ESCLUSIVA Radiosei - Agroppi: "I laziali devono fare un patto di amicizia con la società. Tavecchio? Con lui non cambia nulla"

16.10.2014 19:50 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Agroppi: "I laziali devono fare un patto di amicizia con la società. Tavecchio? Con lui non cambia nulla"
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© foto di Giacomo Morini

Una vita totalmente dedicata al calcio, sia giocato che in panchina. Cinque presenze in Nazionale e un carriera da calciatore sparsa per l’Italia: da Genova a Terni, da Perugia a Potenza.  E’ un Aldo Agroppi a 360 gradi quello intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radiosei 98.100.

Qual è la cosa che più la infastidisce nel mondo del calcio?

"Del calcio mi sta infastidendo tutto, ad esempio Nicchi, il presidente degli arbitri. L’anno scorso, con arbitraggi scandalosi, li ha difesi. Anche la volta scorsa che ha difeso Rocchi. Capisco l’abnegazione, l’amicizia e quant’altro ma Rocchi è indifendibile. Basterebbe dire che non è andata a bene, pensa di prendere tutti per i fondelli. Fra le altre cose non era neanche un arbitro capace. I nostri stadi sono fatiscenti, sei certo di entrare ma non di uscire. Ci sono gruppi di teppisti, ci penso due volte per entrare. Poi ci sono arbitri che non fanno bene il loro lavoro, a volte sembra che ci sia una sudditanza già prima di entrare. Il calcio italiano è calato di valore, non è tecnicamente valido. Una volta i giocatori venivano perché affascinati dal nostro campionato. Pensiamo al S. Nicola, lo stadio di Bari ha la pista d’atletica, ma quante gare d’atletica hanno fatto? Anche l’Olimpico è così. I nostri stadi non sono più accoglienti. Bisogna fare come la Juventus Stadium, è uno spettacolo entrare nello stadio della Juve. L’unica cosa lecita nel calcio è l’illecito. Hanno speso troppo per fare degli impianti che non servivano".

Cosa pensa della nuova politica del calcio?

"Tavecchio sta lì ma non cambia nulla, così come Abete, lui non capisce di calcio. Lotito è un casinista e sa quello che vuole. E’ assurdo non avere un presidente della Federazione che non comprende il calcio. L’ultimo presidente decente è stato Franchi, non è possibile. Il presidente della Federazione dovrebbe sapere cos'è il calcio. Abete ha fatto fare tutto quello che voleva a Prandelli nella preparazione del Mondiale, e i risultati si sono visti. Bisogna saper dire di no.Giocatori con le mogli in ritiro, tante agevolazioni. Poi i risultati sono stati quelli che abbiamo visto. Pure Conte mi ha fatto arrabbiare: abbiamo giocato male con due squadre modeste e lui dice che abbiamo riacceso la fiammella dell’entusiasmo. Non credo sia questo l’atteggiamento. Bastava dire che non abbiamo giocato bene e che era necessario fare punti".

Cosa pensa degli allenatori della Serie A?

"Un allenatore vince se ha dietro una società forte, dei giocatori bravi e un gran impianto dietro. Alcune squadre hanno rimediato agli errori. Pensiamo alla Roma, qualche anno fa arrivò Luis Enrique che non aveva mai allenato, che non aveva idea di cosa fosse il calcio italiano. Gli allenamenti li decidevano i giocatori, ha rotto con i giocatori più importanti e risulati si sono visti. Arriva Garcia e, furbamente, si è organizzato ed ha parlato con i giocatori importanti ed ora la Roma sta facendo bene"

Cosa ne pensi di Pioli?

"Io l’ho avuto alla Fiorentina con un’esperienza negativa come quella della retrocessione. Lui mi ha aiutato ed è stato un amico. Ma quella banda di sgangherati era difficile da gestire, lui mi è stato vicino. Vedendolo crescere ho avuto grande piacere di stare affianco a lui. Lui vive a Roma in una piazza difficile con una tifoseria difficile. Deve avere attributi importanti. Io spero che faccia bene, perché è un uomo di qualità. Non date troppa importanza ai moduli e agli allenatori. Trapattoni mi disse: ‘Se Platini ha la palla fra i piedi, i moduli li fa Platini’. Zeman vive ancora di rendita, puoi fare carriera se hai una squadra forte. Io mi diverto a vedere le squadre di Zeman perché non è il presidente della società che allena. Gli schemi sono tutta aria fritta, quello che conta sono i giocatori bravi, una società forte e la collaborazione. Gli allenatori influiscono sul rendimento di una squadra il 20%/30%. Quando sento parlare del Milan di Sacchi non capisco perché non si dica che è stato il Milan a rendere Sacchi importante ma il contrario".

Crede che la Lazio può tornare in Europa con questa squadra?

"La prima cosa che debbono fare i tifosi è fare un patto di amicizia, non è possibile fare contestazione alle prime difficoltà. L’allenatore ha bisogno di tranquillità per fare bene. Così la Lazio non vincerà mai niente. Devono fare un patto di amicizia per cercare di vincere. Deve funzionare tutto al meglio per poter partecipare, neanche per vincere. I campionati non si vincono solo sul campo ma anche sulla linea del telefono e nei corridoi".