Lazio, game over a Siviglia: biancocelesti fuori dall'Europa League

20.02.2019 19:50 di  Laura Castellani  Twitter:    vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, game over a Siviglia: biancocelesti fuori dall'Europa League
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Non c'è spazio per l'impresa, a Siviglia: i gol di Ben Yadder e Sarabia costano alla Lazio l'eliminazione dall'Europa League. I biancocelesti pagano la sfortuna, pagano la poca precisione nel concretizzare quanto di buono creato, soprattutto nella ripresa. Ma vengono puniti anche dal lampante errore dell'arbitro nel primo tempo. Un'episodio destinato a catapultare i tifosi laziali nel tormento di chiedersi come sarebbe andata, se il palese rigore su Lulic non gli fosse stato negato. Se quel penalty fosse stato assegnato e realizzato. Se il tentativo di Acerbi fosse riuscito, al 55esimo, e se il pallonetto di Immobile fosse entrato in porta tredici minuto dopo: dubbi retorici che parlano di rimpianti. E che non permettono di sfuggire dall'unica certezza, la più amara. Cala il sipario sul percorso europeo dei biancocelesti. Ora serve puntare tutto sulle altre competizioni, a partire dalla Coppa Italia: dalla rabbia di questa sera deve pur nascere qualcosa.

SIVIGLIA - LAZIO, DEI CRUDELI DEL CALCIO - L'unico risultato utile è la vittoria, e un gol non basta. Inzaghi lo sa, e dal primo minuto schiera in campo la qualità di Ciro Immobile - risparmiato nel secondo tempo con il Genoa - e la forza fisica di Caicedo. La fantasia e le sterzate di Correa vengono lasciate in panchina, antidoto pronto da lanciare all'occorrenza nella ripresa. Le intenzioni sono quelle di spingere, anche a costo di scoprirsi un po' di fronte ai contropiedi al fulmicotone del Siviglia. D'altronde, gli spagnoli concedono spazi e i biancocelesti al Sanchez Pizjuan approdano con la migliore convinzione, pronti a cercare l'impresa anche a casa di una squadra espertissima in Europa League. Per questo, essere puniti anche per gli errori altrui rende l'eliminazione più amara. Al 16esimo, il lampante rigore negato dall'arbitro Taylor, per il fallo di Mercado su Lulic a due passi da Vaclik, lascia un'impronta troppo pesante sulla partita dei rimpianti. Specialmente al cospetto di un cielo che non assiste con clemenza i biancocelesti: tre minuti dopo, il Siviglia segna il gol che virtualmente (dopo la vittoria dell'andata) lancia gli spagnoli agli ottavi di Europa League. La respinta di Strakosha sui piedi di Ben Yedder è un'ingenuità che costa tanto alla Lazio, così come il movimento sbagliato di Patric che tiene in gioco il giocatore andaluso.

LAZIO, GAME OVER - "Non cambia nulla", grida Inzaghi dalla panchina: ai laziali servono comunque due gol per passare. Difficile, se il giro palla e le tante occasioni create non vengono capitalizzate. I tanti errori sotto porta vanificano la fatica e la tenacia. La pressione con cui la Lazio conclude il primo tempo non è sufficiente. Nemmeno il soliloquio laziale nella ripresa. Correa scende in campo al posto di Patric: Inzaghi tenta il tutto per tutto e schiera in campo l'assetto più offensivo a disposizione. Romulo, poi, lanciato al posto di Milinkovic, sembra poter diventare, almeno per un attimo, l'uomo deputato dalla sorte. Quello destinato a cambiare la storia del match: lui si procura il fallo di Vazquez, punito con il secondo giallo. Lui, di fatto, provvede alla provvisoria inferiorità numerica del Siviglia. Provvisoria, appunto. Perché - dopo la grande intensità, il mancato pareggio di Acerbi al 55esimo, il pallonetto di Immobile al 68esimo - il rosso diretto a Marusic (severo) mette un punto al momento positivo dei biancocelesti. Gli spagnoli ritrovano coraggio, dopo l'assedio laziale. E sferrano l'ultimo colpo. Quello decisivo, quello letale: Sarabia segna al 79esimo. Perché non è necessario produrre chissà quanto, per bucare la rete. Gara chiusa: la serata lascia spazio solo ai rimpianti. Alla Lazio restano altri palcoscenici su cui lottare, certo. Ma l'eliminazione fa male: che la mancata impresa serva a trovare la rabbia giusta. Innanzitutto, con il Milan in Coppa Italia.