Hernanes: "Lasciare la Lazio è stato tremendo. Mi pento solo di..."
RASSEGNA STAMPA - Hernanes ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport, nella quale, oltre a ripercorre le tappe più significative della sua carriera, ha parlato delle diverse attività svolte dopo il ritiro dal calcio, dal ruolo di opinionista all'hobby del produrre vino. Il brasiliano ha anche parlato a più riprese di Lazio, parlando della sua avventura nella Capitale e del suo addio arrivato tra le lacrime. Queste le sue parole: "Tare piombò in Brasile per conoscermi nel 2010. Mi voleva anche l’Atletico Madrid, avevano inviato una maglia col mio nome che ancora conservo, ma prima di andar via dal San Paolo volevo mettere la mia foto accanto a quelle dei giocatori che avevano vinto un trofeo. E ci sono riuscito: due campionati brasiliani. Io sono così, vivo di obiettivi".
Su quelli che erano stati i suoi obiettivi alla Lazio ha detto: "Vincere lo scudetto e giocare la Champions. La prima stranezza vista in Italia fu questa. Un prete una volta mi disse che dall’altra parte dell’Oceano il concetto di speranza era diverso. Io ambivo a vincere il titolo, ma a Roma gli allenatori non erano del mio stesso pensiero".
Sulle stranezze incontrate nella sua esperienza a Roma, invece, si è espresso così: "La tattica. Stefano Mauri mi disse: 'Prima pensiamo a non prendere gol'. Poi il derby. Ho vinto la storica Coppa Italia del 26 maggio 2013: due giorni dopo, a Piazza di Spagna, i tifosi fecero il funerale della Roma con tanto di bara e gente mascherata, come se fossero in lutto". E ancora: "Un corriere si tolse i pantaloni davanti all’ingresso di casa mia. Voleva farmi vedere un tatuaggio dedicato alla Coppa Italia. Alla Lazio sono stato da Dio: Resta il rimpianto di aver sfiorato due qualificazioni in Champions, una per differenza reti. Avremmo meritato di andarci".
Il brasiliano ha poi parlato così del suo addio alla Lazio: "Il mio addio tra le lacrime, fuori Formello, dopo tre anni e mezzo straordinari. Il mio miglior calcio. Sono sincero: era il momento giusto per andar via, ma lasciare la Lazio fu tremendo. Mi ero messo d’accordo con un ragazzo per regalargli le mie scarpe, ma quando lui mi disse così scoppiai a piangere. Nei giorni successivi mi scrissero diecimila laziali, cambiai il telefono e conservai lo screen col numero di messaggi".
Infine, sull'esperienza all'Inter: "Formativa. Arrivai lì per restare a vita e vincere lo scudetto, ma non fu così. Mi pento solo di aver esultato all’Olimpico con la capriola, contro la Lazio. Lotito aveva detto che vendermi era stato un affare".
