Doppia faccia Lazio, dopo il caos ecco la quiete: contro il Pescara tornano i tre punti

Pubblicato ieri alle 19.58
18.09.2016 06:45 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Doppia faccia Lazio, dopo il caos ecco la quiete: contro il Pescara tornano i tre punti
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Accade tutto in dieci minuti, all'Olimpico: alla sonnolenza inconsistente del primo tempo, la Lazio risponde nella ripresa. Più concreta, bastano tre reti per strappare la vittoria al Pescara e archiviare una pratica che aveva imbrigliato i biancocelesti nei primi quarantacinque minuti. Prima Milinkovic - tra i migliori in campo - poi Radu e Immobile. Una sfida tra amici, si prospettava così alla vigilia: nostalgia dal gusto amarcord in settimana, tra scatti fotografici in Egitto e vecchi ricordi. Quindici anni dopo, uno di fronte all'altro.

FORMAZIONI - Vecchi compagni, certo, ma il campo non perdona: “l'ho già battuto una volta”, dichiara Simone Inzaghi. “Sono legato a questi colori, di cui sono stato anche capitano. Ma domani voglio vincere”, affila i coltelli Massimo Oddo. Contro il Pescara, la Lazio scende in campo rivoluzionata: Biglia non ce la fa, il mister propone un inedito 3-5-2. Difesa già rodata contro la Juventus, Basta in panchina, spetta a Felipe Anderson spingere sulla fascia destra. Dalla parte opposta c'è Senad Lulic, entrambi chiamati a ripiegarsi anche in fase difensiva. Parolo, Cataldi e Milinkovic i tre centrali, parte invece ancora dalla panchina Keita: Inzaghi affida le chiavi del reparto offensivo a Immobile e Djordjevic. Non ha toccato nulla, invece Massimo Oddo. Confermato in blocco, o quasi, il Pescara visto contro l'Inter, schierato in campo con il tanto caro 4-3-2-1. Vince, la Lazio. Tutto da vedere, poi, se abbia anche convinto: gli allarmi scattati dopo la sfida contro il Chievo sono tutt'altro che dissolti, con l'arrivo dei tre punti.

LUCI SPENTE - Avvio timido per la Lazio, accorta nel prendere le misure a un Pescara subito aggressivo. Questione di minuti, però: l'esultanza si spegne in gola al settimo. E' il non-gol di Ciro Immobile, la bandierina segnala fuorigioco e Maresca non convalida. Venti minuti dopo, è Parolo a strozzare gli entusiasmi: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, prova l'imbucata di testa, ma la palla va alta oltre la traversa. Non è il solo a sbagliare, al 35esimo ci pensa Bastos con un fallo in area su Caprari: una spallata, poi una scivolata. Significa giallo e calcio di rigore, un peccato per l'angolano, finora artefice di una buona gara. Per fortuna, l'errore è contagioso: Memushaj dal dischetto non la inquadra nemmeno, la porta. Potrebbe essere la scossa per reagire, ma la Lazio è restia dallo svegliarsi e sembra non liberarsi dal morbo patito contro il Chievo. Qualche occasione, pochi tiri, i biancocelesti sembrano soffrire il cambio di modulo. Tanti errori nei passaggi, solo al 39esimo della prima frazione di gioco una trama offensiva convincente riesce a portare Immobile di fronte a Bizzarri, senza che però il partenopeo riesca a finalizzare. Il Pescara non rinuncia al gioco, ma nel finale sono i biancocelesti a cercare la rete. Finale elettrico anche per Felipe Anderson, fino a quel momento a onorare il soprannome di 'sonolento' guadagnato in Brasile. Duplice fischio, tutti negli spogliatoi: la Lazio non riesce a essere risolutiva, nella ripresa deve fare di più.

TERAPIA D'URTO - Attacco pericoloso per i biancocelesti: quando il Delfino fa capolino nell'area laziale si soffre. Rispondono, però, i capitolini: è Lulic a regalare a Djordjevic un'occasione ghiottissima. Ma niente da fare, il serbo rimane ancora a bocca asciutta. E' la sua ultima mossa, prima di chiudere la partita: Inzaghi lo richiama in panchina e dà finalmente spazio a Keita Balde. Botta e risposta: la Lazio fa la partita, esponendosi però alle ripartenze del Delfino. Al 67simo, il cross di Felipe Anderson: Milinkovic Savic raccoglie di testa e offre una delle sue specialità. E' la rete del vantaggio, con tanto di esultanza spettacolare di Marchetti in capriola. Cinque minuti dopo, il raddoppio: ennesimo calcio d'angolo del match, altro colpo di testa. E' Radu, defilato, a riuscire nell'imbucata. Inzaghi rimette mano agli undici in campo e richiama Felipe Anderson. Non felicissimo della sostituzione, tra l'altro: il brasiliano viene acclamato dal pubblico dell'Olimpico, d'altronde lascia il campo a Dusan Basta nel momento più convincente della sua prestazione. Poi, il solito Keita: una giocata pazzesca, quella dell'ex blaugrana, prima di passare la palla a Immobile che segna la terza rete. Altri abbracci, per il senegalese: nuovi segnali incoraggianti, per mettere finalmente a tacere una telenovela che si è trascinata per tutta l'estate. Milinkovic esausto lascia il posto ad Alessandro Murgia: è l'esordio in Serie A per l'ex Primavera, uno dei vecchi pupilli di mister Inzaghi. E' l'ultima emozione, la partita finisce sul 3-0. Poco gioco, ancora tanto da fare, per i biancocelesti assolutamente discontinui: impalpabili nella prima frazione di gioco, più concreti nella ripresa. Ma arrivano i tre punti, le dichiarazioni di Inzaghi alla vigilia assumono un sapore profeticamente rassicurante.