FOCUS - Che Maravilla questo Keita! Lo spaccapartite è tornato a incantare...

Pubblicato il 5/10 alle ore 22.10
05.10.2015 07:40 di  Marco Valerio Bava  Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Che Maravilla questo Keita! Lo spaccapartite è tornato a incantare...
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© foto di Federico Gaetano

Gli sta riuscendo con una certa frequenza: entra e cambia volto alla partita. Gol o giocate decisive, poco cambia, Keita Baldé si sta prendendo la scena, quella che tutti erano sicuri sarebbe stata sua già nella passata stagione. Il suo primo anno tra i grandi fu folgorante, cinque gol in campionato e uno in Europa League cominciando a giocare con continuità solo a dicembre. Nessuna difficoltà nel passaggio dalla Primavera alla prima squadra, nessun contraccolpo subìto dalla stellina spagnola cresciuta nella Cantera del Barça. Gol e giocate geniali, dribbling e una velocità staordinaria. Incantava Keita, cresciuto alla corte blaugrana ispirato, però, da Cristiano Ronaldo. Lo sganciò Petkovic, Reja lo gestì con intelligenza, smentendo chi lo accusava di non saper assecondare la crescita dei giovani. Il primo gol in campionato arrivò all'esordio da titolare, il 10 novembre 2013, a 18 anni e otto mesi. Benzina su un fuoco già accesso. Su Keita i riflettori erano accesi da tempo, in Primavera mostrava colpi fuori dal comune, decideva le partite da solo, come un adulto in mezzo ai bambini. Era lui la stella dalla quale sembrava dovesse ripartire Pioli lo scorso anno. Ma il calcio è materia semplice solo all'apparenza, non basta un talento sconfinato per essere grande, per avere cucita addosso la maglia da titolare. Pioli lo ha gestito, lo ha coltivato in allenamento, ha lavorato sulla testa del ragazzo, sulla sua capacità di giocare senza palla, di muoversi negli spazi e non solo palla addosso. In lui vedeva limiti tattici più che caratteriali.

Keita ha sopportato in silenzio, ha trovato il primo gol in campionato solo a cinque giornate dal termine, sempre contro il Parma. Ancora i ducali nel suo destino, ma un anno e mezzo dopo, la stella del giovane spagnolo sembrava aver perso la sua luce accecante. L'esplosione dell'amico Felipe Anderson gli aveva tolto spazio, la cura Pioli aveva spento l'entusiasmo accumulato l'anno prima. Keita ha pensato all'addio tra giugno e luglio. Un pensiero sfociato in richiesta esplicita dopo Shanghai. Il ragazzo - dopo un precampionato vissuto da protagonista - si scalda per diversi minuti ma non entra in campo, nemmeno con la Lazio sotto nel punteggio. È la goccia che fa traboccare il vaso. Sono dieci giorni di fuoco, Lotito è restio a cederlo, non vuole perderlo, ma l'agente spinge per trovare una soluzione diversa da quella laziale. Si fanno sotto Bayer Leverkusen, Inter e Aston Villa, ma nessuno arriva ad offrire i 18 milioni richiesti dal patron biancoceleste. Valutazione che lievita dopo il super gol realizzato nella gara d'andata contro il Bayer. Se prima era restio ad accettare offerte, adesso Lotito non vuole sentire ragioni. Keita deve restare, questo il messaggio che arriva dalla società. Pioli, intanto, ne apprezza i progressi tecnico-tattici, comincia a impiegarlo con continuità. Lo spagnolo si adatta a giocare da falso nueve, ma è da esterno offensivo che diventa devastante. A Verona entra e guadagna rigore dopo 30" dando il via alla rimonta, contro il Saint-Étienne una sua discesa porta al terzo gol di Biglia, contro il Frosinone s'inventa un diagonale letale che butta giù il fortino eretto da Stellone. Gol e corsa sotto la curva. Una rasoiata che è una liberazione, acuto in campionato che gli mancava dal 29 aprile scorso. Una vita per il giovane Keita che, a 20 anni, ha ripreso quel discorso intrapreso quando era appena maggiorenne e che sembrava ormai essersi interrotto. Sembrava. Appunto. La stella di Keita è tornata a brillare. Più luminosa che mai.