LE PAGELLE di Lazio-Roma: Oikonomidis l'uomo delle finali, Inzaghi nella storia. Pollace, capitano mio capitano...

02.05.2015 07:00 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
LE PAGELLE di Lazio-Roma: Oikonomidis l'uomo delle finali, Inzaghi nella storia. Pollace, capitano mio capitano...
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LE PAGELLE di Lazio-Roma

Primavera Tim Cup, finale di ritorno

GUERRIERI 8.5 - La sua partita inizia nella ripresa, Sanabria sbatte contro un muro biancoceleste. L'uscita a valanga sull'attaccante paraguaiano è da applausi. Da standing ovation il riflesso sul sinistro ravvicinato di Vestenicky. La perfezione fatta portiere. 

POLLACE 8 - C'è una chioma bionda che sprinta senza soluzione di continuità sulla fascia destra. Porta i gradi al braccio, era presente in tutte le finali disputate dalla Lazio Primavera negli ultimi tre anni: a Gubbio nella Finale Scudetto, a Firenze per l'atto conclusivo della Coppa Italia, a Verona per la prima Supercoppa della storia laziale. Non poteva mancare allo Stadio Olimpico, nel derby dei derby, per alzare il suo quarto trofeo. 

MATTIA 7.5 - Non solo la barba da veterano, anche la prestazione è da grande. Solido, pulito, mai in affanno. Pietra angolare della difesa biancoceleste, nel convulso finale intercetta qualsiasi pallone graviti nella sua zona.

PRCE 7 - Asfissiante la marcatura su Sanabria, acquistato dalla Roma per 3.5 milioni. Un piacere vederlo impostare dalle retrovie, routine assistere ai suoi interventi impeccabili.

SECK 7 - Si addormenta su Verde, è solo un brivido isolato. Non sbaglia più nulla, contiene il folletto giallorosso per l'intera durata del match. Gazzella.

VERKAJ 7 - Non arranca come nella gara d'andata, quando i crampi cominciarono a tormentarlo già nel primo tempo. Tiene il campo con personalità sino alla sostituzione, impegna Marchegiani dalla distanza con un sinistro a giro.

Dal 69' CONDEMI 6.5 - L'uomo di fiducia di Inzaghi, il ragazzo nato per giocare i derby. Li sente, li vive, li vince.

PACE 7 - L'altezza e la stazza fisica non sono un probema se compensi con il cuore e la forza di volontà. È presente su ogni pallone, colleziona contrasti vincenti contro avversari di gran lunga più smaliziati. Lascia il campo stremato, consapevole che i suoi compagni conserveranno la coccarda sul petto.

Dall'85' ROKAVEC sv - Soffre con il resto della squadra nei minuti finali.

MURGIA 7 - Si divora il gol del 2-0, la sua incornata da due passi non inquadra nemmeno lo specchio della porta. Si fa perdonare poco dopo, quando avvia l'azione del raddoppio. Marchegiani gli nega l'esultanza con un miracolo, chiude stoicamente in campo nonostante non ne abbia più. 

TOUNKARA 8 - Gli strappano una maglia, è costretto a indossarne una senza nome. Quasi a simboleggiare che il simbolo sul petto conta più del nome sulle spalle. È suo l'assist per il raddoppio di Oikonomidis, sfiora l'eurogol con un bolide da posizione defilata. Quarto trofeo in tre anni, la bacheca s'arricchisce ancor di più.

PALOMBI 7.5 - Assistman in occasione del primo gol, regista offensivo nell'azione del 2-0. Corre, si danna l'anima, alla gioia personale preferisce quella del gruppo. Resta comunque il bomber della baby Lazio. 

Dal 56' ROSSI 6.5 - Fa salire la squadra, sgomita e lotta contro tutti. Potrebbe anche segnare, non è cattivo sotto porta. 

OIKONOMIDIS 8 - È l'uomo delle finali, un'etichetta che s'è guadagnato a suon di gol pesantissimi. Sua la rete che ha permesso alla Lazio di vincere la prima Supercoppa Primavera, sua la doppietta che ha steso la Roma e cancellato il risultato dell'andata. Sulla vittoria della Coppa Italia c'è scritto a chiare lettere il nome dell'australiano.

INZAGHI 9 - Terzo trofeo conquistato in due anni, dopo la Coppa Italia e la Supercoppa, fa il bis della Primavera Tim Cup: la terza nella storia della Lazio. Ci credeva a questo successo, dopo la sconfitta dell'andata non s'era abbattuto. Inzaghi non gioca le finali, le vince.