FOCUS - Non solo il derby di Roma: le dieci sfide più sentite in giro per il mondo

Pubblicato il 30/11 ore 20
01.12.2016 07:25 di  Gabriele Candelori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Non solo il derby di Roma: le dieci sfide più sentite in giro per il mondo

Ci sono partite che valgono molto più di tre punti. Le aspetti una stagione intera, durano una stagione intera. Il battito cardiaco accelera, la tensione sale, le gambe un po’ tremano. Le città si fermano, sembrano popolate da fantasmi. Contano solo quei 90 minuti. In palio non una semplice vittoria: c’è l’onore, la difesa da parte di un popolo della sua storia e tradizione. È uno spettacolo di colori e cori, di persone che lottano una a fianco all’altra per un unico obiettivo. È la magia del calcio, ma non solo. Un vero e proprio fenomeno collettivo capace di instaurarsi in una cornice di tensioni politiche, sociali e religiose. Ed ecco allora che spesso la violenza diventa una questione all’ordine del giorno. Uno scontro centenario trasportato dentro e fuori dal campo. Oggi abbiamo deciso di spostarci virtualmente in giro per il mondo. Un breve viaggio alla scoperta delle dieci partite più sentite nel nostro globo. Ne abbiamo scelte solo dieci con la consapevolezza che ogni rivalità, anche tra due semplici quartieri, meriterebbe però di essere raccontata.

10. BARCELLONA-REAL MADRID

Non è un derby, ma semplicemente “El Clasico”. Una sfida capace di catturare l’attenzione di tutto il mondo perché senza eguali. Ad affrontarsi non sono solo i due club più titolati della Spagna, ma anche due delle più belle rappresentazioni del calcio mondiale. Una sfida aristocratica combattuta a suon di trofei. Non solo la cornice per il duello tra Messi e Cristiano Ronaldo (oggi) o l’arena dove vendicare lo scippo di un campione come Di Stefano (ieri). La rivalità è molto più importante e s’intreccia alla politica. È schierarsi con il potere centrale della Castiglia o con le mire autonomistiche dell’indipendentista Catalogna. L’autoritaria Madrid o la rivoluzionaria Barcellona.

9. ESTEGHLAL-PERSEPOLIS

Le rivalità calcistiche non risparmiano nessuno. Se il classico spagnolo è conosciuto da tutti, in Iran si gioca una partita forse non altrettanto celebre. Ma non per questo meno sentita. Anzi. Durante il Sorkhabi Derby (il derby dei rossoblù) Teheran diventa una polveriera, un vero e proprio inferno. Nel 2000 una rissa in campo sfociò quasi in una guerra civile, con la città preda dei tafferugli e oltre 250 autobus distrutti. Inutili i tentativi tra il 1995 e il 2009 di chiamare arbitri di qualsiasi nazione, i blu dell’Esteghlal - squadra simbolo dello Scià e dei nobili - verranno sempre visti come favoriti a discapito dei rossi del Persepolis, legati al popolo. Una sfida che non vuole perdersi nessuno. Neanche quelle donne che mettono a rischio la propria vita per sfidare la legge e intrufolarsi tra le 90mila persone che riempiono le tribune dello stadio.

8. RACING-INDIPENDIENTE

C’è una particolarità che rende quello tra Racing e Indipendiente uno dei match più sentiti al mondo. Siamo in Argentina, a Buenos Aires, e qui nel quartiere di Avellaneda solo 300 passi separano le case dei due club: El Cilindro e La Doble Visera. Pochi metri per una rivalità fortissima. Chiedere ai fratelli Milito, ognuno cresciuto con la propria fede. Due formazioni non proprio qualunque, finite almeno una volta sul tetto del mondo. E nel 1967, proprio quando il Racing è in Uruguay per giocarsi la Coppa Intercontinentale, nasce la “maldicion de los siete gatos negros”. Sette gatti neri appunto, seppelliti dai tifosi dell’Inde sotto una delle porte nello stadio degli eterni rivali e mai ritrovati nonostante affannose ricerche (accompagnate da riti, benedizioni e messe nere). Una serie di disgrazie sportive interrotte solo dalla vittoria del titolo nel 2001, dopo che pochi mesi prima la crisi economica aveva portato all’interruzione del campionato con La Academia prima in classifica. Leggende, ma anche scontri con armi da fuoco per un derby unico nel suo genere.

7. ZRINJSKI - VELEZ

Se pensavate che l’odio difficilmente potesse raggiungere livelli più alti, vi sbagliavate. A Mostar si gioca un derby che molti non esitano a definire come il più “pericoloso al mondo”. D’altronde solo un ponte e un fiume separano la parte mussulmana della città (oggi una minoranza) da quella cattolica. E Zrinjski e Velez, non propriamente due squadre dall’alto valore tecnico, ne sono l’incarnazione calcistica. Il motivo per rievocare la guerra etnica che ha sconvolto la Bosnia e che portò alla soppressione dei biancorossi (legati alla destra croata) da parte del comunista Tito. Poi però, a confitto terminato, lo Zrinjski risorse, spodestò i rivali dal proprio stadio e prese la supremazia cittadina. Ma il derby resta una partita a parte. Sono novanta minuti in cui si arriva a invadere il campo per catturare l’”irrispettoso infedele” che ha solo la colpa di aver segnato un gol (accadde nel 2011). Ferite vecchie e ancora aperte per una storia di disprezzo nei Balcani.

6. PANATHINAIKOS-OLYMPIACOS

Abbiamo detto che ogni derby ha la sua storia. Quello di Atene forse ne ha più di una perché la rivalità è estesa anche alle altre sezioni della polisportiva. Due squadre che condividono la stessa città, ma anche due estrazioni sociali diverse. Almeno in origine: ceti agiati per il Panathinaikos, primo club cittadino, fondato nel 1908 da uno studente del quartiere colto della città e classe operaia per l’Olympiakos, ispirato ai valori olimpici e nato nel 1925 al porto del Pireo. Una passione che anche qui sfocia in violenza. La seconda stracittadina della storia si giocò in campo neutro, a Salonicco, per prevenire incidenti. Incidenti che nel 1964 portarono invece all’interruzione della semifinale di Coppa di Grecia e all’assegnazione d’ufficio del trofeo all’AEK. Ντέρμπι των αιωνίων αντιπάλων, il Derby degli eterni rivali.

5. WEST HAM-MILLWALL

Film e libri lo hanno reso celebre, ispirando una generazione di adolescenti. L’East London Derby mette di fronte West Ham e Millwall e, come avrete iniziato a capire, incarna un sentimento di odio che va ben oltre il calcio e le sole tre miglia che separano le sedi dei due club. Radici antiche, due squadre dalla forte matrice operaia. I Docks, cantieri navali che sorgono sulle rive del Tamigi, come luogo condiviso. Uno sciopero del maggio 1926 come origine dei contrasti. Aderiscono tutti, tutti tranne i Millwall Docks che sulla sponda nord del fiume continuano a lavorare. Da qui l’inizio delle ostilità: dalla faida tra scioperanti e crumiri si passa agli scontri negli anni ’70 e ’80 tra gli hooligans dei due club: i Bushwackers da una parte e l’Inter-City Firm dall’altra. Poche occasioni d’incontro - vista la costante differenza di categorie - accompagnate da accesi scontri fisici. Fino al Mother’s Day Massacre del 2004 o ai disordini durante una partita di Coppa di Lega di cinque anni dopo. Definiti dal Sun la 'peggior guerriglia sportiva di tutti i tempi'.

4. GALATASARAY-FENERBAHCE

Tante squadre, altrettante rivalità. Una sopra le altre. Stavolta siamo a Istanbul, cuore pulsante della Turchia. Il ponte di Galata divide la città in due parti. Anzi in due veri e propri continenti. A est l’Asia e la vecchia Costantinopoli, terra dei gialloblù del Fenerbahce. A ovest la parte moderna, la metropoli ricca e occidentale di cui sono espressione i giallorossi del Galatasaray. Un odio però alimentato soprattutto di sport. Due squadre inizialmente amiche, almeno fino al 1934. Un’amichevole termina con una rissa da far west, inizia un’era di scontri e tensioni. Come nel 1996 quando Souness, tecnico del Gala, nonostante le raccomandazioni della polizia, ha la brillante idea di festeggiare la vittoria nella finale di coppa turca piazzando una bandiera al centro del campo. Le conseguenze sono immaginabili. Basti pensare che il tecnico scozzese viene inseguito in campo da un tifoso armato di sciabola. “Temevo di morire”, dirà il giorno dopo. Tanto lontani quanto vicini: è il Kitalar Arasi Derbi, il derby intercontinentale.

3. RANGERS-CELTIC

Una sfida che non ha bisogno di presentazioni. Una delle rivalità più accese della storia del calcio mondiale. La più antica considerati gli oltre 400 confronti dal 1888 a oggi. In una terra dove si vive di calcio. Dove il calcio è però solo una delle mille sfaccettature di questo duello. Soprattutto cattolici contro protestanti. Ma l’Old Firm (il “vecchio affare”) è anche il confronto tra i biancoverdi, socialisti a larga fetta irlandese e separatisti, e i Light Blues, borghesi scozzesi e unionisti. Spettacolo puro e anche una serie infinita di incidenti: solo nel 2009, secondo un'indagine della polizia locale, sono stati oltre 700 gli arresti dovuti a questa faida. Una catena di episodi violenti interrotta solo dal fallimento dei Rangers. Che quei nemici cattolici proprio non li hanno mai accettati. Un esempio? Quello di Mo Johnston, amatissimo ex del Celtic acquistato nel 1989. Fu minacciato di morte, i tifosi strapparono gli abbonamenti e non conteggiarono i gol segnati con la maglia della loro squadra. Molto più di un semplice sport. Qui o si è Gers o si è Bhoys.

2. BOCA JUNIORS-RIVER PLATE

È il Superclasico, è l’agonismo allo stato puro. Difficile vivere 90 minuti altrettanto intensi. Non è una città a fermarsi, è una nazione intera. Facilmente ipotizzabile dal momento che il futbol argentino muove i suoi primi passi proprio nel barrio de La Boca. Da una parte gli Xeneises, gli immigrati genovesi fondatori del Boca Juniors, e dall'altra gli inglesi, che mettono in piedi il River Plate. Inizialmente umili, poi ricchi tanto da diventare Los Millonarios. Merito delle cessioni di Di Stefano e Sivori in Europa. Poi però nel 1966 subiscono una clamorosa rimonta in Libertadores dal Peñarol e per i boquensi diventeranno per sempre “Las Gallinas”. Non stupitevi allora di vedere quintali di piume e chicchi di mais buttati in campo o Tevez esultare mimando il gesto di una gallina. Sfottò come le bambole gonfiabili in maglia gialloblù o i 400mila cornetti caldi spediti a casa dei tifosi biancorossi per sottolineare l'infedeltà di mogli e compagne. Questo quando va bene perché, anche se gli scontri negli ultimi anni sono diminuiti con i divieti di trasferta, fanno parte della storia di questa sfida. Il primo derby termina con due morti, quello del 2015 viene sospeso a causa del gas urticante lanciato nel tunnel degli spogliatoi. Non solo uno spettacolo di colori e passione.

1. PARTIZAN-STELLA ROSSA

Arriviamo al termine del nostro viaggio. A Belgrado va in scena il Večiti derbi, il derby eterno. Un’esperienza unica da vivere. I biancorossi del Crvena Zvezda (dalla parte del Ministero degli Interni) contro i bianconeri del Fudbalski Klub Partizan (rappresentanti il Ministero della Difesa). Sullo sfondo una città per anni segnata dalla guerra. Oltre a due delle tifoserie organizzate tra le più temibili al mondo: i Grobari (becchini) del Partizan e i Delije (gli eroi) della Stella Rossa. Tanto feroci da portare, nel 2000, all’interruzione di un derby dopo soli 38 secondi di gioco. Né la prima né l’ultima sospensione. Senza dimenticare il 17enne ucciso il 30 ottobre 1990 da un razzo lanciato dagli spalti. Due tifoserie unite solo nella sfida contro la Dinamo Zagabria di pochi mesi prima, segnata da vere e proprie tensioni nazionaliste. Una partita di calcio trasformatasi nel preludio alla guerra d’indipendenza croata e in un episodio emblematico della fine della Jugoslavia. Praticamente una guerra che coinvolse tifosi, polizia e giocatori. Come Zvonimir Boban, immortalato mentre sferra un calcio a un agente. Amici per una sera, prima di tornare a essere acerrimi rivali.