Felipe Anderson: "Lazio, sapevo che ti avrei conquistata! E adesso voglio il Brasile"

Pubblicato il 2 marzo alle ore 17.34
03.03.2015 07:16 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
Felipe Anderson: "Lazio, sapevo che ti avrei conquistata! E adesso voglio il Brasile"
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Ha conquistato Roma, la Città Eterna. Adesso punta un'intera nazione, il Brasile. Felipe Anderson sogna la Seleção, attende con ansia la chiamata del ct Dunga. Arriverà, può starne certo. Perché voltarsi dinanzi a tanta grazia equivale a un sacrilegio. Il numero 7 biancoceleste ribadisce la sua voglia di verdeoro ai microfoni di Espn: "Per me è impossibile non pensare a come sarebbe bello avere una chance in Nazionale. Ma ho sempre detto che la convocazione non è un'ossessione, prima o poi arriverà. Sto facendo del mio meglio alla Lazio e spero che col tempo otterrò tante soddisfazioni. Il giorno in cui Dunga vorrà premiarmi sarà uno dei più belli della mia vita. Altrimenti, se non verrò preso in considerazione per i prossimi impegni (il Brasile affronterà la Francia e il Cile in amichevole rispettivamente il 26 e il 29 marzo, ndr), continuerò a lavorare con la stessa attenzione e l'impegno di sempre".

#FA7 VS SASSUOLO - Riduttivo chiamarlo gol, più appropriato parlare di opera d'arte. Felipe Anderson realizza solo capolavori, non è fatto per le giocate da comuni mortali. L'ultima perla l'ha sfoderata contro il Sassuolo, sbloccando il match nei secondi finali del primo tempo. Poi s'è dedicato ai compagni, ha permesso a Klose di mettere in cassaforte i tre punti pennellando un cross che chiedeva solo di essere spinto in rete. "Sono molto felice di aver segnato e di aver aiutato la Lazio a vincere un'altra partita. Il gol che ho segnato ieri – dichiara Felipe – è uno dei più belli della mia carriera. L'allenatore e la squadra mi sostengono, sono molto felice e mi voglio godere questo momento”.

“GRAZIE PIOLI” - Se Felipe vola, gran parte del merito è di Stefano Pioli. "Quando è arrivato alla Lazio, è venuto da me. Mi ha parlato, mi ha concesso libertà di movimento, è stato fondamentale per la mia crescita. È stato importante anche il lavoro svolto durante la settimana. Pioli non ha aiutato solo me, ma tutti gli altri giovani della squadra”. Prima il gruppo, poi il singolo. La mentalità di Pioli ha fatto breccia nei pensieri del ragazzo di Brasilia. Che vede solo biancoceleste, i rumors di mercato non riescono a deconcentrarlo: “Per me conta solo la Lazio, penso solo al campionato e a ogni singola partita. Solo se sono concentrato al massimo posso giocare bene". Eccolo il segreto del Pipe, i tempi bui della passata stagione sono già istantanee sbiadite: "Sì, è vero. Lo scorso anno non sono andato molto bene. Tutti già dicevano che sarei andato in prestito da qualche parte, così avrei avuto modo di giocare con più continuità. Ma ho sempre creduto di poter dimostrare le mie doti qui". Altro che mancanza di personalità. 

LA STOCCATA A MURICY - Felipe non risparmia una stoccatina al suo ex allenatore Muricy Ramalho, le cui critiche ai tempi del Santos erano all’ordine del giorno: "Essere giovane in un club come il Santos non è semplice e Muricy certamente non mi aiutava. Spesso mi accusava di non riuscire a esprimere il mio talento. Anche la pressione dei tifosi non era facile da sostenere, mi paragonavano a Ganso e volevano che avessi il suo rendimento o addirittura che facessi meglio di lui. Le aspettativa nei miei confronti erano grandissime, e non sempre un ragazzo di 17 anni può reggere botta. Se avrei reso di più con un altro allenatore? Con un po' di libertà in più sicuramente avrei fatto meglio. Qui alla Lazio sto facendo vedere buone cose, ho questa libertà di cui i giovani hanno bisogno. Ma è proprio nelle difficoltà che si impara qualcosa. Anche per Felipe è stato così: “In quel periodo sono cresciuto molto psicologicamente, le critiche e tutto quello che ne è conseguito in un modo o nell'altro mi hanno aiutato a essere quello che sono oggi”. I tifosi laziali ringraziano sentitamente Muricy Ramalho.