Lotito: "Tavecchio uomo del fare, non del parlare. La scorta? Non mi sento in pericolo"

Il giorno dopo l'elezione di Carlo Tavecchio a presidente della Figc, è tornato sull'argomento proprio il presidente biancoceleste Claudio Lotito, principale sostenitore del neo eletto numero uno della Federcalcio, intervenuto nel corso della trasmissione Millennium, in onda su Rai Tre: "Tavecchio ha dimostrato di avere grandi capacità manageriali. Ha patrimonializzato la Serie Dilettanti. È l'uomo del fare,  non del parlare. Ha fatto costruire due ospedali in Togo e ha tre bambini adottati di colore, negli ultimi 25 anni ha fatto considerazioni opposte. Si trovava in un contesto diverso, parlava a braccio da un'ora e mezza e ha un fratello in coma. Ha avuto una defaillance di linguaggio che lo ha portato immediatamente a smentire il significato delle sue parole. Si è scusato subito, quello che conta nella vita sono i fatti. Imputare a un presidente della Federazione il dover comminare sanzioni è totalmente sbagliato. Le pene non le commina il presidente della Figc. C'è stato un processo di mistificazione mediatica e di killeraggio. Il latino? Ha un vantaggio - prosegue il patron biancoceleste -, cioè è una lingua icastica, rende bene l'idea con le parole". In riferimento poi alle sue dichiarazioni a sfondo politico rivela: "Non ho mai detto che avrei risolto quasi tutti i problemi dell'Italia se fossi sceso in campo". Poi sulla questione del mezzogiorno: "Ci sono tutte le condizioni per fare impresa sana in Sicilia. Chi fa impresa deve mettere a disposizione risorse per fare occupazione in cambio di un tornaconto, anche limitato". Chiosa finale poi sui sulla necessità di vivere con la scorta: "Viaggio con la mia automobile privata. Non mi sento in pericolo, gli altri dicono che lo sono; per questo mi è stato assegnato un dispositivo di sicurezza".