Mazzarri:"Il nostro vantaggio è che la Lazio ha bisogno di vincerla.."

11.05.2009 12:35 di  Daniele Baldini   vedi letture
Fonte: Il messaggero
Mazzarri:"Il nostro vantaggio è che la Lazio ha bisogno di vincerla.."
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© foto di Federico De Luca

Walter Mazzarri ama parlare. Quasi come il suo lavoro. Comunica, gesticola, sigarette in mano, a ripetizione. «Ne fumo tante, ma sono leggere», dice, seduto al tavolo della sua stanzetta in quel di Bogliasco, a due passi da Genova. Un televisore, due divani, una finestra che dà sul campo principale. Si sentono le voci dei suoi calciatori, Cassano e Palombo in particolar modo, i due leader del gruppo. «Con loro ho un bel rapporto, mi seguono».
Ha una partita da preparare, la finale di coppa Italia contro la Lazio. «Ma la Sampdoria non si gioca tutto, non diciamo che se non si batte la Lazio abbiamo fallito. Non ci sto, non è così. Bisogna vedere tutta la stagione, il rapporto numero di giocatori e impegni di squadra. A gennaio, insieme con la Juventus, eravamo l’unica squadra a lottare su tutti i fronti».
E che significato ha questa finale?
«E’ chiaro, ci siamo e vogliamo vincere. Ma non sarà facile, né tantomeno scontato. Anzi».
Che Lazio si aspetta?
«Una squadra che invece ha bisogno di vincerla, anche perché gioca all’Olimpico».
Un bel vantaggio, no?
«Un pochino, è inutile negarlo. Diciamo cinquantuno loro, quarantanove noi».
Cosa pensa di Delio Rossi?
«Una persona per bene, un bravissimo allenatore».
E di Zarate?
«Grandissimo calciatore. Che sarà marcato a vista. Guai a farlo girare, guai a lasciargli spazio. Ma la Lazio non è solo Zarate, perché Pandev dove lo mette? E Rocchi? Delio ha molte soluzioni là davanti. E in più la Lazio ha qualità anche in mezzo al campo».
Confida nel “romanista” Cassano?
«Antonio sente questa partita, ma non lo voglio stuzzicare più di tanto. Ma questa non sarà la partita dei duelli, che sono più un pasto mediatico. Conterà molto la concentrazione di tutti, fuoriclasse e non».
Mazzarri, lei è un allenatore emergente?
«No».
Quindi non andrà al Milan?
«Questa cosa mi dà noia».
Non è un complimento?
«Lo è per altri, non per me. Io alleno da parecchi anni. Emergente lo ero quando ho vinto il campionato con il Livorno, dove c’erano Protti e Lucarelli, non due giocatorini. Non posso esserlo dopo anni di serie A, ottimi risultati, mai un esonero. Ho allenato a Reggio Calabria in condizioni non certo ottimali e abbiamo fatto il record di punti. Anche qui a Genova mi pare che non siamo andati male in questi anni».
Quindi è pronto per una grande piazza?
«Certo che sono pronto. E poi, scusi, Genova non è una grande piazza? Io non ho paura delle pressioni, non mi spaventa niente».
Gasperini è un emergente, allora.
«Non voglio parlare di Gasperini. Motivi personali».
Di Delio Rossi ha detto. Che ne pensa di Spalletti?
«Un grandissimo allenatore. Tra i migliori d’Europa. Un anno storto può capitare».
Si dice: Mazzarri è un tecnico molto ruspante. Questo è il suo limite?
«Mi rendo conto che l’immagine oggi nel calcio conta parecchio, ma un dirigente, un presidente che sceglie un allenatore non si deve limitare a quello. Deve sapere come lavora, che rapporto ha con i giocatori. A me piace incontrarli, i dirigenti. Così gli faccio capire un po’ di cose e soprattutto mi faccio conoscere per quello che sono».
Lo sa che a Roma non risulta molto simpatico, dicono che sia arrogante, appunto, fin troppo focoso.
«Ecco, questo mi dà modo di chiarire. Io non sono assolutamente come appaio. Anzi, sono il contrario. I miei gesti, quello che faccio in panchina, è tutto mirato alla squadra. Faccio tutto calcolando qualcos’altro. Quindi sono un riflessivo. Se serve agitarsi, mi agito. Se serve essere calmo, sono calmo. Sono uno, nessuno e centomila. E poi. Roma è una città meravigliosa. Calda, io sono toscano e un po’ il toscano con il romano si somiglia. Quindi, mi rendo conto di essere antipatico ai romani, ma lo sono anche a tutte le tifoserie delle altre squadre».
Prima diceva: mi piace incontrare i dirigenti. Quindi lo scorso anno ha visto Lotito?
«Non parlo del passato».
Parliamo di futuro. Resterà alla Sampdoria?
«Ho un altro anno di contratto. Ma come succede in ogni azienda, a fine stagione parlerò con la società e vedremo».