ESCLUSIVA - Macheda: "Sono pronto per una nuova avventura. Un giorno vorrei tornare alla Lazio"

Pubblicato ieri alle 08:30
04.06.2018 06:45 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Andrea Marchettini-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Macheda: "Sono pronto per una nuova avventura. Un giorno vorrei tornare alla Lazio"
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Se si pensa ai giovani talenti inespressi del calcio contemporaneo, non si può dimenticare Federico Macheda. Quasi undici anni fa avvenne il passaggio dalle giovanili della Lazio a quelle del Manchester United. Accompagnato dal rammarico del popolo laziale, consapevole di essersi fatto sfuggire l’ennesima promessa italiana, e dalle polemiche societarie, relative alla legge che non permette agli under 16 di firmare contratti professionistici. Macheda approda alla corte di Sir Alex Ferguson all’età di 16 anni e dopo pochi mesi esordisce in Premier League (al posto di un certo Nani), realizzando il gol decisivo per la vittoria dei Red Devils. Stesso copione alla sua seconda apparizione nel campionato inglese: risultato bloccato, entra in campo e decide la partita. Appare a tutti un predestinato. Poi quel qualcosa di magico si interrompe, iniziano i vari prestiti in giro per l’Europa (Sampdoria, QPR, Stoccarda, Doncaster, Birmingham, Cardiff, Nottingham Forest) segnati da una forma fisica discontinua fino a tornare nel dicembre 2016 in Italia. Il Novara gli offre una nuova opportunità per rilanciarsi, lui la afferra al volo e torna a giocare a livelli importanti. Anche in Piemonte però il percorso finisce male, con la retrocessione del club in Lega Pro e un Chicco Macheda che non riesce ad esprimere a pieno il suo indiscusso valore. Il centravanti di fede biancoceleste è intervenuto ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it per analizzare il suo delicato momento da professionista.

Partendo dall’annata giunta al termine, non è arrivata la salvezza nel campionato di Serie B con il Novara. Cosa non ha funzionato e come giudichi la stagione dal punto di vista personale?

“Sinceramente avevamo altri obiettivi, ma non siamo riusciti ad ingranare ed è stata davvero un’annata storta. Dispiace molto perché la piazza non se lo merita e neanche il gruppo composto da brave persone. Personalmente mi sento di dire che i primi sei mesi siano andati alla grande, poi quest’anno avevo altre aspettative, ma non mi è stata data la giusta continuità e questo mi ha penalizzato. Non mi sono mai sentito al centro del progetto e per un giocatore come me è fondamentale la fiducia”.

Ripercorrendo in breve la tua carriera: dalla Lazio al Manchester United il tuo destino sembrava segnato. Poi i vari prestiti e la mancata consacrazione. Cos'è successo?

“C’è da dire che i problemi fisici mi hanno accompagnato per diversi anni. Dai tempi di Manchester per sei anni non sono mai riuscito a giocare una stagione intera a causa degli infortuni. Ora però mi sento molto bene, quest’anno mi sono allenato con continuità e sono sicuro che si tratti solo di prendere il treno giusto per dimostrare quanto valgo. Sono convinto di essere un giocatore con molte qualità e con l’ambiente giusto, un pizzico di fortuna, potrò dimostrarlo a tutti”.

Si è parlato di un interesse della Salernitana. Pensi che possa essere la piazza giusta per ritrovare le motivazioni e perché no, per cercare di rientrare un giorno alla Lazio?

“Sì, ho letto anche io qualcosa a gennaio. Ma credo che si tratti solo di voci di mercato, perché di concreto non c’è nulla per ora. È chiaro che la Lazio sia un punto di arrivo per qualsiasi giocatore, a maggior ragione per me che ne sono un tifoso da sempre. Sarebbe il massimo per me”.

Che ne pensi del campionato della Lazio di quest’anno. Il mancato approdo in Champions League è un fallimento o resta solo una delusione?

“Assolutamente non si può parlare di fallimento. La Lazio meritava di stare in Champions almeno da due mesi. Purtroppo si è arrivati alle ultime due partite a giocarsi tutto e qualcosa non ha funzionato. La stagione tuttavia rimane ottima e forse senza i torti arbitrali a quest’ora sarebbe qualificata in Champions”.

A Manchester hai conosciuto il vero Luis Nani: come ti spieghi il fatto che alla Lazio non sia riuscito a lasciare il segno?

“Non saprei, un’analisi difficile da fare. Nani è un grandissimo giocatore, non lo devo dire io, ma è anche vero che in Italia non è facile ambientarsi dal primo anno. Inoltre quando è arrivato a Roma non era al top della forma fisica e quando è tornato a livelli accettabili ha trovato di fronte a sé una concorrenza spietata con calciatori che giocavano a memoria”.

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