Lazio, cos'hai? Il Chievo cala il poker, biancocelesti a pezzi

30.08.2015 22:42 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, cos'hai? Il Chievo cala il poker, biancocelesti a pezzi

Che l’ultimo giorno di mercato porti uno psicologo alla Lazio (e non solo). Il mancato approdo ai gironi di Champions contro il Leverkusen ha creato uno choc incredibile. Le tre aspirine marcate Bayer non rimettono in piedi una Lazio bruttissima contro il Chievo Verona. Anzi. Quattro pillole anche in terra veneta tramortiscono del tutto gli uomini di Pioli. Che ora è preoccupato. Non riconosce i suoi, che giocano soltanto nei primi dieci minuti. Poi tra disattenzioni difensive e poca voglia, i clivensi affondano a mazzate una squadra già in bambola dopo il primo gol. Senza mai aver reagito. Una figuraccia prima della pausa. C’è un dottore in sala?

LE FORMAZIONI - Gentiletti supera Hoedt al fotofinish, Felipe Anderson non riparte titolare come alla prima contro il Bologna. C’è ancora Kishna. Per il resto nessuna grande novità. Berisha tra i pali. Difesa con l’argentino sopracitato e de Vrj. Sulle fasce Basta e Radu. Cataldi è in regia, i suoi assistenti portano il nome di Parolo e Lulic. Davanti Kishna, Candreva e Keita pronti a far male all’ex Bizzarri. Maran si affida all’esperienza di Gamberini e Cesar in difesa. Birsa è il trequartista, Meggiorini e Paloschi le mine da lanciare in attacco. L’ex Milan lo scorso anno rispose all’Olimpico al gol di Klose. Un 4-3-1-2 solido e compatto per spaventare gli undici capitolini.

PRIMO TEMPO - Piede sull’acceleratore. La Lazio parte forte. Keita si muove tanto: Gamberini e Cesar riescono solo mettergli il sale sulla coda. Con Kishna duetta bene. Ma la prima occasione capita sui piedi di Candreva. Al quinto minuto, l’esterno fa distendere Bizzarri dopo un tiro destinato all’angolino basso alla sua destra. Il baby spagnolo dopo due minuti mette alla prova ancora l’ex compagno che si oppone con i guantoni. Zero a zero, ma che occasioni. Maran si gratta la testa. Le urla per svegliare i suoi sembrano non funzionare. Guai però a sottovalutare l’orgoglio clivense: Meggiorini controlla in area con Gentiletti distante un passo di troppo. Sinistro deviato dall’argentino che infilza Berisha. Per le aquile è uno schiaffo sul becco. Uno a zero. Al sedicesimo Birsa cerca il raddoppio. L’albanese tra i pali ci mette una pezza. Dov’è la difesa biancoceleste? A grattarsi il capo ora è Pioli, con Maran che si siede in panchina soddisfatto dei suoi. C’è la velocità dei tre davanti, una difesa distratta, e una regia assente. Alla mezz’ora si capisce che le tre aspirine del Bayer ancora non sono entrate in circolo. Meggiorini prende una palla con il tacco destinata sul fondo. Paloschi in area di testa firma il due a zero. Buio pesto. E il Chievo fa il botto. La serata è eccezionale come la punizione di Birsa, che sullo scadere del primo tempo firma il tris. Lotito in tribuna invoca il mago. Serve solo un bidibi-bodibi-bù per rimettere in piedi una Lazio orribile.

SECONDO TEMPO - Pioli parla poco alla squadra negli spogliatoi. Dopo 10 minuti è già tornato in panchina per comunicare i cambi. Esce Basta e dentro Patric, all’esordio come Morrison che prende il posto di Lulic. Una Lazio ridisegnata con un 4-2-3-1. Cataldi e Parolo a fare i due centrocampisti centrali. All’ex Barça tremano le gambe. Perde un pallone sanguinoso che fa ripartire subito il Chievo. Paloschi vuole segnare il poker ma regala il pallone alla curva. Parolo di testa prova a riaccendere la luce. Ma super Bizzarri abbassa la saracinesca. Pioli sgancia Felipe Anderson e richiama Candreva. La sinfonia non cambia nonostante tutti i tenori davanti. Anzi, i ragazzi di Maran sfiorano più volte la quarta rete. E infatti al ventiduesimo l’asse Meggiorini-Paloschi replica. Solo il guardalinee sbandiera e annulla. Ma sono le prove generali. Dopo un minuto è quattro a zero. Gentiletti manca l’anticipo, Birsa scarica per Paloschi che festeggia ancora. Parolo prende un palo ma è un misero abbozzo di reazione. Nessuna idea di gioco e non succede più nulla. La Lazio torna a Roma a testa bassa. E salgono i malumori.