Hoedt difende il calcio italiano: "Vedete una partita qui, poi parlate. E sulle barriere all'Olimpico..."

Pubblicato il 16/11 ore 13.50
18.11.2016 09:20 di  Francesco Tringali   vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori/Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it
Hoedt difende il calcio italiano: "Vedete una partita qui, poi parlate. E sulle barriere all'Olimpico..."
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© foto di Federico Gaetano

AGGIORNAMENTO DEL 18/11 ORE 09.20 - Arrivano altre parole di Wesley Hoedt dall'Olanda. Nell'intervista ai microfoni di Voetbal International, il difensore olandese ha indossato i panni di ambasciatore del calcio italiano rispondendo alle critiche che lo circondano: “Tante persone conoscono il calcio italiano solo allo stato attuale. Lo giudicano, senza aver mai visto una partita qui. Negli stadi italiani è un’esperienza unica, allora dico di viverla prima di parlare”.Situazione diversa a Roma, dove le barriere divisorie hanno scatenato le proteste dei tifosi. Hoedt espone le ragioni dei supporters capitolini: “I tifosi della Lazio sono arrabbiati perché, per motivi di sicurezza, la curva è stata divisa in due diversi settori. Semplicemente non lo accettano. Erano abituati a tifare e vivere insieme la partita, ma non possono più farlo a causa delle barriere. Così non andare allo stadio è la loro presa di posizione. Tra l’altro c’è anche una contestazione contro la presidenza. Questo avviene in molti club italiani”.

E' una crescita esponenziale quella di Wesley Hoedt: dalla Lazio all'Olanda Under 21, il difensore si sta ricucendo ovunque un ruolo da protagonista. L'obiettivo ora è quello di conquistare la nazionale dei grandi e magari far coppia anche lì con un certo Stefan de Vrij. Fonte inesauribile di consigli e dettami tattici utili alla sua crescita. Wesley ha imparato a conoscere la Serie A e ora ne descrive le differenze con le Eredivise, ai microfoni di Voetball International: "Il calcio qui è cultura, politica, odio e amore: per questo ha davvero il suo fascino. L'Eredivisie è un grande campionato, ma intorno ad esso c'è poca storia. Lì il calcio è novanta minuti a settimana, in Italia invece si vive per sette giorni su sette. La Serie A ha molte dimensioni diverse, come nei Paesi Bassi, i giocatori giovani e meno giovani sono messi sullo stesso piano, anzi a volte il giovane è preferito per il suo potenziale. Mi sono dovuto abituare molto a questa dimensione e sono orgoglioso di quanto fatto fin qui. Sono venuto l'anno scorso a parametro zero dall'AZ, quindi non essendoci stato alcun investimento non c'era nessuna pressione per farmi giocare. Eppure oggi si contano ben quaranta partite con la Lazio...". E sull'Olanda dei grandi: "Mi piacerebbe tanto essere convocato dal ct Blind. Sto facendo del mio meglio, sarebbe un riconoscimento troppo importante. Se continuo a esprimermi a questi livelli penso che una chiamata arriverà".

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