SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it: la protesi per l'artrosi del ginocchio

15.03.2013 10:30 di  Giorgia Baldinacci  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it/Stefano Lovati/Giorgia Baldinacci
SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it: la protesi per l'artrosi del ginocchio

Nuovo appuntamento con la rubrica de Lalalaziosiamonoi.it “Sport&Ortopedia”. Condotti dalla sapiente guida del Prof. Stefano Lovati, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio e Responsabile Sport Clinique Paideia, scopriamo una patologia che si presenta soprattutto in età senile e che colpisce la cartilagine del ginocchio provocando l'artrosi. Ma può presentarsi anche a seguito di fratture articolari e quindi colpire anche in età meno avanzata. La protesi può rappresentare una valida soluzioni in entrambi i casi.

Il ginocchio è un’articolazione costituita da tre segmenti ossei ( femore, tibia e rotula), che si muovono fra di loro grazie ad un rivestimento di tessuto particolarmente scorrevole: la CARTILAGINE. L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è la più comune malattia del ginocchio in età senile. E’ una malattia cronico-degenerativa, che porta ad un danno articolare crescente fino a comportare un grado significativo di disabilità.

Può essere definita una sorta di “usura” dei capi articolari, nella quale lo strato di cartilagine si  assottiglia progressivamente fino ad esporre l’osso sottostante. La gonartrosi è una patologia tipica dell’età avanzata (oltre i 60 anni), soprattutto nelle sue forme primarie (ovvero a causa ignota). Quando l'artrosi consegue ad una patologia pre-esistente(secondaria), l'età media di insorgenza può abbassarsi. Le cause più comuni di gonartrosi secondaria, sono i postumi di fratture articolari del ginocchio, alterazioni di allineamento del ginocchio (varo o valgo), la rottura inveterata dei legamenti crociati, i postumi di interventi oggi non più praticati di meniscectomia totale e quelli di osteocondrite dissecante e di osteonecrosi condilica. 

Sono numerosi e diversi i tipi di protesi che il chirurgo può impiantare, mono o bi compartimentale. Nella monocompartimentale la sostituzione avviene in una metà interna o esterna del ginocchio , in quelle bi compartimentali chiamate anche totali, si sostituiscono ambedue i condili femorali, e la porzione superiore del piatto tibiale. Si tratta di impianti altamente sofisticati, biocompatibili e con un disegno geometrico che simula in tutto e per tutto il normale movimento articolare del ginocchio. Nel preoperatorio, si effettua uno studio computerizzato del ginocchio , e della protesi più idonea da impiantare in modo tale che il paziente potrà disporre di una protesi “su misura“

Quadro clinico che conduce alla protesi
La sostituzione protesica del ginocchio trova la sua indicazione in tutti i tipi di gonartrosi, primarie e secondarie, nel momento in cui il trattamento di tipo conservativo basato su infiltrazioni intrarticolari, FKT, riequilibrio posturale, fallisce. Il quadro clinico è dominato dal dolore, che aumenta con la deambulazione e con la stazione eretta prolungata. Successivamente la funzionalità articolare diventa limitata prima dalla sintomatologia algica, poi dagli ostacoli di natura meccanica che possono impedire la normale escursione articolare. Il ginocchio tende a bloccarsi in flessione. Il paziente nelle fasi avanzate, non riesce più ad articolare completamente il ginocchio. La deambulazione di conseguenza, diventa difficoltosa e le ripercussioni sulla colonna vertebrale molto frequenti.

Diagnosi
Essenzialmente clinica, supportata da un semplice studio radiografico nelle proiezioni standard sotto carico (in piedi). A volte si rende necessario uno studio TAC per valutare al meglio la struttura ossea in tre dimensioni.

Scelta chirurgica
Il successo dell’impianto protesico, dipende sostanzialmente da una corretta selezione del paziente, dal design e dal materiale dell’impianto scelto, ed ovviamente dalla tecnica chirurgica appropriata. Attualmente esistono sul mercato due tipi di protesi: monocompartimentali, e totali La protesi monocompartimentale (PM) rappresenta la scelta d’elezione per ginocchia di soggetti relativamente giovani (sotto i 65 anni), e che presentino un danno  limitato ad un solo compartimento articolare ( molto più frequentemente l’interno). Questa protesi, infatti, permette di conservare gran parte dell'articolazione naturale, riducendo così l'invasività della procedura chirurgica, il sanguinamento , e il dolore post operatorio . Inoltre conservando  i legamenti crociati, permette di salvaguardare la stabilità articolare. La protesi totale è indicata laddove il ginocchio sia interessato da un processo degenerativo globale, ovvero che coinvolge più di un compartimento. In questi casi una sostituzione parziale, ovvero di un solo compartimento, porterebbe inevitabilmente al fallimento. 

Postoperatorio e riabilitazione
Ogni chirurgo operatore adotta un proprio protocollo riabilitativo in base alla propria esperienza La riabilitazione, ha come obiettivi il recupero della forza muscolare, dell’articolarità, della coordinazione e dello schema del cammino Inizia già dal giorno dopo con movimenti articolari passivi e contrazioni muscolari isometriche. In seconda giornata, il paziente viene invitato a camminare con l’ausilio di un deambulatore o con delle stampelle canadesi. Successivamente a domicilio con un fisioterapista di fiducia o in un centro di riabilitazione, si intensificano i carichi di lavoro volti al recupero dell’articolarità e del tono muscolare. Indicata a ferita completamente chiusa la ginnastica in acqua.



Di che materiale sono fatte
I materiali più largamente utilizzati sono leghe metalliche, titanio, oxinium, ceramica, tutti materiali biocompatibili dalla sperimentata efficacia e affidabilità 



E’ possibile riprendere lo sport?
I rischi connessi alla ripresa di un’attività sportiva dopo aver subito un impianto protesico sono quelli  di incorrere in instabilità articolare, di scollamento protesico, e di usura della componente protesica. Lo sport tuttavia, non è  precluso al soggetto portatore di protesi di ginocchio (sia totale ma ancor più monocompartimentale) ma è innegabile che una protesizzazione consenta solamente la pratica di alcune e ben determinate attività sportive, quali la bicicletta, il nuoto il trekking, il canottaggio. Banditi altri sport come il calcio, il basket, il rugby ecc.. Per questa ragione,  il paziente deve necessariamente essere correttamente consigliato ed indirizzato,  e tenti di riprendere l’attività sportiva solamente dopo aver affrontato un corretto percorso riabilitativo 

Quanto dura
La protesi di ginocchio permette a pazienti affetti da grave artrosi del ginocchio il recupero di un’elevata qualità di vita, con un buon recupero funzionale e la riduzione della sintomatologia dolorosa.  Le attuali protesi hanno una durata media di 15/20 anni. Peso corporeo e livello di attività fisica incidono in maniera determinante sulla durata dell’impianto

Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica il Professor Stefano Lovati, vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.

Dottor Stefano Lovati

Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico  S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia