L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Torino - Un monumento al centrocampo, please

27.10.2014 11:42 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Torino - Un monumento al centrocampo, please
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© foto di Federico Gaetano

Un mese fa, una parola iniziava già a serpeggiare accanto al nome di Stefano Pioli. La richiesta di "esonero" veniva brandita con leggerezza disarmante, con acredine frettolosa e ingiustificata. La doppia sconfitta con Genoa e Udinese, per carità, raccontava di una Lazio malinconica, capace di raccogliere miseri tre punti nelle prime quattro giornate. Ma bastava questo per augurarsi l'esilio del tecnico di Parma? Era davvero sufficiente un primo vagito stonato per rispedire a casa l'ex Bologna? La risposta è tutta nelle quattro vittorie consecutive centrate dai biancocelesti, in una determinazione collettiva feroce, nei sorrisi dei tifosi che escono soddisfatti dall'Olimpico. E in un gioco che non sarà più spumeggiante come nel primo tempo di Marassi, ma che procura lo stesso entusiasmo in quantità abbondanti. Per un semplice motivo: è un gioco vincente. Non conta che ieri siano servite due punizioni per domare il Toro: la Lazio le occasioni se l'è create indipendentemente dai calci piazzati, a cominciare dal palo colpito nel primo tempo da Candreva. La scorsa stagione, partite come queste sarebbero finite in pareggio. Adesso no, dalla slot machine escono i tre punti. Contro i granata, tuttavia, non è stato la faccia offensiva della medaglia a incantare di più.

DIGHE DI CENTROCAMPO - A impressionare è stata l'interpretazione difensiva da parte del centrocampo. Un'esibizione maiuscola da parte del terzetto collaudato da Pioli. E se Senad Lulic si è distinto principalmente per la continuità d'inserimento in attacco, a dare man forte alla retroguardia ci hanno pensato Lucas Biglia e Marco Parolo. Inutile cimentarsi nel trovare l'espressione più giusta per definire la gara dell'argentino. Gigantesco? Monumentale? Perfetto? Scegliete voi. Oltre al vice-campione del mondo, anche l'ex Parma è risultato decisivo in almeno 3-4 chiusura tempestive. Un uomo ovunque, abile nel farsi trovare al momento giusto proprio dove i granata poteva sfondare la linea Maginot biancoceleste. L'idea di un centrocampo dinamico, duttile nell'interpretare entrambe le fasi, sta sempre più prendendo forma davanti agli occhi di Pioli. Da elogiare la nuova, encomiabile prova di Luis Pedro Cavanda. I mal di pancia arrivano invece da Felipe Anderson: fagocitato dal dirimpettaio di fascia Candreva, il brasiliano è uscito dal cono di luce dei riflettori dopo appena un paio di buoni spunti. Ora starà al mister decidere quanti altri bonus lasciare in dote al numero 7. Nella speranza che la convocazione in Under 21 gli infonda maggior sicurezza nei propri mezzi.