LE MAGLIE DELLA STORIA - La LaziArgentina e la maglia albiceleste sul tetto d'Europa

30.06.2013 17:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Andrea Francesca-Corso d'Informazione Sportiva de Lalaziosiamonoi.it
LE MAGLIE DELLA STORIA - La LaziArgentina e la maglia albiceleste sul tetto d'Europa
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Image Photo Agency

A guardarla sembra proprio l’Argentina. Quella nazione che ha dato al calcio il suo talento più puro, il Pibe de oro vera e propria divinità per i fedeli del pallone, davanti al quale tutti si inginocchiano. Un popolo che vive di calcio, quanto nessun’altro simile al nostro, e per gran parte delle stesse origini del nostro. Passionale, orgoglioso, romantico, profondamente attaccato alla propria terra. La maglia è praticamente uguale, stesse strisce verticali bianche e celesti. Poi ti metti a osservare i giocatori e vedi la testa rasata di Veron, la faccia grintosa di Simeone, e la lunga chioma al vento di Almeyda, a quel punto hai la vera sensazione di essere stato catapultato dall’Olimpico al Monumental senza accorgertene. ‘Don’t cry for me Argentina’ cantava Andrew Lloyd Webber sui testi di Tim Rice, celebre canzone poi ripresa da Madonna nel film ‘Evita’; e mai come in quella stagione quella Lazio argentina fece piangere i suoi sostenitori, arrivati a toccare il cielo.

SUBITO VINCENTE - La divisa risale alla stagione 1999-2000, e viene realizzata esclusivamente per disputare la Champions League, la prima nella storia della Lazio. La tenuta di gioco prodotta dalla Puma, presenta larghe bande verticali bianche e celesti con il famoso logo dell’azienda tedesca in alto a destra e sulle maniche, l’aquila sulla sinistra e lo sponsor ‘Del Monte’ al centro completano l’uniforme. Una maglia argentina per un clan argentino, destinato in quegli anni a fare le fortune della Lazio. La tenacia e l’orgoglio di Simeone, Sensini e Almeyda accompagnate dall’estro assoluto di Veron. L’avventura in Champions quell’anno tradisce le attese con l’inaspettata eliminazione ad opera del Valencia del futuro acquisto Claudio Lopez, per quello che resta l’unico neo della stagione epica dei biancocelesti. La prima uscita ufficiale di quella casacca è però immortale, probabilmente il picco più prestigioso della storia della prima squadra della Capitale. La serata è di gala. Il principato di Monaco è illuminato e sfarzoso come non mai. Allo stadio Louis II si disputa la Supercoppa Europea contro il Manchester United degli ‘invincibili’, uscito vincitore dalla finale al cardiopalma con il Bayer Monaco dopo aver ribaltato l’iniziale svantaggio con un uno-due nei minuti di recupero. I Red Devils della leggenda Ferguson in panchina e della generazione di fenomeni Giggs, Scholes, Beckham, Keane e tanti altri, fanno paura solo a nominarli. Praticamente un sogno a occhi aperti per quei tifosi che hanno vissuto gli spareggi contro il Campobasso, che finalmente possono indossare il vestito elegante e frequentare gli alti salotti europei. E il sogno è a lieto fine, la zampata di Salas corona una prestazione magistrale degli uomini di Eriksson e porta la Lazio sul tetto d’Europa. Vinti gli invincibili. Una prestazione roboante per i biancocelesti che annichiliscono il classico 4-4-2 inglese. Il risultato è persino bugiardo, visto che la Lazio sfiora più volte il raddoppio vedendosi negare anche un clamoroso rigore. Al termine della gare è festa grande. Dalle lussuose strade monegasche, alle storiche piazze della città eterna i tifosi si riversano come fossero a un palmo da terra. Mai stati così in alto. Fanno da coro le parole di un mai così euforico Patron Sergio Cragnotti: "Siamo tra i più forti d’Europa, Nesta dovrà abituarsi ad alzare numerose coppe". Una vittoria resa ancora più esaltante dalle dichiarazioni di Sir Alex Ferguson di qualche anno più tardi, che avrebbe annoverato questa partita tra i tre rimpianti della sua gloriosa carriera. Altro motivo d’orgoglio sicuramente il fatto che, nell’estate del 2000 il Manchester dedica la sua campagna abbonamenti alla Lazio, unica squadra in grado di vincere gli invincibili: "Quest’anno riusciremo a battere anche loro". Una maglia destinata insomma a restare impressa nell’immaginario del tifoso biancoceleste, con quella maglia la Lazio è salita nell’Olimpo del calcio, la maglia della Lazio sul tetto d’Europa.