Lazio 6 splendida: con il Verona vittoria e allungo Champions

22.03.2015 22:39 di  Matteo Vana  Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
Lazio 6 splendida: con il Verona vittoria e allungo Champions

Sesta vittoria di fila, questa Lazio non conosce limiti. Anche il Verona, capace di battere il Napoli, deve inchinarsi di fronte allo strapotere biancoceleste. Bastano 5 minuti al protagonista di questa rincorsa per sbloccare il risultato, è sempre Felipe Anderson che aggiunge al proprio repertorio anche il colpo di testa: 9 gol per l’ex Santos, primo con la maglia bandiera. E’ un dominio laziale, in chiusura di primo tempo arriva anche il raddoppio con una bomba di Candreva, toccata in maniera impercettibile da Mauri, che buca le mani di Benussi. Il secondo tempo è una passerella per gli uomini di Pioli, l’attenzione si sposta sugli altri campi. Il Napoli non va oltre il pari, la Sampdoria vince ma rimane a distanza di sicurezza. L’unica nota stonata è la vittoria della Roma, ma per il sorpasso c’è tempo.

FORMAZIONI – Tutto confermato, l’unica assenza è quella di Cataldi nell’undici titolare che scende in campo contro il Verona. Tutti in campo i tenori biancocelesti, Mauri, Anderson e Candreva dietro il soprano Klose. Mandorlini deve rinunciare a Sala e Gomez, squalificati, ma c’è lo spauracchio Toni. Non si farà mai vedere dalle parti di Marchetti.

PRIMO TEMPO – Non può essere lo scoglio veronese ad arginare il mare biancoceleste, lo si capisce fin dalle prime battute. La Lazio carica a testa bassa, il vantaggio arriva quando ancora gli ultimi ritardatari stanno prendendo posto: Basta pennella dalla destra, Felipe Anderson, sempre lui, aggiunge alla sua collezione di gol quello su colpo di testa, la palla bacia il palo ed entra. Il vantaggio carica la squadra di Pioli che continua a spingere, il fortino preparato da Mandorlini è già crollato. L’unica occasione del primo tempo per i clivensi arriva al 12° sugli sviluppi di una punizione: Moras colpisce con il destro, la palla carambola su Parolo ed assume una traiettoria che potrebbe ingannare il portiere, ma non il Marchetti attuale che con la complicità del palo riesce a bloccare. C’è solo una squadra in campo, l’azione che porta al tiro Klose sembra creata alla Playstation. Felipe-Biglia-Klose, tutto perfetto tranne il tiro, Benussi con un po’ di fortuna riesce a salvarsi. La marea laziale non conosce sosta, Biglia prova il tiro a giro, ma c’è la traversa a strozzare l’urlo in gola, poi inizia il duello Benussi-Candreva. L’esterno romano vuole il gol, lo cerca in tutti i modi e lo trova nel modo che gli è più caro. La memoria corre alla punizione che sancì il pareggio nel derby di qualche anno fa, deve averlo pensato anche il numero 87 andando sul pallone: stessa esecuzione, stavolta però nessuna papera del portiere, il merito è tutto del laterale biancoceleste anche se c’è un tocco di Mauri. Alla Lega l’ardua sentenza.  Il primo tempo finisce qui,  la Nord canta, i giocatori escono dal campo in trionfo.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio per i due allenatori, impossibile per la Lazio di Pioli fare meglio. Mandorlini prova a scuotere i suoi con qualche cambio, entrano Brivio e Nico Lopez, ma la musica non cambia. I protagonisti sono sempre gli stessi, Felipe Anderson intercetta e mette le ali agli scarpini: 60 metri di corsa e tiro dal limite, Benussi tocca quel tanto che basta per far sbattere la sfera sulla traversa la seconda volta nel match. Il duello si rinnova due minuti dopo, ma stavolta il brasiliano non centra neanche la porta. Si rivede Lulic, il suo ingresso al 71° è più che un premio a chi ha scritto la storia laziale, poi è la volta di Keita che prende il posto di Klose. Quando il match non ha più nulla da dire Pioli concede la standing ovation a Felipe Anderson, premio più che meritato, il brasiliano ringrazia e la Nord gli dedica il coro. E’ l’ultima emozione di una partita dominata, il sorpasso ancora non c’è, ma poco importa; il Napoli, complice il pareggio con l’Atalanta dello zio Reja è lontano 5 punti, la Samp dell’ex Mihajlovic è a 4 lunghezze, la Roma, nonostante la vittoria è a un tiro di schioppo. Anche il destino sembra gradire le tinte biancocelest.