Lazio, due passi indietro: il Milan domina e vince, decidono Leão e Ibra

13.09.2021 07:30 di Marco Valerio Bava Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
Lazio, due passi indietro: il Milan domina e vince, decidono Leão e Ibra

Vince e convince il Milan, perde e dovrà riflettere invece la Lazio. Un passo falso, in un processo di costruzione che s’annuncia lungo e pure tortuoso, è preventivabile e prevedibile. Quel che lascia perplesso è però l’atteggiamento messo in campo dalla Lazio per tutti e 90 i minuti. Molle, abulica, mangiata dal Milan in tutte le fasi del match e in ogni zona del campo. Rossoneri affamati, grintosi, persino eccessivi in alcuni momenti; tutto il contrario dei biancocelesti che incassano i gol di Leão e Ibrahimovic e tornano a casa con tanti spunti di lavoro. La Lazio sembra ancora un ibrido, legata a concetti antichi, come la continua ricerca del fraseggio stretto e centrale e che fatica ad assimilare le novità. Per carità, è anche normale dopo due mesi di lavoro, quello che invece stona è l’approccio e il modo con cui mentalmente (non) è stata in partita la squadra, oltre a un arbitraggio da film horror. Il rosso a Bakayoko era evidente, forse non sarebbe cambiato nulla, ma intanto…

SOLO MILAN - Identità. A caccia della sua la Lazio di Sarri che a Milano affronta il primo grande banco di prova della sua stagione. C’è Marusic e non Lazzari, ma non è l’unica differenza rispetto all’undici che era partito, quindi giorni fa, all’Olimpico contro lo Spezia, perché al centro torna Luiz Felipe. Meglio i rossoneri in avvio, più chiare le idee della squadra di Pioli che alza le linee e il pressing e non lascia respirare i biancocelesti e così sono tre le conclusioni rossonere che, però, pericoli veri e propri alla porta di Reina non ne portano. Primo squillo della Lazio al quarto d’ora, suona Milinkovic con un colpo di testa che prova a sorprendere Maignan che però è attento. Il Milan però è sul pezzo, tiene le linee vicine, è raccolto in trenta metri e si muove di squadra e in maniera armoniosa. La Lazio fatica, non esce mai dalla propria trequarti, non trova soluzioni per dare respiro alla propria manovra, anche perché le mezzali vivono un primo tempo complicato, copie sbiadite di quelle viste nelle prime due giornate e il Milan facendo densità centralmente toglie ritmo e acuisce le difficoltà di Milinkovic e Luis Alberto. La partita è intensa e condita anche da qualche scintilla e allora Theo e Pedro arrivano a contatto con Chiffi che sceglie di non ammonire. Negli ultimi dieci minuti, la Lazio sembra prendere campo e uscire un po’ dalla morsa rossonera e Romagnoli deve fare gli straordinari per anticipare Pedro e Immobile su cross basso di Anderson. Ma su un pallone sanguinoso perso da Milinkovic (tentativo di duetto con Immobile), il Milan riparte a molla con Leão che salta secco Leiva, scarica su Rebic e poi va a raccogliere l’assist del croato e con il destro è chirurgico e batte Reina. Finale di tempo di sofferenza pura, totale, per la Lazio che al 48’ rischia pure di andare sotto di due. Immobile entra in modo scoordinato su Kessie in area di rigore, Chiffi non vede l’intervento scorretto del 17 laziale e viene richiamato all’on field review. Decisione ovvia e calcio di rigore per i padroni di casa, ma dal dischetto Kessie non è preciso e manda sulla traversa. 

LAZIO INESISTENTE - Secondo tempo che comincia su ritmi più bassi rispetto alla prima frazione, eppure la sensazione è sia ancora il Milan la squadra più convinta, sicura dei propri mezzi e con le idee più chiare e su un passaggio errato di Reina per Luis Alberto, break di Brahim Diaz che per fortuna della Lazio si dimentica il pallone al momento del dribbling, in piena area, su Luiz Felipe. Il tiro di Milinkovic al 56’, lento e facile tra le braccia di Maignan, è lo specchio di quasi un’ora di partita della Lazio. Pioli sgancia pure Ibrahimovic (fuori Leão), oltre a Saelemaekers e Bakayoko per Florenzi e Kessie. Clamoroso errore arbitrale poco dopo l’ora di gioco, Bakayoko interviene con il piede a martello sulla caviglia di Acerbi: Chiffi ammonisce, ma il colore del cartellino doveva essere rosso. Ma la Lazio, nonostante gli ingressi di Zaccagni e Lazzari, rimane in piena balia degli avversari, in una versione che così brutta in un match di cartello si ricorda nel derby di ritorno dello scorso anno. E così, su un’apertura di Tonali, Rebic può fare quello che vuole, puntare Luiz Felipe e mettere al centro per Ibrahimovic che, solo e abbandonato a centro area, deve solo depositare in rete il raddoppio. I duelli anche individuali sono impietosi visto che i rossoneri li vincono costantemente, indemoniati a differenza dei biancocelesti che invece sembrano bambini spauriti. Sarri prova con Basic per Milinkovic, per dare qualche minuto pure al croato. Il Milan, a campo aperto, diventa ancor più pericoloso e Ibra - imbeccato da Saelemaekers - sparacchia alto una buona occasione. Lazio in difficoltà che, però, si fa vedere con Immobile che riceve da Zaccagni e di sinistro tenta di sorprendere Maignan che, però, in due tempi fa sua la palla. Entrano Raul Moro e Muriqi, out Pedro e Immobile. Ma non cambia nulla, il Milan porta a casa il successo. La Lazio la prima sconfitta stagionale e una prova sulla quale riflettere. Nel finale screzi tra Leiva e Ibra e tra un pessimo Saelemaekers e Sarri che viene espulso da un Chiffi imbarazzante. Forse il peggiore in campo. 

Pubblicato il 12/09 alle ore 20:03