L'AVVERSARIO - Olimpico snodo d'Europa, incornare la Lazio per continuare a sognare un grande Toro

Pubblicato il 18 aprile alle ore 19.05
19.04.2014 06:30 di  Matteo Botti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Botti / Lalaziosiamonoi.it
L'AVVERSARIO - Olimpico snodo d'Europa, incornare la Lazio per continuare a sognare un grande Toro
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Nonostante anni ed anni di appannamento, in cui il Purgatorio della serie cadetta sembrava oramai esser divenuto territorio casalingo, il Toro è ancora oggi considerato a buon diritto tra i club più blasonati e fascinosi d'Italia. Nella classifica perpetua della massima serie nazionale, che tiene conto di tutti i club che hanno militato perlomeno una volta in Serie A, i piemontesi dell’attuale patron Urbano Cairo stazionano al 9° posto, in virtù delle 69 presenze su 81 edizioni disputate. Palmarés di spessore all’interno dei confini nazionali, quello orgogliosamente mostrato dal Cuore granata: 7 gli Scudetti, a rimpolpare ulteriormente la bacheca di Via dell'Arcivescovado contribuiscono le 5 Coppe Italia, l'ultima delle quali conquistata al termine dell'edizione 1992-93, e la Mitropa Cup (Coppa dell'Europa Centrale) datata 1991. Quanto è complicato dividere la città con il club che domina in Italia. Sognatori con i piedi ben piantati nella realtà. Manovali, operai salariati dinanzi alla razza padrona. Il religioso e fedele supporter granata si rispecchia nelle fattezze dell’uomo di calcio alla guida della monovolume Torino. Giampiero Ventura - genovese di nascita, al terzo anno nell’antica capitale del ducato sabaudo – è probabilmente l’interprete principe, il plasmatore di questa formazione frizzante  e sbarazzina che sta producendo trame di gioco tra le più entusiasmanti del Belpaese. Ha reso solido il molle giocattolo che ha ereditato. Maggiori accorgimenti tattici. Toro pazzo e mai domo. Che si batte, si esalta, mai si smarrisce, nulla lo annienta. L’ultima vittoria contro il Genoa fotografa questa dichiarazione. Sprazzi di calcio totale, si attacca tutti insieme e si ripiega allo stesso modo. Questa la ricetta, semplice solo all’apparenza, dell’ex tecnico di Bari e Pisa onde evitare di precipitare nel baratro dell’insignificanza, per non arrendersi ad un anonimato totale.

EUROPA VICINA - Da quanto tempo manca la ribalta europea nella Torino granata? Toccata e fuga nell’estate del 2002, Coppa Intertoto, viatico d’accesso per la Coppa Uefa. Eliminati gli austriaci del Bregenz, i granata – allora allenati da Giancarlo Camolese – cedettero al terzo turno in casa del Villareal (3-0) dopo aver battuto gli spagnoli in Piemonte per 2-0. Per trovare una partecipazione vera e propria in Europa del Toro bisogna arretrare ancora, stagione ’93-’94. Mister Mondonico condusse i vari Giovanni Galli, Silenzi, Venturin, fino ai quarti della Coppa delle Coppe. Di lì in poi, quanta cadetteria. Su e giù senza sosta, poche le gioie vissute dalla Curva Maratona, molte le controversie. La svolta giunge con la scelta azzeccata del ‘manico’. Giampiero Ventura viene ufficializzato alla guida della formazione di Urbano Cairo il 6 giugno 2011. Le programmazioni spesso funzionano: promozione nella massima serie al primo colpo, stagione di assestamento quella scorsa, senza mai patir troppo per acciuffare la salvezza. Quest’anno l’exploit in campionato. Merito del condottiero, che da sempre infonde nelle proprie squadre la personale tempra. Merito di un gruppo ben costruito e perfettamente collaudato. Questione d’identità. Merito di quelle due schegge impazzite là davanti, i nuovi gemelli del gol, in maglia granata. Ciro Immobile da Torre Annunziata e Alessio Cerci da Valmontone. L’oro granata, l’Italia glieli invidia, Prandelli li coccola. Non è irreale pensare che entrambi, autori di 32 gol in coppia quest’anno, staccheranno il pass per il Brasile. Con buona pace di chi, la maglia azzurra prova a contendergliela a suon di gol. Non abbastanza, evidentemente.

ATTACCO, LA MIGLIOR DIFESA  – Squadra che convince non si cambia. Oppure sì? L’occasione fa l’uomo ladro e a dir la verità è troppo ghiotta per non coglierla. La Lazio fatica dalla cintola in giù, perché non attaccarla con continuità? È questo il pensiero su cui sta ragionando Ventura, che all’Olimpico non disdegnerebbe di presentare una formazione a tre punte. L’assenza del faro del gioco offensivo Cerci, appiedato dal Giudice Sportivo per somma d’ammonizioni, è di quelle pesanti. Per questo il tecnico ligure ha vagliato in settimana al centro d’allenamento Sisport soluzioni alternative e plausibili. Scontata la conferma, dinanzi a Padelli, della difesa a 3 composta da Bovo, Glik e Moretti, davanti la scelta potrebbe ricadere su una coppia in appoggio al capocannoniere Immobile. El Kaddouri potrebbe avanzare il proprio raggio d’azione rispetto alla consuetudine, ballottaggio tra Meggiorini e Barreto per l’ultima maglia. In mediana, solita cerniera muscolare e robusta, costituita da Vives e Gazzi. Sugli esterni, probabile il dirottamente sulla corsia sinistra per Darmian, con l’inserimento del più attendista Maksimovic dalla parte opposta. Poche chiacchiere, solito profilo basso che ha permesso ai piemontesi di scollinare con largo anticipo oltre la quota salvezza. La volata per l’Europa, utilizzando calchi mourinhani, non è assolutamente un'ossessione. È un premio alla stagione, un dolce presente per le idee chiare sempre mostrate. Di qui ad un mese tutto ciò che verrà sarà un surplus. Vuole togliersi soddisfazioni il Toro, ed incornare l’Aquila in casa sua.

PROBABILI FORMAZIONI - Torino (3-4-2-1) Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Maksimovic, Gazzi, Vives, Darmian; El Kaddouri, Meggiorini, Immobile. A disp. Berni, Barreca, Vesovic, Kurtic, Gyas,i Tachtsidis, Barreto. All.Ventura