Dabo a tutto tondo: "Che ricordo il 13 maggio 2009! I tifosi? Vergognoso definire un pubblico razzista per degli episodi"

Pubblicato il 30 novembre alle ore 21.20
01.12.2015 07:06 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Dabo a tutto tondo: "Che ricordo il 13 maggio 2009! I tifosi? Vergognoso definire un pubblico razzista per degli episodi"
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© foto di Federico Gaetano

Cinque stagioni in biancoceleste, dopo l'approdo nella massima serie italiana a fine anni '90, in casa interista: per Ousmane Dabo, il primo capitolo nello stivale si tinge di nerazzurro, prima di spostarsi a Vicenza, poi a Parma, poi Monaco e infine di nuovo Vicenza. Tante tappe, per un percorso che conduce sulle rive del Tevere, sponda Lazio: tante casacche da indossare, "è stato difficile, ma mi ha forgiato", racconta Dabo, in un'intervista rilasciata a FrSerieA. Nella quale ha ripercorso la sua carriera partendo dal battesimo a Milano: "Ho vissuto un sogno ad occhi aperti! Ho giocato spalla a spalla con grandi giocatori come Ronaldo o Djorkaeff e Cauet, che tra l'altro, aiutò me Frey, Zoumana Camara, Silvestre a integrarci nel gruppo". Per poi tornare sulle tante esperienze vissute prima di vestire il biancoceleste: "Ho avuto modo di giocare sia a destra che a sinistra, questo mi ha reso più maturo e mi ha aiutato a immagazzinare esperienza giocando, cosa non scontata in quell'Inter stellare in cui mi trovai appena arrivato in Italia". E poi, la Lazio: "Il ricordo più caro? I calci di rigore nella finale di Coppa Italia del 13 maggio 2009! Essere l'ultimo tiratore, salvare un trofeo e riuscire a vincerlo, è stato incredibile. Ed è tanto più sorprendente riuscire in questo a Roma, dove la gente vive il calcio, che è caratterizzato da un enorme fervore popolare. In Italia c'è fervore ovunque, ma come nella capitale, da nessuna parte!". Tra i tanti giocatori che Ousmane ha conosciuto, due erano dei veri e propri fenomeni per il centrocampista ex Lazio: "Di forti ne ho conosciuti molti, ma due spiccano: Ronaldo e Zidane. Penso che Ronaldo sia il miglior centravanti di tutti i tempi. Credo sia anche meglio di Messi e Cristiano Ronaldo. Quanto a Zidane, lui era un genio... in realtà non ho aggettivo per definirlo. Per quanto riguarda il calcio attuale, penso a Pogba. Attenzione, non perché è francese, ma perché lo trovo fantastico". Il prestigio di cui godeva la serie A negli anni '90 si è incrinato: "Diciamo che l'Italia non ha preso la palla al balzo. Avrebbero dovuto rinnovare gli stadi. Oggi gli impianti sono vecchi e meno affollati di prima. Le istituzioni in Italia fanno fatica a prendere decisioni forti che possono portare grandi cambiamenti. Poi c'è sempre un piccolo problema di insicurezza". Sul derby di roma: "La pressione è enorme. Per un giocatore straniero come me è già complicata, quindi immaginate un giocatore nostrano che ha amici sia nella Lazio che nella Roma. Poi i tifosi ti fanno capire quanto sia importante vincere questa partita. Non una settimana prima, ma al momento della firma il contratto (ride). A volte succede che prima della gara si verifichi qualche scontro tra tifosi avversari, ma negli ultimi anni questo accade in forma molto più lieve". Dabo ha commentato un servizio della rete televisiva francese M6, in cui veniva suggerita un'immagine stereotipata del tifoso romano, identificato come violento, fascista e razzista. L'ex biancoceleste, ancora una volta, ha preso le difese dei sostenitori capitolini stigmatizzando lo speciale: "E' stato un report disonesto, con una documentazione fuorviante e scorretta", risponde duramente. "C'erano immagini di Bergamo, di scontri a San Siro, mentre il servizio riguardava Roma e il suo "lato oscuro". Poi è una vergogna tacciare un pubblico come fascista o razzista quando questo problema certamente esiste, ma riguarda una minoranza. E 'come se accusassimo i tifosi del PSG di essere nazisti solo perché ci sono stati casi nella Tribuna Boulogne. Insomma, è stata una pessima pubblicità per Roma, e non rappresenta ciò che ho vissuto nella Città Eterna. Il calcio è poi manipolata da politici, da qualche parte è il riflesso della società. Certo non nego i problemi, ma io dico che non bisogna generalizzare", ha dichiarato con encomiabile oggettività. Anche perché, gli insulti razzisti non sono sgradevoli episodi esclusivi della capitale: "I versi delle scimmie li ho sentiti e posso sentirli ovunque. Non capitano solo in Italia, episodi del genere sono successi anche in Francia o in Spagna. A volte è capitato anche da parte dei sostenitori laziali, ma mi spiegarono fosse solo un tentativo di destabilizzare l'avversario. Quando è successo, ho parlato con i tifosi, anche con i capi ultras, chiedendo loro di partecipare in altro modo, con fischi e cori. E loro sono molto aperti, avevamo un buon rapporto. Naturalmente, anche se era per pura provocazione, questo atteggiamento mi aveva toccato a fondo, mio padre è nero: anche se non ero io il bersaglio, mi infastidiva. Ma la tifoseria della Lazio vive completamente il calcio e la sua squadra. Sono degli ottimi sostenitori: ogni francese che ha giocato lì vi dirà lo stesso, chiedete a Saha, Cissé o Ciani!". In chiusura, Ousmane Dabo ha raccontato del suo presente: "Ho aperto una scuola calcio a Ziguinchor, in Senegal. I giovani possono svolgere le attività in buone infrastrutture piuttosto che sulla terra. Ho intenzione di installare un campo sintetico con l'aiuto degli sponsor. I giovani migliori, che possono avere un futuro in ambito professionistico, proviamo a proporli a club senegalesi o europei. Noi li accompagnamo, supportandoli in questo".