Inter - Lazio, Sarri in conferenza: "Gap con le big ancora grande. Per la Champions serve..."

02.05.2023 06:50 di  Daniele Rocca  Twitter:    vedi letture
Inter - Lazio, Sarri in conferenza: "Gap con le big ancora grande. Per la Champions serve..."

Seconda sconfitta consecutiva per la Lazio. Dopo il ko contro il Torino, altro stop pesantissimo contro una diretta avversaria per la zona Champions. A breve Sarri interverrà in conferenza stampa per analizzare il match contro l'Inter: segui la diretta scritta su Lalaziosiamonoi.it.

Commento sulla gara e sulla direzione di gara? Ci sono recriminazioni?

“Recriminazioni da fare nei nostri confronti. La squadra ha fatto una partita dignitosa per 65’. Io avevo molta paura dell’inizio del secondo tempo, poi invece è stato piuttosto sereno. Non abbiamo concesso niente nei 20’ iniziali del secondo tempo e abbiamo avuto un paio di situazioni in contropiede di parità numerica che si potevano sfruttare meglio. Però quando il vento della partita è cambiato io penso che abbiamo la grande responsabilità di aver dato la sensazione dell’arrendevolezza, che stavano aspettando di prendere gol e basta. E questo non mi piace. Eravamo diventati blandi, mentalmente e fisicamente. Poi si prende il 2-1 e si ricomincia. Sono delle reazioni che mi piacciono poco. Nel momento in cui bisognerebbe essere lucidi e capire che il 2-1 sarebbe la miglior sconfitta possibile perché si rimane avanti negli scontri diretti, si trova il modo di regalargli anche il 3-1. Quindi non sono sicuramente soddisfatto da quello che ho visto. Anche se per 70’ avevamo avuto anche la possibilità del doppio vantaggio, però quell’ultimo tratto di partita lì non mi è piaciuto veramente”.

Come sta la Lazio mentalmente? Tre partite a settimana…

“Qui non c’è più niente da gestire. Se ci avessero detto a inizio anno di avere questo tipo di classifica a sei giornate dal termine del campionato eravamo tutti soddisfatti e avremmo detto ‘tu portaci lì che poi ci penso io’. Ora ci dobbiamo pensare noi, non c’è più niente da gestire. Mentalmente mi sembra che l’approccio alla partita di oggi non sia stato negativo. Potevamo palleggiare di più, mancava un po’ di movimento senza palla per avere un palleggio più qualitativo e più pericoloso in fase offensiva. Però non è stato un approccio disarmante. A San Siro di solito le squadre avversarie ballano in maniera seria. Però la partita è la dimostrazione che tra noi e loro c’è ancora un gap da colmare”.

Ha la sensazione che qualcuno abbia dato per scontato di aver già raggiunto l’obiettivo?

“Noi viviamo in un ambiente difficile per rimanere estremamente lucidi. Perché lo sai i media romani come sono, ne fai parte, si tende a estremizzare sempre in un senso o nell’altro. Quindi o è tutta merda o è tutto facile e si va in Champions palleggiando. Siamo noi che non dobbiamo cadere in queste storie. La realtà è quella che ti ho detto prima: non era facile prima, non è impossibile ora. Dobbiamo cercare di fare un buon finale di stagione e stop. Ma son sempre dell’idea che se andiamo in Champions si fa un miracolo. Perché son convinto che queste squadre qui sono di un’altra levatura. Leggi le sostituzioni degli avversari di oggi…”.

I cambi hanno fatto la differenza…

“Le partite si vincono in tanti modi. Si vincono con la cilindrata mentale, con la cilindrata tecnica, si vincono con la cilindrata fisica, si vincono con i cambi. Ti ho detto infatti che la partita è la dimostrazione che tra noi e le squadre di altissimo livello del nostro campionato c’è ancora un gap da coprire. In parte si può coprire con il lavoro, in parte lo deve coprire la società”.

Come sta la squadra dal punto di vista fisico?

“Non completamente brillanti, ma stavamo sicuramente meglio rispetto alla partita con il Torino. Poi ci sono delle qualità fisiche in cui l’allenamento non conta. Se io di natura ho un’accelerazione di 35 all’ora e tu di 30, nel momento in cui si parte, al di là della stazza fisica, arrivo prima io sulla palla. Ma quello è una qualità innata e a livello calcistico non la migliori perché dovresti fare una trasformazione delle masse muscolari che richiederebbe mesi, forse anni di lavoro, senza fare competizioni nel frattempo. O al massimo una competizione ogni sei mesi. Il calcio è una qualità poco allenabile, così come negli altri sport, perché questo dipende esclusivamente dalle fibre e dalla forza che c’ha un calciatore. In quelle allenabili noi effettivamente siamo la squadra che corre più a livello di quantità; la squadra che corre di più sopra i 16 all’ora; siamo la squadra che ha più chilometri a partita sopra i 20 all’ora; siamo la squadra che ha più accelerazioni sopra i 20 all’ora… E poi vai a vedere i picchi di velocità e ci sono tante squadre che ce l’hanno molto più elevate di noi”.

Come sta Cataldi?

“Cataldi ha preso un colpo su un polpaccio, poi bisognerà vedere le conseguenze. Ma quello si vedrà solo tra 48 ore”.

Difficoltà dei terzini e di Milinkovic?

Io ti parlo molto più volentieri della partita della Lazio. Ti dico che a un certo punto della partita la linea difensiva è stata esposta a troppi eventi e a troppe letture. E chiaramente se succede questo Marusic e Hysaj che dovevano continuamente slegare in avanti e rilegare se la palla andava per vie centrali, rifare reparto con la palla dalla parte opposta e rislegare per i cambi di campo… è chiaro che diventa una partita di grande dispendio di energie e di grande dispendio di letture. E quindi possono andare anche in difficoltà, ma non mi sono sembrati loro in grandissima difficoltà. Poi a centrocampo abbiamo sofferto in quella fase di partita lì e Milinkovic l’ha sofferta come gli altri”.

Può essere utile andare in ritiro?

“Come diceva Fantozzi, per me il ritiro è una cagata pazzesca. Se poi i ragazzi ci vogliono andare, è giusto andarci. Poi in questa settimana giocando tre partite in sei giorni ci stiamo lo stesso in ritiro. Però se bastava andare in ritiro, Gaucci a Perugia faceva la Champions 15 di seguito. Quindi se può servire ai ragazzi volentieri, altrimenti anche no”.

Vantaggio una partita a settimana?

“Noi appena siamo usciti dall’Europa abbiamo fatto una serie di risultati positivi impressionanti. Ora in questo momento siamo andati più in difficoltà, abbiamo fatto due risultati negativi però questo è sempre difficile dirlo. Io in passato avevo una squadra che quando faceva la settimana normale era in grande difficoltà, il Chelsea. Le grandi sconfitte del Chelsea le abbiamo fatte nei momenti in cui avevamo la settimana normale. Una squadra abituatissima a giocare ogni 72 ore, una squadra che ha fatto 65 partite in una stagione e quando aveva la settimana normale, non essendo abituata ad avere un lasso di tempo così lungo tra una partita e l’altra, andava in difficoltà proprio a livello mentale, si scaricava.  Però non dovrebbe essere un esempio calzante per noi questo”.

Torneo Champions, chi è avvantaggiato?

“Non so chi sia avvantaggiato. Io cerco di estraniarmi da tutto e non guardo i calendari delle altre squadre, tanto sono tutte cose che lasciano il tempo che trovano. Fare le tabelle è come giocare al Totocalcio… non ha grande senso, quindi non te lo so dire. Manca un mese alla fine e chi starà meglio mentalmente e fisicamente ci andrà”.

Pubblicato il 30/04

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