FOCUS - Sfida all'Inter dal sapore amarcord. Mancini: "Lazio, eccomi"

16.12.2014 12:32 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Sfida all'Inter dal sapore amarcord. Mancini: "Lazio, eccomi"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Di nuovo uno di fronte all’altro. Perché spesso, il calcio, ti riserva lo specchio della storia. E quella della Lazio, di storia, lunga 115 anni, l’ha scritta anche Roberto Mancini. Il Mancio anni '90, calciatore formidabile, è tornato sulla panchina dell’Inter per risollevare le sorti e il morale di un indonesiano diventato presidente. Lui, profilo da Internazionale, dopo le ultime esperienze al Manchester City e al Galatasaray, ha accettato di sedersi su una delle panchine più scomode d'Italia. Domenica sfiderà il passato, quello che a cavalcioni dell’Aquila, l’ha portato ad essere uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi.

TACCO DIECI - I Gemelli del gol, Vialli&Mancini, la coppia d’attacco che ha permesso alla Sampdoria di vincere uno Scudetto e altri trofei sotto la guida di Boskov, nell’annata 1990-1991. “Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili”, scherzava Vujadin mentre portava i doriani allo storico trionfo. C’era da soffrire, ma anche da esultare. Mancini fa 424 presenze e 132 gol, con una dieci che non pesa mai sulle spalle di uno con le sua qualità. Poi finisce il tempo d’oro a Genova e approda alla Lazio. È il 1997, a Roma ci rimarrà fino al trionfo del tricolore del 2000. Campione d’Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA contro l’armata del Manchester United, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Mancini si distingue per classe ed eleganza. Sempre ordinato, la maglia nei pantaloni esce solo con gli strattoni degli avversari quando si invola verso la porta E poi è l’eroe dei derby. È il 6 di gennaio, ma la Befana a Roma non conta. Si gioca una partita che la Lazio vincerà per 4-1. Boksic, Jugovic, Mancini e Fuser. E che gol il Mancio, con uno Zeman giallorosso che fumava nervoso in panchina. Ma la specialità è sempre stata il colpo di tacco. In un’altra stracittadina, finita 3-3, trova il gol di spalle su imbeccata di Mihajlović. Non è finita. Ancor più memorabile è la rete, sempre di tacco, ma questa volta in acrobazia, contro il Parma. Con Buffon che fa ancora fatica a riprendersi.

TORNA A CASA MANCIO - Gli scarpini sono al chiodo. Sullo sfondo si intravede una bacheca piena di trofei. Roberto Mancini torna a Roma da allenatore per il biennio 2002-2004. La società è in confusione finanziaria, lui la porta a vincere una Coppa Italia. Le strade poi si dividono, c’è l’Inter dei tre scudetti, scuciti e cuciti su diverse stoffe. Poi l’esperienza english, al City degli sceicchi con una vittoria in Premier League e tanti altri trofei. Ma è un allenatore sempre in cerca di sfide. In Turchia, al Galatasaray, vince una coppa nazionale prima di abbandonare il club esercitando una clausola nel suo contratto. Il riposo. Poi di nuovo l’Inter. Con i nerazzurri sfiderà la sua Lazio. "È una gara importante, vincere significherebbe chiudere con due successi consecutivi e non sarebbe male per il morale, ma dobbiamo lavorare sotto tanti aspetti". Due squadre in cerca di punti, con una mano sul cuore. Perché un Mancini è per sempre.
 

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