ESCLUSIVA - L'ex Pellacani: "Dagli allenamenti con Klose agli insegnamenti di Siviglia, ecco la mia Lazio!"

15.09.2018 13:30 di Laura Castellani Twitter:    vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - L'ex Pellacani: "Dagli allenamenti con Klose agli insegnamenti di Siviglia, ecco la mia Lazio!"

Un Frecciarossa sulla corsia di sinistra. Accelerazioni, corsa, sacrificio. E pure qualche gol: Lorenzo Pellacani è cresciuto sotto l'effige dell'Aquila, compiendo tutta la trafila nel settore giovanile biancoceleste. Aveva dieci anni quando per la prima volta ha indossato i colori della Lazio. Lo scorso anno ha riempito la valigia di ricordi ed è volato a Bologna per aggregarsi alla Primavera. Senza rimpianti. Oggi, il terzino è fresco fresco di contratto con il Monterosi: eccolo, il salto tra i grandi. Lo abbiamo raggiunto in esclusiva, per farci raccontare la sua esperienza biancoceleste, il suo presente e soprattutto le aspirazioni future. 

LA LAZIO AI TEMPI DI KLOSE - "Ho avuto la fortuna di allenarmi anche con la prima squadra, all'epoca c'era mister Pioli. Ebbi il privilegio di allenarmi con Klose l'estate successiva ai Mondiali in cui Miro raggiunse il record di Ronaldo. Sicuramente è stata una delle cose più emozionanti che abbia vissuto alla Lazio. Sicuramente, è un giocatore che mi ha sempre colpito e ispirato. Poi, con questa maglia ho viaggiato tanto, ho giocato partite importanti. Ho tantissimi bei ricordi". 

MENTORE BIANCOCELESTE - "Quale mister è stato più importante per me? Sicuramente Sebastiano Siviglia, ho avuto la fortuna di essere allenato da lui per due anni consecutivi quando avevo 13, 14 anni. Per me è stato un punto di riferimento, mi ha insegnato tanto. Si tratta di una persona con una carriera alle spalle che tutti vorremmo. Mi porto ancora dietro le sue parole, i suoi modi di fare e di pensare, come vede il calcio. E poi è veramente una brava persona".

ALL'OLIMPICO PER LA LAZIO - "Quando indossavo la maglia biancoceleste mi è capitato spesso di andare allo stadio. L'ambiente Lazio mi ha segnato: sono entrato a dieci anni e sono uscito a 16. Sono stati anni importanti, ho iniziato con i Giovanissimi ma ho toccato anche la Primavera sotto età. Mi ha lasciato tanto. Quindi sì, andavo allo stadio ovviamente, ma poi quando ero a Bologna, nell'ultimo anno, tornavo a casa pochissimo e quando lo facevo preferivo restare con la mia famiglia piuttosto che uscire". 

L'ADDIO ALLA LAZIO - "Rimpianti? No, nessuno. Nell'ultima partita che ho giocato, feci due gol al Milan. Ho lasciato Roma nel migliore dei modi: l'ultima stagione alla Lazio la rivedo come la migliore della mia carriera finora. Ho avuto problemi nel passaggio in Primavera, un po' con l'allenatore Bonatti un po', sotto certi punti di vista, anche con la società. Non trovammo un accordo, ma pazienza. Alla fine ho preso un'altra strada e mi va bene così". 

BOLOGNA - "Se ho avuto modo di incontrare Pippo Inzaghi? Io l'ho incrociato mentre andavo via, lui stava arrivando per firmare. Non ci sono mai stato a contatto, mi sono allenato in prima squadra con Donadoni. Ma se il Bologna lo ha scelto, soprattutto dopo Donadoni, significa che è uno che sa lavorare con i giovani, che ha talento ed è preparato. Donadoni? Lui è un allenatore esperto, un professionista. Si vede da come prepara tutto curando ogni minimo dettaglio. È una bella persona anche a livello umano. Mi sono trovato sempre bene quando mi sono aggregato alla prima squadra". 

MONTEROSI - "Sicuramente volevo riavvicinarmi a casa dopo l'esperienza fuori. Ne ho approfittato per sposare il progetto del Monterosi, molto interessante anche in prospettiva professionismo, ma soprattutto per crescere, per iniziare ad approcciarmi ai grandi. Cambia tutto, dallo spogliatoio al campo, a come si gestisce la settimana prima di arrivare alla partita. Conta molto il risultato. Bisogna seguire i giocatori più esperti che hanno tanti campionati alle spalle anche in categorie superiori. Nel gruppo ci sono anche altri giovani come me, i grandi lo sanno e fanno del loro meglio per farci amalgamare".

OBIETTIVI - "Ho scelto il Monterosi anche perché ci ho visto un passo importante verso il professionismo e verso la possibilità di avvicinarmi alla Lega Pro. Io sono giovanissimo (17 anni, ndr), la Lega Pro è a un passo ma allo stesso tempo c'è molto da lavorare. Spero di fare il salto di categoria il prima possibile e levarmi tante soddisfazioni".