ESCLUSIVA - Liverani: "Lazio, hai il 50% di possibilità di entrare in Europa. Il derby? Sarò allo stadio"

19.05.2013 10:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe-Corso d'Informazione Sportiva de Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Liverani: "Lazio, hai il 50% di possibilità di entrare in Europa. Il derby? Sarò allo stadio"
© foto di Federico De Luca

Acquistato dalla Lazio per 25 miliardi nella stagione 2001-2002, gioca per ben cinque stagioni nella Capitale. Per lui 126 presenze con l’aquila sul petto, 6 gol ed una Coppa Italia vinta. Ha vissuto uno dei peggiori momenti societari della storia laziale, i conti in rosso ed una squadra sull’orlo del fallimento. Quel lancio di sinistro per il tiro al volo di Paolo Di Canio, è custodito gelosamente da tutti i tifosi laziali. Stiamo parlando di Fabio Liverani, giocatore di classe sopraffina. Un’accusa assurda che gli veniva rivolta era quella di rallentare il gioco. La realtà era ben diversa: il suo cervello correva più veloce del pallone. Liverani sopperiva ad una lentezza dei movimenti con giocate di prima di rara bellezza. Un passato, seppur breve, nella primavera del Cagliari fanno di lui il doppio ex della sfida del Nereo Rocco di Trieste. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva Fabio Liverani, alla vigilia della sfida di campionato tra Cagliari e Lazio.

Cagliari-Lazio, due squadra con motivazioni opposte. Partita dall’esito scontato?

“Spesso quando le squadre non hanno nulla da chiedere al campionato giocano con più tranquillità e serenità, quindi non è detto che sia una partita totalmente scontata. Naturalmente la Lazio ha più chance di vincere. Una vittoria servirebbe alla Lazio sia per un piazzamento in Europa League sia come tappa di avvicinamento alla finale di Coppa Italia. L’Udinese gioca con l’Inter, quindi do ancora un 50 % di possibilità alla Lazio di qualificarsi in Europa League attraverso il campionato”.

Arrivi alla Lazio nel 2001 per 25 miliardi di lire, è una squadra di grandi campioni come Nesta, Peruzzi, Crespo. Che Lazio era?

“Era una Lazio piena di campioni che aveva vinto da poco uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e molti altri trofei. Era una squadra abituata a vincere ed io ho avuto la fortuna di imparare molto da questi campioni. Nesta, Peruzzi, Crespo erano giocatori di livello mondiale come molti altri in quella squadra. Ci metto anche Stam e Favalli, giocatori di grandissimo livello che hanno fatto la storia del calcio non solo italiano ed hanno scritto pagine importanti di Lazio. Nei cinque anni a Roma, tre persone su tutti hanno segnato in maniera positiva la mia carriera: Nesta, Peruzzi e Favalli, maestri di calcio e di vita. Li sento ancora con grande piacere”.

Trovi delle analogie con la vicenda di Antonio Candreva, anche lui tifoso romanista, che sul campo si è guadagnato il rispetto di un’intera tifoseria?

“Non ho seguito molto la vicenda di Candreva, comunque ci possono essere delle analogie. Ho sempre pensato che alla lunga il tifoso valuta quello che tu fai sul campo. Se lotti per i colori di una società come la Lazio, la gente nei momenti in cui arrivano le vittorie e vede il tuo attaccamento non ha grandi problemi ad accettarti. Ho finito da capitano alla Lazio, quindi dopo le difficoltà iniziali si è creato un rapporto schietto, diretto e di stima reciproca con i tifosi”.

Stagione 2004-2005, uno dei momenti più bui nella storia della Lazio. Il rischio retrocessione era dietro l’angolo. Che stagione è stata?

“È stata la stagione più problematica, infatti ci siamo salvati nelle ultime giornate. Era la classica stagione di ricostruzione, di cambiamento totale. Per il tifoso passare dai campioni a giocatori semisconosciuti è molto difficile. Diciamo che c’erano le macerie, e piano piano è stato ricostruito un palazzo, che oggi è un bel palazzo. La Lazio si piazza sempre tra le prime quattro, cinque posizione del campionato italiano”.

Il tuo rapporto con Lotito?

“Con Lotito ho avuto un rapporto giocatore-presidente, nulla di più. Venivo da una gestione precedente, probabilmente non gradita dal nuovo presidente. Tutti i giocatori della vecchia gestione non hanno mai avuto un grande rapporto con Lotito. Gradualmente siamo andati tutti via. Probabilmente non ci siamo capiti. Non ho fatto una scelta economica ma di fiducia, quindi ho preferito cambiare invece di continuare un rapporto dove non c’era feeling”.

Che giocatore era Paolo Di Canio e come viveva le settimane che precedevano il derby?

“Forse era anche troppo coinvolto, ma era proprio questa la sua forza. Da allenatore (ha appena ottenuto la salvezza alla guida del Sunderland ndr) è maturato, ha capito dai suoi errori da calciatore. È molto preparato, ha fatto benissimo alla sua prima esperienza (Swindown Town ndr). Può dare molto al calcio, è un tecnico di grande personalità. Ha dimostrato di poter tranquillamente allenare una squadra di Premier League”.

Si è parlato spesso di Cristian Ledesma come tuo erede naturale, sei d’accordo?

“Ogni calciatore fa la proprio strada e il proprio percorso. Tecnicamente siamo due giocatori dalle qualità differenti. Non mi sono mai piaciuti i paragoni tra giocatori, di qualsiasi epoca e periodo. Ledesma ha fatto il suo percorso alla Lazio, ha dato tanto per questa squadra, è un giocatore solido. Come io ho fatto nei cinque anni alla Lazio, così Ledesma ha dato sempre la massima disponibilità per questa squadra. Anche lui ha ottenuto grandi risultati”.

In un Lazio-Fiorentina del 22 aprile 2007, fai il tuo ritorno all’Olimpico in maglia viola, accolto dai fischi. Anche Nesta fu accolto dai fischi al suo ritorno a Roma. Non trovi che a volte il tifoso sia ingeneroso e si scordi troppo in fretta quanto fatto da un giocatore?

“Il tifoso è bello proprio per questo, perché è passionale. Io mi aspettavo quei fischi, anche per come è finita, per la mia fede giallorossa. Per Nesta mi è dispiaciuto molto, quei fischi forse erano dovuti ad una cattiva gestione della società. Un giocatore come lui non può essere fischiato dalla tifoseria che lui ha amato e rappresentato per anni”.

Mancano ormai pochi giorni al "derby dei derby". Che partita sarà?

“Sarà una partita carica di emozione. Vincerà chi sarà meno carico emotivamente. Ad entrambe le squadra do il 50 % di possibilità di vincere, perché è un derby ed in più una finale secca, giocata a Roma. Sarà una partita particolare, dipenderà molto dagli episodi e dalla condizione fisica. Impossibile fare un pronostico per una partita del genere. Sarò allo stadio quel giorno. Per chi tiferò? La guarderò da addetto ai lavori”.