WALCHSEE, L'ULTIMO GIORNO - Il bilancio: dubbi, certezze e speranze della nuova Lazio

Pubblicato il 04/08/2017 alle 22:45
05.08.2017 07:15 di Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Dal nostro inviato a Walchsee: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
WALCHSEE, L'ULTIMO GIORNO - Il bilancio: dubbi, certezze e speranze della nuova Lazio

WALCHSEE - Cala il sipario sul ritiro biancoceleste in terra tirolese. Sette giorni intensi, arricchiti dalle due amichevoli contro Bayer Leverkusen e Kufstein, entrambe portatrici di serenità e fiducia ai ragazzi di Inzaghi. Nota stonata la piccola tegola relativa a Felipe Anderson, uscito malconcio domenica scorsa dal match vinto contro le Aspirine e rimasto ai box per tutto l'arco del ritiro. Il brasiliano rientrerà in gruppo la prossima settimana, a pochi giorni dalla finale di Supercoppa contro la Juventus. Un fuoriprogramma spiacevole per Inzaghi, che intanto non sembra voler rinunciare alle giocate di Keita, prossimo alla partenza ma pur sempre pronto all'uso per esser utile alla causa. In sintesi, proviamo allora a tracciare un piccolo quadro della situazione all'alba della nuova stagione.  

CERTEZZE - Impossibile non collocare Simone Inzaghi in cima alla piramide delle certezze. Il tecnico piacentino ha dimostrato anche a Walchsee di avere il gruppo in mano, con il consueto pragmatismo applicato al calcio e quella capacità di dialogo rassicurante e stimolante allo stesso tempo. Il 3-5-2 sarà il prossimo spartito annuale, ma le variazioni sul tema saranno sempre prese in considerazione, come ha dimostrato l'allenatore ex Primavera per tutto l'arco della passata stagione. Simone conosce a fondo il materiale umano a disposizione. A lui il compito di essere un ottimo direttore d'orchestra anche e soprattutto quest'anno con le tre competizioni. Le altre certezze si chiamano ImmobileMilinkovic, assi portanti della nuova Lazio, supportati dall'esperienza, il carisma e il contributo tattico di Lulic (nei nuovi panni di capitano) e Parolo. E poi c'è Felipe Anderson, cresciuto a dismisura nell'atteggiamento e finalmente libero di spaziare sul fronte d'attacco. Garanzie tecniche ma non certo in chiave futura sono ovviamente de Vrij e Keita. Entrambi rappresentano il grande punto interrogativo dell'immediato futuro.

DUBBI - Con loro in organico verrebbe da sfregarsi le mani. L'olandese è senza dubbio uno dei migliori difensori nel panorama europeo. L'ex Barça ha dimostrato anche qui in Austria di essere ancora in continua evoluzione. Un patrimonio tecnico che a breve potrebbe non aver più i contorni biancocelesti. Situazioni e rapporti diversi, ma con un minimo comun denominatore: contratto in scadenza nel 2018 e l'idea di non rinnovare. Se per de Vrij c'è ancora un flebile spiraglio, Keita dal canto suo sembra già con le valigie in mano, in attesa soltanto di un'offerta commisurata alle richieste di Lotito. Lo scenario più plausibile è quello di veder partire a breve l'ex blaugrana, con il difensore orange sempre al comando della difesa laziale, almeno fino a scadenza. Due questioni legate tra di loro, che rendono meno solido il futuro. L'altro interrogativo quello della mentalità: la Lazio, al netto delle tre competizioni, dovrà dimostrare di aver acquisito un'attitudine da grande squadra. Un salto di qualità sempre mancato negli scorsi anni. L'ultimo quesito è invece rappresentato dalle alternative. Inzaghi avrà spesso bisogno di ruotare la squadra, concedendo spazio a tutti, in un turnover che dovrà garantire comunque lo stesso livello di qualità e intensità. Segnali positivi in questo senso, sembrano già emersi nella preseason estiva.

SPERANZE - Potenziali risorse, ancora avvolte da un alone di incertezza. La principale speranza è riposta in Lucas Leiva: l'ex Liverpool ha raccolto l'eredità delle chiavi del centrocampo biancoceleste. Caratteristiche diverse da Biglia, ma forse più funzionali al gioco tutto in verticale di Inzaghi. Profilo internazionale di tutto rispetto e voglia di lasciare il segno anche nel Belpaese. Le uniche perplessità sono riconducibili ai tempi di adattamento in un campionato insidioso come quello italiano. Ma essendo abituato ai ritmi forsennati della Premier, facile ipotizzare che il rodaggio possa avvenire in tempi brevi. Ha suscitato curiosità e aspettative anche la scelta di Inzaghi di puntare su Luis Alberto regista. Lo spagnolo ha ben figurato soprattutto nel test contro il Leverkusen: perfetto nel verticalizzare e dialogare con gli attaccanti, meno predisposto (come è normale che sia) in fase di interdizione. L'esperimento 'alla Pirlo' è solo in fase embrionale. Occhio anche a Di Gennaro: l'ex Cagliari è un altro jolly di centrocampo per Inzaghi, che può sfruttare le sue qualità nel palleggio nelle transizioni. L'obiettivo è quello di diventare in breve tempo un'alternativa di sicuro affidamento. L'ultima speranza è per Wesley Hoedt. A detta dello staff tecnico biancoceleste ha ancora ampi margini di miglioramento e al momento sembra il principale candidato ad ereditare il ruolo di de Vrij. Anche per lui sarà l'anno della verità.