Delio Rossi: “Lazio - Roma sfugge a ogni regola, conta l’interpretazione dei singoli”

01.03.2019 09:00 di  Andrea Marchettini   vedi letture
Fonte: Andrea Marchettini - Lalaziosiamonoi.it
Delio Rossi: “Lazio - Roma sfugge a ogni regola, conta l’interpretazione dei singoli”

Dopo il pareggio in Coppa Italia contro il Milan, la Lazio può concentrarsi sul campionato. La prossima sfida è il derby contro la Roma, in programma sabato sera alle 20.30. I biancocelesti dovranno vincere per non complicare ancor di più la rincorsa al quarto posto. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Delio Rossi per parlare delle motivazioni necessarie in vista di una partita così importante.

In Coppa Italia contro il Milan la Lazio ha fatto una buona prestazione ma a San Siro si ripartirà dallo 0-0 dell’andata. Quante possibilità hanno i biancocelesti di passare il turno?

Il problema è che per fare una valutazione, si dovrebbe giocare la partita in settimana perché le condizioni delle squadre ora si conoscono. Tra due mesi non sappiamo cosa succederà, può darsi che la Lazio stia meglio e che recuperi gli infortunati o viceversa. Tuttavia, data la prestazione di ieri, penso che i biancocelesti possano giocarsela”.

Arrivati a questo punto, la Coppa Italia può diventare un obiettivo più concreto del quarto posto in campionato?

“Per una squadra di livello non si possono fare questi ragionamenti. Purtroppo la Lazio è uscita dall’Europa League, ma una squadra di livello deve cercare di arrivare il più lontano possibile su tutti i fronti. È impensabile abbandonare la corsa alla Champions per virare su altri obiettivi. Una grande squadra non può fare certi ragionamenti. Bisogna valutare partita per partita, ora testa al derby, poi si penserà alle altre”.

Il derby si giocherà sabato sera. Quale delle due squadre partirà da favorita? Chi sta meglio tra Lazio e Roma?

“Il derby è un campionato all’interno di un campionato e quindi sfugge a ogni regola. Sulla carta è più forte la Roma ma non esistono regole, non è detto che vinca la squadra più attrezzata”.

Il derby del 2006, vinto 3-0 dalla sua Lazio, possiamo definirlo un capolavoro tattico. Quanto conta questo aspetto in partite così importanti?

“Penso che sia importante, ma se tu prepari la tattica vincente e i tuoi giocatori non interpretano la partita nel modo giusto allora non conta più di tanto. L’importante è l’approccio, alcuni giocatori trovano la forza nella settimana che precede il match. Saper interpretare bene la partita è fondamentale. Questa è una sfida importante per i tifosi, per la classifica, va affrontata nel modo migliore. Anche perché si tratta del derby di ritorno e nella memoria rimane il derby di ritorno, quello d’andata non se lo ricorda nessuno”.

Quel derby del 2006, dopo la vittoria in Coppa Italia, è il suo ricordo più bello in biancoceleste?

“Non saprei, la vittoria della Coppa Italia fu molto bella perché dopo 4 anni andarsi a giocare qualcosa di importante in uno stadio pieno, significava per me lasciare qualcosa in quell’ambiente. Il problema però è che io personalmente mi ricordo solo le sconfitte. Il dolore di una sconfitta non riesce mai a colmare la gioia di una vittoria. Purtroppo non me le godo le vittorie”.

Lei è stato allenatore nella primissima Lazio di Lotito. Quanto sono cresciute, in questi 15 anni,  le ambizioni della squadra?

“La mia Lazio era una squadra in divenire, nel senso che c’erano tante scommesse e tanti giovani da lanciare. Bisognava anche vendere per rientrare economicamente. Oggi invece mi pare che ci sia una strategia diversa, c’è la voglia di andarsela a giocare con le altre. Questo è un aspetto importante: certo, c’è la Juventus che è fuori portata, ma il fatto di rientrare sempre tra il terzo e il settimo posto significa che la squadra è cresciuta, così come la società”.

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