Lazio - Inter, Stankovic: "Non mi sorprende sia sfida Scudetto. Milinkovic? Da top europea..."

Il doppio ex di biancocelesti e nerazzurri, oggi tecnico della Stella Rossa, ha parlato della gara in programma domenica sera a Roma.
14.02.2020 13:30 di Gabriele Candelori Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio - Inter, Stankovic: "Non mi sorprende sia sfida Scudetto. Milinkovic? Da top europea..."
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© foto di Valeria Abis/PhotoViews

Le due maglie più importanti in Italia di Dejan Stankovic. Il centrocampista serbo ha speso la sua carriera tra Lazio ed Inter, dando un importantissimo contributo negli anni d’oro prima dei biancocelesti alla fine degli anni Novanta e poi dei nerazzurri in epoca più recente. A due giorni dall’attesa sfida dell’Olimpico, pochi come lui potevano presentare allora il confronto tra le squadre di Inzaghi e Conte: "Non mi sorprende che Lazio-Inter sia sfida Scudetto – ha dichiarato a Sky Sport l'attuale tecnico della Stella Rossa – Mettiamo da parte la Juve che negli ultimi anni si è dimostrata la squadra da battere, ma prendere due allenatori che lavorano, e il loro lavoro si vede, è un esempio per tutti. Sono molto contento per Simone Inzaghi, è una grandissima sorpresa, se la Lazio riesce a stare fresca fino alla fine allora lotta per lo Scudetto assieme all’Inter". Un passaggio, immancabile, anche sul connazionale Sergej: “Milinkovic ha trovato la stabilità e la continuità, lui in una squadra ancora più forte renderebbe ancora di più. Ora non so se in Italia ci sarà una squadra più forte, ma intendo nelle top 5 d’Europa".

ALLENATORI E SINISA - “Il mio primo allenatore alla Lazio è stato Eriksson e non potevo avere di meglio. Da Mancini ho preso tantissimo come giocatore, giocare veloce, avanti, non abbassare la testa, giocare bene col Mancio. Zaccheroni mi ha lasciato libertà e mi ha cambiato ruolo. Quando è arrivato José sono cresciuto come uomo, ma tanto. Mi ha tirato fuori un 20-30% che non pensavo di avere. Prendo un mix. Mourinho mi ha detto dove vai scherzando. Poi mi ha fatto gli auguri, per un allenatore vedere che il giocatore allena è una sorta di eredità, capiscono di averci lasciato qualcosa. Ho smesso di pensare da giocatore, anche se mi aiuta". Ultimo pensiero per Miha: "Mio fratello, anche papà. È una figura importantissima, non solo per il calcio. A Roma ha allargato le spalle e mi ha portato sulla schiena, mi ha protetto. Era il mio modello, sono contento di aver appreso da lui. Ricordo la nostra telefonata dopo la malattia, alla fine lui consolava me. Io sono andato giù subito, se qualcuno poteva insegnarci come non mollare questo era lui. Se potevamo scegliere uno che poteva superare questa cosa, quello era Sinisa. Lo ringrazio tanto”. 

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