Lazio nelle scuole, Caicedo: "Siamo una famiglia". Rossi: "Voglio diventare grande qui" - FT&VD
Oggi la Lazio è tornata nelle scuole per diffondere la cultura e i valori dello sport. Presso l’Istituto Comprensivo Artemisia Gentileschi, Caicedo, Rossi e Patric si sono messi a disposizione dei bambini. Tante le curiosità e i quesiti posti ai giocatori biancocelesti, pronti a sfatare ogni dubbio. Ecco tutte le domande poste e le risposte date.
Perché atti di violenza nella società di oggi?
Caicedo: “Bisogna combatterla. A scuola va insegnata la giusta cultura, tramite gli insegnamenti si può contrastare la violenza”.
Avete ricevuto atti di bullismo?
Rossi: “Ci è capitato, come a tutti. Il modo migliore per reagire credo sia l’indifferenza. Chi fa il bullo si sente più piccolo di quello che riceve la violenza.
La giusta alimentazione di un calciatore?
Patric: “Abbiamo degli specialisti che ci danno dei consigli. Bisogna mangiare i giusti carboidrati e le giuste proteine. Mangiando bene si è più lucidi in campo. Serve tanta verdura, ascoltiamo i consigli di chi si occupa di questo.”.
Come ci si sente da ammoniti?
Rossi: “A me quest’anno purtroppo non è ancora capitato. Devi pensare subito a essere più attento per non lasciare la squadra in 10”.
Cosa imparate dalle sconfitte?
Patric: “Vogliamo vincere le partite, siamo in una società grande e dobbiamo cercare di farlo sempre. Se perdiamo dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e pensare alla partita successiva”.
Quando hai capito che volevi giocare a calcio?
Rossi: “La prima volta che ci ho giocato in parrocchia. Giocavo a basket e rugby, appena ho provato ho capito fosse il divertimento che cercavo”.
Siete tutti amici nella squadra?
Caicedo: “No (ride, ndr). Siamo amici ma non tutti così tanto. Non andiamo a mangiare fuori sempre tutti insieme. Però lo spogliatoio è come una famiglia. Non importa essere grandi amici per vincere e fare bene per i tifosi. Quest’ultima è la cosa più importante”.
Come ci si sente a essere un campione?
Rossi: “La domanda la devi fare agli altri due, non a me. Bisogna rincorrere i propri sogni con i sacrifici. Uno non deve sentirsi campione ma cercare sempre di migliorare”.
Vi sentite punti di riferimento per i bambini?
Rossi: “Noi dobbiamo essere un esempio e non farvi crescere con gli idoli e gli ideali sbagliati”.
La competizione tra di voi?
Caicedo: “Giusto che ci sia, così mettiamo in difficoltà il mister e si alza il livello della squadra. Questa è la cosa più importante per crescere”.
Come vi comportate quando la tifoseria compie atti ingiusti?
Caicedo: “Noi dobbiamo rimanere a prescindere concentrati, al di là di ciò che accade fuori. Dobbiamo pensare solo a giocare bene e vincere”.
Come vi sentite dopo aver perso un derby?
Rossi: “C’è più delusione. Siamo delusi noi che abbiamo sudato una settimana per preparare la partita, e poi ci dispiace per i tifosi”.
Preso in giro perché straniero?
Caicedo: “No, sono grande, sono forte. Uno ci pensa due volte prima di dirmi qualcosa…(ride, ndr)
Che valore ha per te il calcio?
Caicedo: “Un valore grande. Era il mio sogno, sono contento perché è diventato la mia vita. Ringrazio Dio che mi ha dato questa opportunità.
Perché siete proprio alla Lazio?
Rossi: “Io ci sono cresciuto nella Lazio, il mio obiettivo è quindi affermarmi in prima squadra: è il mio sogno”.
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