Come Casale si è preso la Lazio: scommessa di Sarri, ora è il ‘duro’ della difesa

La Lazio vola al secondo posto in classifica grazie ai tre punti conquistati ieri contro il Monza. Provvidenziale Luka Romero che ha di fatto sbloccato la gara consegnando ai suoi la vittoria, ma anche il Var per l’intervento sulla rete di Petagna. Attimi di gelo all’Olimpico quando l’attaccante dei brianzoli ha sorpreso Provedel. Una svista grossolana di Nicolò Casale che ha fatto tremare, sarebbe stata una macchia nei suoi 596’ collezionati da inizio stagione e disputati più che positivamente.
INIZIA L’AVVENTURA - Fortemente voluto da Sarri per rinforzare una difesa che gridava 'aiuto!'. Dopo una lunga trattativa col Verona, Casale ha fatto le valigie e si è trasferito nella Capitale. Si è inserito nella linea a quattro in punta di piedi, è stato un percorso graduale il suo. Il mister era certo che sarebbe stato utile alla causa, ma prima doveva essere istruito. Il cambiamento, tattico s’intende, è stato radicale per il veneto. Passare da una difesa a tre a quella a quattro non è roba da niente, cambiano i movimenti, gli spazi e i tempi. Proprio quest’ultimo è stato necessario e propedeutico per esaltare le sue qualità. Ha dovuto pazientare e ingranare la marcia prima di potersi conquistare il posto da titolare, ma lui già lo sapeva.
DA VERONA A VERONA - Proprio contro la sua ex squadra Casale ha fatto il suo esordio ufficiale con la maglia biancoceleste. Bramava questo momento ed è stato forse un segno del destino che avvenisse quel giorno. Con l’Hellas è cresciuto professionalmente, ha fatto la gavetta che gli ha consentito di fare il salto di qualità con la Lazio. I suoi primi 90’, intensi emotivamente e fisicamente, nei quali ha dovuto dimostrare di essersi giustamente meritato quel momento. Sarri gli aveva dato gli strumenti, stava a lui dimostrare di essere all’altezza. Fiducia ripagata. “Esordio e vittoria. La serata perfetta. Ed è solo l’inizio”, aveva commentato così sui social le emozioni vissute quella sera. Ci credeva fortemente, finalmente era arrivata la sua occasione. O almeno così sperava, ma qualcosa non è andato per il verso giusto ed è stato costretto a rimandare la sua ascesa. La sfida contro la Cremonese ha segnato il suo percorso. L’infortunio agli adduttori lo ha costretto a fermarsi per diversi giorni, dopo la gioia dell’esordio ecco lo sconforto per aver perso quella chance che tanto aveva desiderato. Ha dovuto fare i conti con la sfortuna, trovare la forza di ricominciare a lavorare per recuperare quanto prima e riprendere da dove era stato ingiustamente interrotto. Quei 146’ minuti nelle gambe non gli rendevano giustizia, erano troppo pochi e non poteva fermarsi li.
ASCESA - Superato l’infortunio, il difensore è tornato a completa disposizione dell’allenatore. Di nuovo in panchina in attesa del suo momento di gloria che però, stavolta, non si è fatto attendere molto. L’occasione si presenta con l’Udinese, Sarri lo lancia dal 1’ preferendolo a Patric, fino a quel momento titolare indiscusso, e lo lascia in campo per tutti i 90’. Attestato di fiducia che in realtà non era mai stata persa. Da qui è iniziata l’ascesa. Non ha più lasciato il campo, disputando cinque match consecutivi e non di poco conto come il derby, lo scontro diretto con l’Atalanta e la sfida di ieri dai punti d’oro. Partita dopo partita ha confermato le aspettative che su di lui si erano create, l’attesa ne è valsa la pena. È stato scelto per la sua potenza fisica e atletica, era il complemento perfetto da poter affiancare all’esperienza di Romagnoli. Nella mente del tecnico, erano loro due che formavano la coppia ideale da schierare a protezione della porta.
ROMBO ITALIANO - Casale è elemento di una Lazio sempre più italiana, se si considerano gli anni scorsi. Il centrale è il cuore della linea a quattro insieme a Romagnoli. L’intesa tra i due è sempre più consolidata e, senza dubbio, la lingua ha avuto la sua importanza. È stato un fattore determinante che ha consentito ai due perni del gioco di poter comunicare e intendersi senza difficoltà. La sinergia è totale se ai due difensori si aggiungono Provedel e Cataldi. Il portiere e il centrocampista sono le punte opposte del rombo tutto italiano che ha permesso al reparto arretrato biancoceleste di consacrarsi come il secondo migliore di tutto il campionato, fino a questo momento, con sole 7 reti al passivo collezionando 9 clean sheet.
Pubblicato l'11/11