ESCLUSIVA - A tu per tu con Breno: "Con la Lazio era tutto fatto, mia moglie era già venuta a Roma..."

Si ringrazia Lazio Club Brasile e Raoni Pereira per la traduzione.
Pubblicato il 03/10/2017 alle ore 18.30
04.10.2017 07:38 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - A tu per tu con Breno: "Con la Lazio era tutto fatto, mia moglie era già venuta a Roma..."

La seconda possibilità. Non è per tutti in un mondo spietato come quello del calcio. Eppure quel treno che passa una volta sola concede a volte rare eccezioni per chi è disposto a rimettersi in gioco e a far tesoro degli errori passati. La storia di Breno Vinicius Rodrigues Borges, noto semplicemente come Breno, può essere un ottimo esempio con lieto fine. Chi è costui? I più attenti alle questioni di mercato avranno già riavvolto il nastro all’estate del 2012. L’ex difensore del Bayern Monaco era praticamente già un giocatore della Lazio, ma il verdetto della corte distrettuale di Monaco del 4 luglio 2012, a seguito dell’incendio doloso che ha distrutto la sua villa in Germania, lo condannò a 3 anni e 9 mesi di carcere. Il principio di un incubo, terminato soltanto il 19 agosto 2013, quando viene scarcerato per buona condotta dalla Prigione di Stadelheim nella quale era detenuto. Dopo due anni di semi-oblio in Brasile con il San Paolo, Breno ritrova il sorriso a Rio de Janeiro con la maglia del Vasco da Gama. In bianconero è rinato, e ora si gode una seconda gioventù: “E pensare che ero arrivato solo per fare numero…”. L’inferno della detenzione è alle spalle, il purgatorio dei recenti problemi fisici sono già un ricordo. Finalmente il paradiso dei colori di Rio fanno da cornice ad una nuova avventura da protagonista. Intervenuto in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it, Breno è tornato sulla vicenda del suo mancato trasferimento in biancoceleste, lanciando tra le righe anche un messaggio al ct della Seleção Tite:Avevo firmato un pre-contratto di 5 anni con la Lazio, mia moglie andò anche a Roma per vedere la casa, ma purtroppo quella situazione (l'incendio e il conseguente processo, ndr) fece rompere il contratto. Volevo tanto andarci perché mi piace il calcio italiano. Adesso con più maturità sarei in grado di vivere in qualsiasi paese del mondo. Mi sono pentito per quello che è successo. Mi piacerebbe tornare a giocare in Europa e mia moglie sa già che questo è un mio desiderio. Ma dopotutto quale giocatore qui in Brasile non vorrebbe giocare in Europa? Sono giovane, ho 28 anni, ho ancora un futuro davanti e non c'è più l'alcool nella mia vita. Solo Dio sa quello che succederà”.

“MI ISPIRO AI DIFENSORI CHE SANNO IMPOSTARE” – Un centrale granitico, ma elegante e dal piede educato. Sicuramente vicino ad un’idea moderna di calcio: “È difficile dire quale sia il difensore a cui mi ispiro di più. Ce ne sono tantissimi bravi sia in Europa che qui in Brasile. Per esempio Piqué, giocatore straordinario, come lo sono Thiago Silva, David Luiz e Marquinhos. Mi piacciono i difensori che hanno qualità tecnica, che escono bene palla al piede e che non ‘menano’ soltanto. È bello veder giocare un difensore con queste caratteristiche. Anche qui in Brasile ci sono molti difensori di qualità, per esempio Anderson Martins (classe ’87, ndr) con cui gioco insieme. È molto bravo con i piedi, sa impostare, ma ce ne sono tantissimi altri di qualità, è impossibile citarli tutti. In sostanza, preferisco quei difensori che giocano la palla e non spazzano mai se non in estrema necessità”.

“AL VASCO ERO ARRIVATO SOLO PER FARE NUMERO, E INVECE…” – Una nuova casa, il Vasco. Una grande famiglia, quel che ci vuole per tornare a sorridere: “Il futuro? Voglio guardare prima al presente. Il periodo trascorso al San Paolo per me è stato molto deludente perché pensavo di poter giocare e invece non è stato così. E poi ad un tratto nella mia vita è arrivato il Vasco da Gama. E pensare che tre giorni prima di venire qui stavo per firmare con l’Atletico Goianiense! Ho accettato l’offerta di questo club storico, sapendo che avrei dovuto solo fare numero. Non potevo essere titolare, anche perché ero reduce da alcuni infortuni e avevo passato molto tempo fuori dal campo. Ma tutto questo mi ha spinto ad allenarmi con maggior convinzione giorno dopo giorno per ritagliarmi un mio spazio. Oggi sono davvero felice, mi hanno accolto benissimo facendomi sentire subito a casa. Sto avendo una buona continuità e da quando sono arrivato ho avuto solo un infortunio che ho già superato benissimo. Grazie a Dio posso ora aiutare il Vasco nel modo migliore”

IL SOGNO SELEÇÃO – Un passo alla volta, ma con l’ambizione tipica di un predestinato. Ora il sogno verdeoro non è più un’utopia: La Seleção? Sì, ci penso eccome! Ma so bene che l’unico modo per farne parte è dare il massimo con la maglia del Vasco. Non serve a niente pensare alla nazionale se prima non ti concentri sul proprio club di appartenenza. Un giocatore punta sempre al massimo per migliorarsi e io sono uno di questi! Cerco sempre la perfezione! Per il futuro mi affido a Dio, il mio procuratore sta parlando con il Vasco per rinnovare il contratto per il prossimo anno. Vediamo cosa succederà, ma tutto dipende da me. Devo dimostrare di meritarmi la fiducia del mio allenatore e poi, chi lo sa, anche quella di Tite”.

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