ESCLUSIVA - Pereirinha: "Vado via senza rimpianti! Felipe come un fratello, Petkovic l'unico ad aver creduto in me"

Pubblicato ieri alle 20.30
19.07.2015 07:05 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe/Daniele Rocca-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Pereirinha: "Vado via senza rimpianti! Felipe come un fratello, Petkovic l'unico ad aver creduto in me"
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© foto di Federico De Luca

Se n'è andato come è arrivato. Sempre in punta di piedi Bruno Pereirinha. Mai una parola fuori posto, mai un eccesso. Anche sulla sua professionalità Petkovic ha costruito la meravigliosa epopea del 26 maggio. Professionista esemplare, nonostante il poco spazio e gli infortuni che ne hanno condizionato il rendimento. Arrivato nel gennaio del 2013, ha collezionato 27 presenze in due anni e mezzo di Lazio. L'esordio da incubo alla Scala del calcio (3-0 contro il Milan) episodio sfortunato di una carriera in biancoceleste mai decollata. Che ha voluto ripercorrere ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it.

Nella Lazio non hai mai giocato esterno d'attacco, il tuo ruolo naturale. Ti dispiace per questa decisione?

"No, non sono dispiaciuto. Quando ho firmato con la Lazio sapevo che avrei fatto il terzino. Ruolo che negli ultimi due anni avevo ricoperto anche nello Sporting Lisbona."

All'esordio col Milan contro El Shaarawy non pensi che Petkovic dovesse preservarti da una brutta figura?

"È stata una brutta partita per tutta la squadra. Giocare contro quel milan era molto più difficile rispetto a quello di oggi e poi ha pesato moltissimo l'espulsione di Candreva nel primo tempo."

Passiamo agli allenatori: Petkovic, Reja e Pioli. Che rapporto hai avuto con loro? Con quale ti sei trovato meglio?

"Ho avuto un rapporto normale con tutti loro. Petkovic è stato quello che mi ha dato più fiducia, ma ho imparato tanto anche con Pioli."

A proposito di rapporti umani. Com'era il tuo feeling con i giocatori brasiliani della Lazio. Con chi hai legato di più?

"Avevo un bellissimo rapporto con tutti i brasiliani. Prima con Andre Dias ed Ederson, poi con Felipe Anderson e Mauricio. Quello con cui ho legato di più è stato Felipe Anderson, ci vedevamo spesso anche al di fuori del campo."

All'Olimpico hai sempre ricevuto il sostegno incondizionato di una parte dello stadio: la Tribuna Tevere. Che ci puoi dire in merito a questa curiosità?

"Sicuramente ha contribuito il fatto di giocare sulla fascia e magari avranno apprezzato le mie prestazione quando giocavo sotto di loro."

Anche se sei rimasto in panchina, tu hai avuto l'onore di vestire la maglia della Lazio il 26 maggio 2013? Che ricordi hai di quel giorno storico?

"È stata una giornata bellissima, con tanta tensione. A Roma non si parlava d'altro e dopo la partita la città era impazzita. Vincere quel giorno ci ha fatto entrare nella storia e tutti quanti siamo orgogliosi di esserci stati."

Lo scorso anno durante il ritiro sei stato il capocannoniere, ma durante l'anno hai giocato poco. Come mai? Cosa ti ha detto Pioli?

"Pioli ha parlato direttamente con me alla fine del ritiro in Germania: mi ha detto che non avrei avuto molto spazio, ma era troppo tardi per cercare un'altra squadra. Alla fine sono rimasto e ho lavorato tanto per guadagnarmi la fiducia di Pioli. Quando ho avuto l’opportunità di scendere in campo ce l’ho messa tutta, ho giocato sempre bene. A mio parere meritavo maggiore continuità. Però è lui il tecnico e dobbiamo rispettare le sue decisioni."