ESCLUSIVA - Il ritorno di Caicedo: "Gli avversari mi temevano. Conosco Immobile e..."

07.11.2023 09:00 di  Lavinia Saccardo  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lavinia Saccardo - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Il ritorno di Caicedo: "Gli avversari mi temevano. Conosco Immobile e..."

Il calcio è un gioco strano. Alcuni giocatori restano per tanto tempo in un club, si legano all’ambiente ma non diventano necessariamente idoli della gente. Ad altri invece basta poco per entrare nella storia, trasformarsi in leggenda e riecheggiare nella mente magari proprio negli ultimi minuti di sofferenza di una partita. “Ci vorrebbe un suo gol”. Quante volte i laziali l’hanno pensato in questi ultimi anni, quando il risultato sembrava compromesso e il tempo ormai scaduto. Succede ancora oggi e probabilmente accadrà ancora per tanto tempo, perché uno che in Serie A è riuscito a scalzare Renato Cesarini dal gergo calcistico italiano, qualcosa di importante dovrà averlo fatto sul serio. 

SENTENZA - “Il segreto dei miei gol all’ultimo minuto? Mi sentivo attento e concentrato, sentivo dentro di me la voglia di segnare, ma era la determinazione a fare la differenza. Il merito poi era di tutta la squadra, non solo mio, perché sentivo che avevano fiducia in me. Gli avversari mi temevano, me ne sono accorto più volte. Lo vedevo nei loro occhi, lo vedevo nel modo in cui provavano a marcarmi in quegli ultimi minuti”. Ascoltare le parole di Felipe Caicedo è come rivivere certi momenti. “Il Panterone”, come lo chiamano ancora i laziali a distanza di oltre due anni dalla sua ultima sfida in biancoceleste, si è raccontato in esclusiva alla nostra redazione, e ovviamente non poteva che cominciare dal suo cavallo di battaglia. 

Penso che ad oggi il gol che più mi ha dato soddisfazione è stato quello contro il Cagliari, perché al 90’ sembrava a tutti una partita persa. Poi è arrivato l’1-1 di Luis Alberto al 93’ e al 98’ il mio 1-2. Quella fu un’emozione incredibile”. Era l’ottava vittoria consecutiva della Lazio in una delle stagioni più belle mai disputate nella sua storia. “Mi ricordo anche di un gol importante contro la Juve. Segnare in extra time dà sempre una grande soddisfazione, mi dispiace solo non averlo fatto sotto a una Curva Nord piena. Alla Juve feci anche un altro gol in uno stadio gremito”.

EMOZIONI - Chi ha avuto la fortuna nella propria carriera di assaporare l’atmosfera del derby romano ne porterà sempre qualche immagine nei ricordi. Ma le stracittadine, quelle che non fanno dormire i tifosi la notte, più che nella testa le senti nello stomaco, soprattutto se hai il compito di caricarti sulle spalle la responsabilità di far felice un popolo intero. “Il 2 marzo del 2019 segnai al derby e non c’è un modo adatto per spiegare un’adrenalina di questo tipo. Giocare per la squadra e per i tifosi dà una carica enorme in quella settimana, perché la vivi in un modo diverso rispetto alle altre. In quei giorni parlavo solo di quello, non avevo altro argomento con il mio amico e fisioterapista Cristian, un laziale vero. C’è tensione, ma allo stesso tempo non vedi l’ora di giocarlo. Dopo il gol corsi verso i tifosi per festeggiare, quella rete non me la posso dimenticare”.

PAZIENZA - “Ci vorrebbe Caicedo”, pensano i laziali, magari domenica prossima, quando lo Stadio Olimpico ospiterà la prima stracittadina della stagione. Una pedina inattesa, un asso nella manica da svelare solo sul finale. Ci vorrebbe Caicedo, soprattutto oggi che la Lazio soffre la mancanza dei gol di Immobile e un Castellanos che si muove bene senza però essere letale. “Sarri sa quale è la formazione migliore da mettere in campo, ma per me Ciro deve giocare”. L’ecuadoriano è sicuro, anche perché lo conosce bene. Ci ha condiviso gioie e delusioni, l’ha stretto in un abbraccio dopo aver somministrato agli avversari il loro cocktail letale. “Immobile può fare ancora la differenza. Senza segnare è ovviamente di cattivo umore perché vive per il gol e per aiutare la squadra. Lo conosco, sono sicuro che basterà aspettare. I tifosi devono stare tranquilli”.

CAMBIAMENTI - Il 31 agosto del 2021 Caicedo viene ceduto al Genoa, giusto il tempo di allenarsi un po’ in ritiro ad Auronzo di Cadore agli ordini di Sarri, appena arrivato sulla panchina biancoceleste. In due anni la Lazio è cambiata, ha trovato palcoscenici più luminosi, ha introdotto nuovi interpreti e mantenuto i suoi leader: “Oggi è una squadra diversa da quella in cui c’ero io. È cambiato il modulo, le caratteristiche stesse dei giocatori. Castellanos mi sembra un bravissimo ragazzo, si allena con voglia e bisogna dargli atto che “sostituire” uno come Immobile non è facile. Per i nuovi è difficile inserirsi negli schemi collaudati di Sarri. Kamada e Guendouzi hanno già l'esperienza per farlo, mentre Isaksen sembra avere le giuste potenzialità ma va aspettato con pazienza. Rovella Lo conosco bene, l'ho visto a Genova ed è un giocatore che aiuterà tanto. Si sta adattando bene ma ha bisogno di continuare a giocare per avere minuti e poter mostrare tutto il suo potenziale. Ma questa Lazio mi piace, gioca bene e fa un pressing quasi perfetto”.

AFFETTO INFINITO - Attivissimo sui social, non si perde neanche un minuto di questa Lazio che descrive come “una storia emozionante”. Vorrei tornare all’Olimpico, perché anche se non sono più in squadra i tifosi continuano a dimostrarmi il loro amore. Ho un rammarico, quello di non averli potuti salutare e abbracciare per l’ultima volta come avrei voluto”. Ecco che il calcio si conferma ancora un gioco davvero strano, capace di renderti protagonista ma di non concedere neanche il modo di goderti la chiusura del sipario. Il calcio è strano ma non dimentica nessuno. E neanche i laziali.

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