Filippo, cartoline da Tokyo: “Per la Lazio combatto il fuso orario! Qui mi chiedono di Nesta e dei tempi di Cragnotti..."

15.01.2017 12:31 di  Benedetta Orefice  Twitter:    vedi letture
Fonte: Benedetta Orefice - Lalaziosiamonoi.it
Filippo, cartoline da Tokyo: “Per la Lazio combatto il fuso orario! Qui mi chiedono di Nesta e dei tempi di Cragnotti..."
© foto di Lalaziosiamonoi.it

Capita così, capita di aprire in un giorno qualunque il proprio sito di informazione preferita e trovarsi in primo piano. Capita che il ragazzo di cui Belleri ci raccontava in esclusiva, ci contatti su Twitter per parlarci della sua singolarissima esperienza. E capita che i chilometri che separano Roma da Tokyo si assottiglino, che la distanza si annulli. “Siete il primo sito che apro quando la mattina mi sveglio e l’ultimo che spengo quando vado a dormire”, Flippo ci accoglie così. L’accento è di quelli romani doc, anche se ormai è (quasi) ‘giapponese’. “Vivo qui da 15 anni ormai, io e la mia numerosissima famiglia ci siamo trasferiti in Giappone quando avevo 8 anni”. Insieme ai sogni di bambino – e a quella passione per il giornalismo per cui “un po’ ci invidia” – Filippo ha portato in terra nipponica il proprio amore per la Lazio. Sono tifoso da sempre, anche se in casa ci siamo divisi: in 4, compreso mio padre, siamo laziali. E’ proprio lui che mi ha trasmesso la passione per questi colori. Gli altri due sono dell’altra sponda, invece (ride,ndr)”.

TV SEMPRE ACCESA – Nonostante i km e il fuso orario, quando gioca la Lazio la tv è sempre accesa: “Seguo ogni partita, ho 23 anni e posso ancora permettermi tirate o alzatacce! Anche mio padre vede con me tutti i match. Non ce ne perdiamo una!”. Solo una volta, Filippo non si è seduto sul divano di casa mentre la Biancoceleste era in campo. Quando? Nel derby del 2015 pareggiato per 2-2. “Ho visto quella stracittadina con il Lazio Fan Club di Tokyo! Eravamo in un pub del centro, quasi 15 persone. Solo io ero italiano, gli altri tutti giapponesi”.

LAZIO FAN CLUB TOKYO – Lo conoscete il Lazio Fan Club di Tokyo, vero?”, ci chiede. Nemmeno il tempo di rispondergli, che inizia il racconto: “E’ stato aperto da un ragazzo, si chiama Kaneaki. Ha vissuto in Italia per un periodo, un giorno si è ritrovato in Curva Nord e si è innamorato della nostra squadra. Appena tornato in Giappone ha aperto questo centro. Loro vedono spesso la partita insieme, non si perdono nemmeno un derby! Io ho visto con loro solo un match. Però ci ho giocato insieme. Abbiamo fatto un torneo, noi vestivamo tutti la maglia della Lazio!”. Peccato, invece, per quella trasferta a Shangai a cui Filippo non ha potuto prender parte: “Kaneaki è andato anche a vedere la Supercoppa contro la Juventus a Shangai. Ha invitato anche a me, ma non ho potuto andarci. Sapete, ero tornato in Italia per le vacanze…”.

BIANCOCELESTI DAGLI OCCHI A MANDORLA – Tra i banchi di scuola o per le vie di Tokyo, a Filippo è capitato più volte di imbattersi in qualche laziale dagli occhi a mandorla. Tra le squadre più conosciute del calcio nostrano, ci assicura, c’è proprio la Biancoceleste: “Qui ce ne sono parecchi di tifosi laziali, conoscono bene la nostra storia. Di solito mi parlano dei tempi di Cragnotti. Hanno a cuore i vari Nesta, Simeone, Veron… tutti i campioni che avevamo!”.

L’INCONTRO CON BELLERI – Quando non indossa i panni dello studente, Filippo si guadagna qualche soldo facendo il cameriere in un ristorante italiano. Proprio qui, ha avuto il piacere di incontrare Manuel Belleri: “La cosa è nata in maniera inaspettata. Il caposala ha il figlio che gioca nella scuola calcio del Milan dove c’è Belleri. Sapendo che ero tifosissimo della Lazio, mi ha detto che un giorno l’avrebbe invitato al ristorante”. E così è stato: “Mi portavo sempre appresso la sua maglia, volevo farmi trovare pronto nel caso venisse davvero. Ed è stato proprio così! Appena arrivato l’ho salutato, prima di farmi fare l’autografo. Ma questo non è stato l’unico incontro. L’ho rivisto qualche mese dopo, durante un evento in cui era stato invitato. Mi sono riavvicinato, gli ho chiesto se si ricordava di me e poi ci siamo scambiati i contatti. In settimana dovrei vederlo!”.

SALUTI, O FORSE NO? – Tra risate, aneddoti e tanta tanta passione, in Giappone si fa ora di andare a dormire. Filippo ci inoltra qualche foto: la squadra di calcetto di cui ci aveva parlato, uno stendardo della Lazio regalatogli da Mauri e la maglia autografata da Belleri. Prima di salutarci, una richiesta particolare. “Ma nelle interviste si possono fare i saluti?”, ci chiede tra il serio e il faceto. Vuole chiudere il suo intervento affidando a lalaziosiamonoi.it un messaggio speciale da far recapitare direttamente a Roma: “Ciao a Simone, mio cugino. Tifoso della Lazio quasi quanto me…”. Ora sì, che da Tokyo è tutto!