qui per leggere l'intervista completa.

AGGIORNAMENTO ORE 23.28 - Sale sul palco Stefano Fiore: "Mi scuso di non essere stato presente gli scorsi anni, per motivi familiari. La Lazio è stata la squadra più importante della mia carriera, ho trascorso purtroppo solo tre anni per note vicende societarie. Io e il mio amico Bernardo siamo dovuti andar via, avrei volto scrivere altre pagine importanti, ma è motivo di grande orgoglio per me essere qui”. Poi l’ex centrocampista biancoceleste ricorda la doppietta rifilata alla Juventus: “ Non capita smepre di fare due gol alla Juve e a Buffon. Io allenatore? Vediamo”. Qui interviene anche Bernardo Corradi: “Era una Lazio che a me è rimasta nel cuore. Abbiamo sempre espresso un buon calcio, reincarnando lo spirito laziale. E poi abbiamo trovato grandi amici come Stefano. Di lui devo dire che per le qualità che ha, secondo me, poteva raggiungere traguradi ancora maggiori, questo premio sia il giusto coronamento di una carriera importante"

AGGIORNAMENTO ORE 23.18 - Era il 1972, una Lazio appena tornata nella culla dorata della Serie A poteva ricordare la tempesta della serie minore. E tutti i tifosi biancocelesti non dimenticano quel derby, e quella rete di Franco Nanni, da 25 metri, a punire una Roma troppo boriosa, sicura di avere già i tre punti in tasca. L'ex mediano laziale viene premiato sul palco: "Sono grato! Beh, qualche punizione me le faceva tirare Giorgio... quelle sui 40 metri! Il bello è che c'è ancora chi mi benedice per aver indossato la maglia laziale e chi mi maledice. Mi ha fatto bene giocare al Trapani, c'era più agonismo! Tiravo forte col destro, ma ero più preciso col sinistro! Erano così sicuri di vincere, ma alla fine... e poi cercarono tutte scuse! Alcuni dissero che non sarei riuscito a segnare se c'avessi riprovato. Risposi: in corsa sicuramente no, ma da fermo..."

AGGIORNAMENTO ORE 23.08 - E c'è chi viene eternamente ringraziato dal popolo biancoceleste pur non avendo mai vestito la maglia della Lazio. Come Alessandro Calori, colui che segnò alla Juventus, ma indossando i colori del Perugia, quel 14 maggio, era il 2000. E anche grazie a quella rete, la Lazio vinse il suo secondo scudetto: "Seguendo anche la serata, vedendo gli ex laziali, mi chiedevo cosa c'entrassi. Ma negli ultimi anni ho sentito quanto fosse stato importante quel gol. Vengo sempre ricordato e sono rimasto legato a questo episodio, che ormai fa parte di me! Carletto Mazzone? una persona sincera, averla conosciuto ti trasmette quei valori che altrimenti non conosceresti. 'Se non vincete, un mese di ritiro', ma non c'era bisogno lo dicesse. Io premetto: sono sempre stato della Juve. Ma è uno sport, questo, che amo e non posso che rispettare!".

AGGIORNAMENTO ORE 22. 50 - Si passa a un altro estremo difensore, quello di una Lazio inarrestabile, quella con la quale conquistò due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. Senza scordare lo scudetto di cui la Lazio si impadronì nel 2000. Parliamo ovviamente di Luca Marchegiani. Anche il Duca è stato premiato durante la serata: "La vittoria della Coppa delle Coppe è stata importantissima. Trofeo difficile da vincere, quell’anno ci giocammo il campionato fino all’ultima giornata. Personalmente quello è stato il momento più alto insieme alla vittoria della Supercoppa Europea a Montecarlo. Lì battemmo un Manchester United formidabile. Eravamo una squadra fortissima, forse potevamo vincere di più. Lo scudetto poi è stata la perla, io ricordo volentieri anche gli anni precedenti. Abbiamo fatto tanta gavetta, affrontato tante difficoltà e sofferenze, per poi arrivare al raggiungimento di grandi cose"

AGGIORNAMENTO 22.40 - Premiato anche il numero uno della Banda Maestrelli, Felice Pulici: "Contentissimo, il premio è slittato di un anno, ma l'importante è essere presenti! Grazie per il bel momento, che sono felice di condividere con loro (gli ex compagni di squadra ndr) e con voi. Con tutti coloro che non ci sono, tra cui Maestrelli, Giorgio, Re Cecconi. Tutti coloro che sono scomparsi, della dirigenza dell'epoca". E poi il racconto dell'esordio, con un aneddoto curioso: "Il venerdì precedente alla prima partita che disputai, nel '72, venni convocato da Maestrelli in sede. Mi accolse una delegazione di tifosi che mi regalo una medaglia d'oro. Quando chiesi il motivo, mi sentii rispondere 'questa è per i troppi gol presi!'. Da quel momento siamo diventati la difesa meno battuta, con appena 16 gol subiti!".

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 - "Ciumachella, ciumachella de Trastevere sei l'ottava meraviglia de Roma mia", si ascolta al Teatro Parioli, la voce è quella inconfondibile di Aldo Donati, scomparso lo scorso 24 agosto. Poco dopo a raggiungere la sua voce, sale sul palco Velia Donati

AGGIORNAMENTO ORE 22.20 -  Arriva poi il momento di Vincenzo D'amico: "Sono felice, grazie a tutti!". Scrutando gli spalti, l'ex centrocampista laziale avvista il portiere di quella squadra talentuosa: "Pulici! perché non sei seduto insieme agli altri?!?", e si scherza, ricordando quel gruppo, diviso in clan all'interno dello spogliatoio, ma che finiva per rendersi unito e imbattibile sul campo di gioco.

AGGIORNAMENTO ORE 22.10 - Sale sul palco Enrico Montesano, attore e tifoso di fede biancoceleste. Si coglie l'occasione per sdrammatizzare sulla battuta d'arresto della truppa di Pioli in quel di Empoli: "Ieri la Lazio è rimasta a Roma, si sarà bucata la ruota del pullman (ride,ndr)".

AGGIORNAMENTO ORE 21. 58 - Non poteva non venir premiata la Curva Nord, finalmente di ritorno a casa, a ristringersi accanto alla sua Lazio. Sale sul palco Marco 'Nano' a ritirare il trofeo: "Nel decidere di tornare allo stadio, abbiamo seguito solo la storia della Lazio, il tifoso è così, quando serve si rifà avanti. Era fondamentale tornare, altrimenti non ci più sarebbe stata una generazione a seguire la squadra, non potevamo permetterlo. Dedichiamo il premio a Gabriele, domani saranno sette anni che non c'è più!". Si commuove in un sentito applausio, il pubblico del Teatro Parioli, e non si perde l'occasione per ricordare anche un'altro grande laziale scomparso, Vincenzo Paparelli. Sale poi sul palcoscenico l'intero gruppo di Radiosei, insieme a Giancarlo Oddi e Pino Wilson: "Siamo grati a Radiosei, dal nostro arrivo è rinato un po' il mito per la Lazio del '74".

AGGIORNAMENTO ORE 21.39 - Riceve il Premio Lazialità anche il presidente della Polisportiva biancoceleste, Antonio Buccioni: "Abbiamo circa 60 sezioni, da quelle storiche, come il nuoto, alle nuove aggiunte durante gli anni 2000, come la corsa. Dall'altra parte c'hanno provato, a imitarci, ma con scarsi risultati! Abbiamo 15 squadre circa nella massima divisione dello sport di riferimento!"

AGGIORNAMENTO ORE 21.31 - Premiato il giornalista e scrittore Franco Recanatesi, memoria della storia laziale, così vicino agli eroi del '74. Pino Wilson lo ha applaudito: "Franco fa parte della nostra storia e della nostra epoca, un periodo in cui i giornalisti potevano ancora entrare negli spogliatoi. Gli è andata bene con Giorgio!" Giorgio è ovviamente Chinaglia, e Recanatesi conferma: "Se scrivevo qualche critica, che a Giorgio non piacevano tanto, il giorno dopo conveniva non presentarsi a Tor di Quinto!", ha raccontato durante la premiazione.

AGGIORNAMENTO ORE 20.34 - Pronti si parte, con la quarta edizione del Premio Lazialità. Manca una mezz'ora all'inizio delle danze, e Pino Wilson, intervenuto sulle frequenze di Radiosei, ha commentato così l'iniziativa: "Penso che queste serate siano sempre ben accette, utili alla coesione di un gruppo che vede come protagonisti conduttori, tifosi, giocatori. Un momento particolare, sono ben felice di ripeterlo negli anni". Sarà premiato durante la serata Giuseppe Biava, difensore che al termine della sua esperienza in biancoceleste è tornato in terra natia, per vestire la casacca atalantina: "Sarebbe stato utile alla Lazio, ma voglio sottolineare ciò che ha fatto per noi durante gli scorsi anni. C'è stato un periodo, due anni fa, che mi sembrò il miglior difensore italiano nella prima parte del campionato. un giocatore che nonostante avesse dei limiti, sapeva riconoscerli e fare di tutto per arginarli". Il capitano della Banda Maestrelli ha poi commentato il brutto stop a Empoli: "Se questa sbandata dovesse ripetersi ci penseremo, ma adesso come adesso va considerata come la prima caduta dei biancocelesti. E se tante squadre ambiscono al terzo posto, la Lazio rimane una che può avere questa ambizione!". Anche il numero 20 in forza alla Dea, prima di varcare l'ingresso del Teatro Parioli, si è fermato a parlare con i giornalisti presenti, raccontando dell'addio alla Lazio: "Non ho rimpianti, la scelta l'ho maturata lo scorso anno. Sapevo cosa lasciavo, la seguo con affetto e tifo per la Lazio!"

 

È un cielo biancoceleste quello che accoglierà stasera, lunedì 10 novembre alle ore 21.00, ospiti e premiati al Teatro Parioli di Roma: Guido De Angelis presenta, infatti, la quarta edizione del Premio Lazialità, evento molto importante per il mondo del calcio romano e per chi da sempre sostiene in numerose forme la prima squadra della Capitale. Come nelle passate edizioni, verranno premiati importanti personaggi di diversi settori sportivi, artistici, professionali, e della tifoseria che hanno fatto della lazialità il fulcro della loro vita. Tra gli altri, quest’anno il riconoscimento spetterà a Giuseppe Biava, Luca Marchegiani e Stefano Fiore, oltre a una grande sorpresa finale.

 Lalaziosiamonoi.it seguirà l'evento dal vivo con numerosi contributi audio/video.