L'ANGOLO TATTICO di Cagliari-Lazio - Il Cagliari ha appena pareggiato, entra in campo Pioli...

Pubblicato il 05/04 ore 12:30
06.04.2015 07:13 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Cagliari-Lazio - Il Cagliari ha appena pareggiato, entra in campo Pioli...
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© foto di Federico Gaetano

"Cambio due carte". Stefano Pioli è seduto al tavolo verde del Sant'Elia. Fuori Stefano Mauri e Antonio Candreva. Come scartare due assi. Una mossa che richiede coraggio, ma non si tratta di gioco d'azzardo. Solo puro, semplice e innato fiuto strategico. Il Cagliari ha appena pareggiato, il tecnico emiliano consegna a Manzini il foglietto delle sostituzioni. Dentro Danilo Cataldi e Keita, la gioventù al potere. Mezz'ora a disposizione, per riportare la Lazio dove le compete: in vantaggio. Non passano neanche due minuti, Rocchi assegna ai biancocelesti il primo calcio di rigore. Merito di Keita. Che nel giro di sette minuti, ne guadagna un altro. Impatto sul match: devastante. Se Balzano non avesse salvato sulla linea la sua conclusione a botta sicura, il voto in pagella dell'ex Barca sarebbe schizzato alle stelle. E Cataldi? Su 20 passaggi effettuati, ne ha totalizzati 18 giusti. Percentuale del 90%. Testa alta, lucidità e maturità da veterano, l'Under 21 ha permesso all'undici capitolino di cambiare marcia. E di offrire supporto logistico a Lucas Biglia, protagonista assoluto dell'incontro. Un penalty segnato, uno sbagliato, ancora una volta il migliore per numero di passaggi riusciti (72). Un dato che ormai non fa più notizia, in ogni partita è sempre lui il primo della classe. Anzi, il professore di una Lazio che crea una valanga di occasioni anche in una delle prestazioni meno spumeggianti. Indice di pericolosità: 75%. Il Cagliari è rimasto fermo al 31,9%. Una punizione, qualche conclusione dalla distanza e M'Poku altro. Tosti, determinati, compatti i sardi, per carità. Di filo da torcere alla manovra biancoceleste ne hanno dato, eccome. Ma senza la deviazione beffarda di Mauricio sul tiro di Sau, la Lazio avrebbe probabilmente amministrato il vantaggio. Magari a fatica, magari non senza la scioltezza delle precedenti apparizioni. I viaggi dei nazionali, Braafheid in campo dopo quattro mesi di assenza: di motivi per non essere al top ce n'erano in abbondanza. Eppure, proprio il pareggio dei padroni di casa ha stimolato il killer instinct dei biancocelesti. Quello che spesso reclamava il buon Petkovic, quello che Pioli ha iniettato nella sua creatura. Che, ai record di rendimento delle Lazio passate, piace far sentire il fiato sul collo. E non solo a loro.