SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it: alla scoperta delle lesioni della cartilagine...

15.01.2013 16:42 di  Marco Valerio Bava  Twitter:    vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it/Stefano Lovati/MarcoValerio Bava
SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it: alla scoperta delle lesioni della cartilagine...

Nel nuovo appuntamento della rubrica "Sport&Ortopedia", tratteremo dei trapianti autologhi nelle lesioni delle cartilagini. Con la guida del Professor Stefano Lovati,  Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio e Responsabile Sport Clinique Paideia, scopriamo una problematiche della quale sono vittime in particolare calciatori, cestisti, ma anche tennisti o schermidori. 

Le patologie della cartilagine articolare in ambito sportivo, hanno una incidenza elevata, e sono spesso causa di abbandono dall'attività sportiva. Gli sport a maggior rischio sono quelli che comportano bruschi cambi di direzione con elevata incidenza di traumi da impatto o distorsivi.  Il fenomeno si verifica a qualsiasi età e colpisce in egual misura donne e uomini. Le alterazioni e le lesioni cartilaginee sono sempre state al centro dell’interesse medico soprattutto degli ortopedici e della bioingegneria. Molti sforzi sono orientati a trovare un degno sostituto di questo importante tessuto che con il tempo e con traumi acuti o reiterati, tende a perdere le sue caratteristiche fondamentali. Le articolazioni sono ricoperte da cartilagine che in condizioni di fisiologica normalità risulta omogeneo e ben levigato. Questo tessuto permette un congruo ed armonico scivolamento delle superfici. A volte succede che per fattori congeniti, traumatici, o degenerativi, tale  struttura diventi irregolare alterando morfologicamente la cartilagine articolare. Questo consumo di cartilagine alla lunga mette in risalto l’osso sottostante. Il risultato è un patologico ed eccessivo attrito durante l’escursione articolare. Le condropatie giovanili sono molto frequenti soprattutto in adolescenti che praticano attività sportive quali calcio, basket, pallavolo.


Cause e fattori predisponenti
La condropatia costituisce la fase iniziale della patologia degenerativa artrosica, e si manifesta soprattutto in quei distretti articolari sottoposti a carico (arti inferiori). Le lesioni cartilaginee post traumatiche, si verificano in seguito a traumi diretti o indiretti, viceversa  le lesioni degenerative si manifestano solitamente a seguito di fattori legati all’usura. Tra le cause principali, ricordo i difetti assiali degli arti inferiori, le fratture articolari, le asportazioni totali dei menischi, malattie metaboliche, prolungate cure cortisoniche, lavori usuranti per la cartilagine (parquettisti, idraulici, suore), fattori congeniti. Anche la sedentarietà e la limitazione del movimento, porta a cambiamenti degenerativi.


Sintomatologia delle condropatie
Il quadro clinico è dominato dal dolore più o meno intenso e dalla limitazione articolare. La sintomatologia dipende dal distretto articolare colpito, nel ginocchio ad esempio, il fastidio si avvertirà soprattutto nel salire e nello scendere le scale, o nell’innescare i primi passi dopo che si è stati per lungo tempo seduti. Il dolore risulta più intenso la mattina dopo il riposo per attenuarsi con il movimento. Negli sportivi è classico il fastidio che insorge non durante la gara ma dopo qualche ora o addirittura il giorno dopo. A volte si assiste a versamenti articolari.


Cosa sono i trapianti autologhi
Si tratta di prelevare una piccola porzione di cartilagine dal paziente stesso (autologo), in una zona non sottoposta a carico, che viene mandata in laboratori specializzati alla coltura cellulare. Attraverso metodiche di clonazione tissutale dopo circa un mese abbiamo in dotazione una più ampia colonizzazione di condrociti inseriti all’interno di un supporto chiamato scaffold. Questo scaffold fungerà da “toppa”, e andrà a colmare il difetto cartilagineo attraverso un accesso artroscopico. A distanza di tempo si assiste ad una integrazione di tale trapianto nel contesto della struttura trattata. I risultati sono ottimi se il paziente viene selezionato con accuratezza.

Indicazioni al trattamento
Rispettare le indicazioni previste per questo tipo di trattamento rappresenta il punto chiave per una buona riuscita di questa tecnica. Le alterazioni cartilaginee che rispondono meglio a questa procedura sono quei danni isolati e focali di non grande dimensione. Bisogna quindi valutare con attenzione le caratteristiche della lesione, le dimensioni della lesione, la localizzazione del danno, l’età del paziente, e le eventuali patologie associate.


Controindicazioni
Essendo un trapianto autologo (proveniente dal medesimo paziente), si escludono reazioni  allergiche  o di rigetto immunitario. Vengono tuttavia esclusi soggetti che hanno una storia di asportazione dei menischi, o con una lassità legamentosa sintomatica, esiti di fratture intrarticolari, difetti assiali degli arti inferiori, vengono esclusi anche pazienti  con artrosi conclamata, o in grave sovrappeso, esclusione di pazienti con malattie metaboliche , sistemiche, infettive e reumatiche.


Possono essere effettuata a qualsiasi età
No. Per poter replicare in vitro le cellule della cartilagine (condrociti), bisogna necessariamente avere un tessuto fertile, per cui è possibile avere un buon risultato in soggetti biologicamente attivi (tra i 15 e i 55 anni). Come già accennato nelle conclamate artrosi il risultato è praticamente nullo.
 

Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica il Professor Stefano Lovati, vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.
 

                                    

 

                  

 

        

 

 

 

Dottor Stefano Lovati
Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico  S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia