André Dias, esame superato

Che era forte già si sapeva. Ma era difficile dimostrarlo in Europa. Era difficile dimostrarlo in Italia, scuola per eccellenza del calcio difensivo. André Dias, dopo i primi tentennamenti, ci è riuscito alla grande. Ha segnato a Bologna e a Genova due gol decisivi nella corsa salvezza della Lazio e ha giocato un ottimo derby. Non si è dimenticato come si fa. Si è ricordato di essere stato eletto nella top 11 del campionato brasiliano nel 2008 e nel 2009, vincendo così la Bola de Prata. L'anno prima l'onore era toccato a Thiago Silva, poi finito al Milan. Il ct Dunga l'aveva anche cominciato a prendere in considerazione per la nazionale. All'inizio in Italia ha esordito subito, ma l'inizio non fu dei migliori e Dias si ritrovò in panchina solo e trascurato. Viveva in albergo e ci stava male. La realtà era che il torneo brasiliano era terminato a dicembre e Dias si era portato dietro qualche problema muscolare. Proprio gennaio, quel mese di inattività, è stato alla base dei problemi avuti nei primi momenti di avventura biancoceleste. La tentazione di tornare era forte. Poi l'amicizia con Francelino Matuzalem (i due sono evangelisti) e lo sbarco della sua famiglia l'hanno fatto rinascere dal punto di vista psicologico e mentale. Ha dimostrato tutte le sue doti migliori: bravo nella marcatura e abile a colpire di testa. "Quando cambi paese e campionato non è facile ambientarti in poco tempo - spiega Marco Aurelio Cunha, storico amico di Adriano e uno degli uomini più vicini al presidente del San Paolo, Juvencio -. Quando inizi a conoscere la città e inizi a frequentare gli amici tutto cambia. È normale che possano subentrare dei dubbi. Ora André sta bene, diventerà un leader. Sta crescendo e lo farà ancora di più. Ha tecnica e forza fisica. In più è un ragazzo fantastico: spesso qui portava il suo figlioletto agli allenamenti. È una persona molto attaccata alla sua famiglia. Lo paragonerei a Edinho, il difensore classe 1955 ex Udinese (adesso direttore dell'area tecnica del Paranaense, ndr). Dias fa parte della nostra tradizione di difensori: quando giocava in coppia con Miranda erano la coppia più forte del Brasileirao. Per un paio di stagioni con loro dietro, incassammo 15 gol in 38 gare: quasi un record".