Castellanos, mate e tatuaggi. Il "flaquito" Taty e la pace col padre... grazie al calcio

"Ci dispiace, sei troppo magro". E addio ai sogni di gloria per il quattordicenne Castellanos che, dopo esser stato rifiutato dal River Plate, ascolta il medesimo copione dalla dirigenza del Lanus, società argentina. Tanto basta per arrendersi? Mai cosa fu più lontana dalla realtà. "Quando sono tornato a Mendoza ho chiesto a mia madre di pagarmi una palestra. Non c'erano tanti soldi, ma alla fine ho iniziato a lavorare sul mio corpo, a guadagnare un po' più di forza". Il resto è storia, il passaggio nelle giovanili dell'Universidad de Chile prima, nel Torque in seguito.
Lì si compie una sorta di miracolo: il giovane Valentin ritorna ad avere un rapporto col padre, con cui non parlava da lunghissimi sette anni. "All'inizio è stato difficile per me partire perché ero un ragazzo, ma tutti mi dicevano che era ora di fare il salto. Inoltre mio papà Diego era solo in Cile... non lo vedevo da sette anni È una storia personale che il calcio ha chiuso, il calcio mi ha fatto ritrovare con il mio vecchio, perché mi ha aperto le porte di casa sua e sono andato a vivere con lui e sua moglie. Grazie a questo ci siamo riconciliati".
Il padre l'ha ritrovato, la madre gli è sempre stata accanto. Il loro legame è viscerale, tanto che a lei ha dedicato un tatuaggio con il proprio nome "Marilù" e il significato. Uno dei tantissimi che Valentin ha sul proprio corpo. Ne è appassionato, ha un leone, il sole della bandiera argentina, la frase "Giuriamo di morire con gloria" dall'inno nazionale, un orologio che segna l'ora del suo debutto, un pallone e un "la famiglia è tutto". Insomma, Taty disegna il suo corpo, mentre scrive la sua carriera.
Carriera che l'ha portato a giocare con David Villa e contro Zlatan Ibrahimovic. Ma soprattutto, ad essere tra gli unici dieci giocatori ad aver segnato quattro gol al Real in una partita. Come se non bastasse, l'unico a "punire" con un poker Carlo Ancelotti. Quella partita Castellanos ce l'ha scolpita nella mente, fatica ancora quasi a realizzare. Pallone in rete, per quattro volte, e tutto cambia. I fischi diventano applausi. Sì, perché non molto tempo prima, i tifosi del Girona non avevano preso affatto bene la mancanza di cinismo dell'attaccante contro il Barcellona. L'amarezza era stata talmente tanta da spingere il calciatore a cancellarsi dai social, salvo poi tornarci poco dopo. La notte che ha fatto seguito al match contro i "Galacticos" è stato ugualmente insonne, ma questa volta non per gli insulti: complimenti ovunque, titoli di giornale che lo vedevano protagonista, il coronamento di un sogno.
Un obiettivo "benedetto" da Pep Guardiola, che in quel ragazzo aveva già visto un campione. Quello che viene considerato la "mano destra" del tecnico del City, Domenec Torrent, lo vede e ne rimane incantato. Lo porta al New York City. "Un sogno vivere qui quando hai 21 anni. Quando ho un po' di tempo libero mi piacere conoscere nuovi posti. New York è una città gigante che ha tutto, già la conosco più di Buenos Aires. Mi piace la vita che sto avendo", le sue parole in un'intervista. Poi, però, è arrivato il salto in Europa. Col Girona - con cui ha siglato 13 gol in 35 presenze in Liga - e ora con la Lazio. Roma è pronto ad accoglierlo, lui non vedrà l'ora di vestirsi di biancoceleste. Mate in mano (da buon argentino una vera ossessione) e "Taty Mask" pronta a esser mostrata alla prima occasione utile. Bienvenido Castellanos.
Pubblicato il 15/07 alle 15