ESCLUSIVA Radiosei - Jacobelli: “Gli episodi arbitrali non possono essere un alibi, ora bisogna vedere la vera squadra”

Pubblicato ieri alle 19.15
02.12.2015 07:15 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Jacobelli: “Gli episodi arbitrali non possono essere un alibi, ora bisogna vedere la vera squadra”
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A Empoli la crisi della Lazio non si è interrotta, anzi probabilmente si è acuita. Una vittoria nelle ultime sette di campionato è un dato allarmante per una squadra partita con obiettivi di vertice. La difficile sfida contro la Juventus diventa fondamentale. Intervenuto sulle frequenze di Radiosei, Xavier Jacobelli, direttore del Corrieredellosport.it e di Tuttosport.com, ha parlato del momento dei biancocelesti. Il giornalista di Begamo è però partito dal big match di ieri sera tra Napoli e Inter: “È stata una gran bella partita. Sono reduce da un forum con Roberto Mancini che si è mostrato fiero e soddisfatto della sua squadra. Il Napoli ha dimostrato di essere una formazione in grande forma e i 18 risultati utili di fila lo testimoniano. L’Inter si è fatta notare però per gioco e determinazione. È un campionato equilibrato, in cui si è registrato il quarto cambio in vetta alla classifica. Si combatterà fino all’ultimo respiro. La Fiorentina è in frenata, ma non è esclusa dalla lotta al vertice. Vedremo cosà accadrà alla Roma vista la crisi, mentre la Juventus sta tornando prepotentemente in corsa”. L’umore è negativo su entrambe le sponde del Tevere: “I risultati sono determinanti per le fortune o meno di un allenatore. Per i giallorossi la tremenda batosta di Barcellona ha inciso sul campionato, con Reja che dato una lezione di tattica a Garcia. La crisi di Roma e Lazio sono due facce della stessa medaglia, per uscirne bisogna contare sull’appoggio e la convinzione dei propri giocatori”. In casa i biancoceleste i dati sono allarmanti: “Mai come in questo caso i numeri schiacciano le parole. La Lazio ha quattro punti in meno rispetto all’anno scorso, ha ottenuto un solo pareggio in quattordici partite ed una vittoria nelle ultime sette di campionato. Perde da quattro trasferte consecutive ed è andata otto volte in svantaggio, solo l’Hellas ha fatto peggio sotto questo ultimo punto di vista. L’infortunio di de Vrij - a cui auguro una pronta guarigione - si è dimostrato molto più pesante del previsto. Incombe la necessità di correre ai ripari. Prima di gennaio, ci sono però ancora partite importanti. Per fortuna i biancocelesti hanno risolto la pratica in Europa League, assicurandosi anche il posto da testa di serie. Oltre alla debolezza difensiva, c’è però una questione psicologica. Dopo la vittoria con il Dnipro - brillante affermazione di un’italiana in campo internazionale - ci si aspettava continuità. L’Empoli di Giampaolo ha tre punti in più di quello di Sarri, ma Lazio non si è battuta come doveva. È vero ci sono stati gli episodi arbitrali, ma non possono essere un alibi. Il rendimento è allarmante, non accadeva dalla retrocessione in B dal 1984/85”. Venerdì sera all’Olimpico arriva la Juventus: “Non è il tempo di aggrapparsi ad attenuanti, bisogna sterzare. Già contro la Juventus che ha sette punti in meno del Napoli e si è già assicurata la qualificazione in Champions League, potendosi dunque concentrare sul campionato. Sarà un brutto cliente e alla squadra di Pioli servirà una prova d’orgoglio. La crisi esiste, ma si può uscire. Manduzkic si è sbloccato, Dybala è diventato inamovibile, la difesa ha ritrovato solidità e Marchisio rappresenta ora il nuovo Pirlo. Stiamo parlando di una squadra in salute, quindi ci sarà bisogno della migliore Lazio. Anche dal punto di vista psicologico, non ripetendo le ultime prestazioni. Ci sono momenti delicati in una stagione, qui si vede la vera squadra”. Infine sul capitolo allenatore e mercato: “È normale che una società in crisi di risultati possa paventare soluzioni alternative. Io insisterei con Pioli perché non è il primo imputato, ci sono delle corresponsabilità. La squadra si deve stringere intorno all’allenatore, non soltanto a parole. Brocchi-Lippi? È un’ipotesi plausibile, anche se ce ne sono diverse. Non bisogna pensare comunque al dopo Juventus, ma alla Juventus. Per quanto riguarda il mercato un difensore è fondamentale. Le 22 reti subite parlano da sole. Questo è il primo reparto da rafforzare. Poi bisogna capire l’affidabilità di Klose. Inoltre bisogna puntare su giovani di valore come Milinkovic-Savic o Keita. Farli a giocare a corrente alternata non porta a molto, bisogna crederci”.