FOCUS - Sassuolo - Lazio, esodo biancoceleste a Reggio Emilia: l'importanza di remare tutti insieme

pubblicato il 10-11-2018 alle 20.45
11.11.2018 07:15 di  Laura Castellani  Twitter:    vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Sassuolo - Lazio, esodo biancoceleste a Reggio Emilia: l'importanza di remare tutti insieme

Quattro anni e mezzo fa. Sembra passato più di un secolo. A volte serve toccare il fondo per ridarsi la spinta e tornare a galla. Prima di riprendere fiato, cercare di ritrovare l'equilibrio e ricominciare a nuotare. Per poi riguardarsi indietro, osservare quanto sono lontane le nubi più oscure e notare quanta strada in avanti si è riusciti a fare. Oggi, quel Lazio - Sassuolo di malumore e tempesta sembra appartenere a una storia lontana. Domani, i biancocelesti scenderanno in campo a Reggio Emilia contro la squadra di De Zerbi. In tasca, una qualificazione in Europa League ottenuta con due turni di anticipo, alle spalle due vittorie consecutive. Emblema di come questa Lazio sappia archiviare alla svelta le sconfitte e ricominciare subito a correre. Al seguito, almeno mille tifosi: l'amore per i colori biancocelesti conduce ovunque. Le radio romane misurano l'entusiasmo dei sostenitori della Lazio: "Domani porterò mia moglie e i miei bambini allo stadio. Mi costa un po' di soldi, certo. Ma non vedo l'ora". 

LAZIO - SASSUOLO, IL GIORNO PIÙ  BUIO - 23 febbraio 2014. Traffico, clacson, macchine in coda sul Lungotevere: i tifosi raggiungono lo stadio Olimpico. Ma il clima non è affatto quello di una festa. La Lazio sta per scendere in campo, ma pochi sono lì per godersi lo spettacolo. Nello stadio romano si disputa la sfida con il Sassuolo, in una serata che salirà agli onori della cronaca non per aver regalato 90 minuti di divertimento (la partita è noiosa, il gioco latita, e la squadra di Malesani riapre più volte il match). E né per aver regalato ai tifosi una vittoria che possa perlomeno far apparire più lontane la sconfitta contro il Catania e la figuraccia in Europa League (il 20 febbraio, infatti, i biancocelesti avevano sfidato in casa il Ludogorets e il match si era chiuso sull'1-0 per gli ospiti). Ecco perché sugli spalti, in quella domenica di Serie A, la gente è delusa, arrabbiata, amareggiata. Il malumore si fa sempre più grande, colpisce la dirigenza, mister Reja, subissa di fischi la squadra dopo il triplice fischio. Primo atto di una protesta a oltranza sotto il segno dell'indifferenza: disertare lo stadio, a partire della successiva partita in casa, un Lazio - Atalanta. 

LAZIO, LA RINASCITA INSIEME - Quante cose sono successe, in quattro anni e mezzo. Cambiamenti di questa portata non si innescano con uno schiocco di dita. Non potrebbe bastare. Sono frutto di pazienza, di dialogo, di scelte ponderate. Ma anche di capolavori comunicativi: basti pensare a come, nell'agosto del 2016, la Lazio riuscisse a trarre un'opportunità da un naufragio annunciato. La campagna abbonamenti era stata disertata, con soli 11 tifosi a sottoscrivere il proprio: il presidente biancoceleste, insieme a Immobile, Parolo, De Vrij, Hoedt, Lulic e Marchetti, si presentava a casa di ognuno per ringraziarlo dell'incondizionata fedeltà, non piegata dalla tempesta Bielsa. Estate fatta di scelte anche molto romantiche, come quella di accogliere nella società una laziale come Angelo Peruzzi o come quella di confermare in prima squadra un astro nascente come Simone Inzaghi, cresciuto a Formello sotto l'effige dell'Aquila. Proprio con il tecnico piacentino la Lazio ha ritrovato un'identità. Poi le intuizioni sul mercato, l'attitudine di una squadra determinata e generosa hanno fatto il resto. E i risultati sono arrivati nelle ultime due stagioni. Dalla Champions sfiorata e persa ingiustamente sul finale del campionato scorso alla qualificazione ai sedicesimi di Europa League con due turni di anticipo: la Lazio continua quel percorso iniziato ormai da diversi anni. E se qualcuno ancora bofonchia, non condividendo a pieno le scelte della dirigenza, restano pochi quelli ancora convinti che valga la pena barattare i propri pomeriggi allo stadio, all'insegna di una passione, per una presa di posizione, per delle ore trascorse davanti alla tv che non verranno mai restituite. Perché al di là delle opinioni, ripartire è più facile se si rema tutti insieme. Di sicuro, si va più lontano.