L'ULTIMA PAROLA - La settima meraviglia della Lazio di Inzaghi

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Sei in campionato, più il trionfo del 13 agosto in Supercoppa. Sette vittorie straordinarie che rappresentano una per una l'essenza della Lazio di Inzaghi (quelle in Europa League, in questa fase, sorprendono meno). Un insieme di componenti fondamentali, assemblate ormai in modo perfetto. Tanta grinta e personalità, e all'Allianz Stadium ce ne vogliono. Ma la qualità vista nel secondo tempo, proprio in virtù della caratura dell'avversaria, questa volta surclassa l'idea banale di una 'Lazio tutto cuore'. Il fraseggio veloce e in verticale tra Milinkovic, Luis Alberto e Immobile, ha reso la manovra biancoceleste davvero devastante nelle situazioni di ripartenza. La spinta costante degli esterni ha poi offerto soluzioni offensive in più allo sviluppo della manovra, costringendo le ali avversarie ad abbassare il baricentro. Celebrare i 15 gol stagionali di Immobile rischia ormai di diventare ripetitivo, ma l'ex Toro quest'anno è davvero devastante: è lui il bomber perfetto per Inzaghi, prezioso nell'aiutare la squadra, letale sotto porta con una percentuale di realizzazione pazzesca. Una squadra davvero superlativa, che viola finalmente il fortino bianconero a distanza di ben 41 gare (era il 23 agosto 2015, ko interno contro l'Udinese), sfatando quel lungo tabù datato 2002. La sbavatura nel finale con il rigore causato da Patric poteva vanificare la grande prova di tutta la squadra. Ma quando tutto il collettivo gira alla perfezione anche il singolo, quasi per una strana osmosi calcistica, è portato a dare qualcosa in più. Ecco allora Strakosha vestire i panni di Superman, neutralizzando il penalty di Dybala dopo la frittata sfiorata nel primo tempo su Higuain. Tre punti che possono rivelarsi un macigno nell'economia complessiva del campionato e che lanciano pianamente la Lazio in lizza per un posto Champions. Sono i biancocelesti ora la squadra da battere per il quarto posto.