Lazio - Roma '00: Nedved di punta, Veron fa volare il cappello di Lupatelli

Il 25 marzo 2000 il 114° derby della Capitale lo vince la squadra di Eriksson 2-1, riaccendendo i sogni per lo Scudetto.
25.03.2020 13:30 di Alessandro Menghi Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
Lazio - Roma '00: Nedved di punta, Veron fa volare il cappello di Lupatelli

LAZIO - ROMA '00, ACCADDE OGGI - Circondati da uno stadio da quasi 75 mila spettatori, ecco i calciatori che si schierano intorno al centrocampo e dedicano un minuto di silenzio a Carlo Parola, scomparso tre giorni prima, l'uomo della rovesciata stampata sulle figurine Panini ed ex Juve e Lazio. Dopo il silenzio, la bolgia. È il 25 marzo 2000, è il derby numero 114 tra Lazio e Roma in un Olimpico affascinante per colori e carica che trasmette. La squadra di Capello rincorre a 45 punti, quella di Eriksson è seconda a 50 e ha la chance di accorciare a -6 sulla Juventus (59 punti), fermata a Milano dal Milan. 

LE FORMAZIONI - La Lazio viene dall'impresa di Stamford Bridge contro il Chelsea che ha tolto energie fisiche me ha restituito quelle mentali dopo il ko in campionato contro il Verona. Non ci sono i due centrali titolari, Nesta e Mihajlovic, al loro posto giocano Negro e Couto a protezione di Marchegiani. Ai lati, Pancaro spinge a sinistra e Gottardi a destra. Eriksson, convinto nelle ultime settimane dal 4-5-1, conferma Almeyda in mezzo insieme a Veron e Simeone con Conceiçao e Nedved sulle fasce. Davanti c'è Inzaghi. Nella Roma torna Cafù dopo un mese di assenza e debutta Lupatelli, out Antonioli per un problema ai gemelli del polpaccio. Primo derby per Nakata

MONTELLA COLPISCE A FREDDO - Delvecchio, con 6 gol, è il calciatore in attività più prolifico del derby e dopo una manciata di secondi ha già il pallone per rivedere le statistiche, ma il suo sinistro a un passo dalla porta viene sventato da Marchegiani. La Sud si dispera, la Nord, proprio lì davanti all'azione, teme il peggio per un attimo. Paura scacciata, ma che ritorna immediatamente trasformando i cattivi presagi in realtà: dall'angolo che segue la linea della Lazio si perde Montella che resta solo al centro, Totti lo vede e l'Aeroplanino anticipa Marchegiani spingendo in rete l'1-0 al 3'. I biancocelesti, colpiti a freddo, non nascondono il nervosismo: Candela e Conceiçao non se le mandano a dire, Nedved colpisce duro Montella, Almeyda affronta a brutto muso Delvecchio. La Roma è attenta, lascia il pallino alla Lazio e si copre senza esporsi.

NEDVED-VERON, DOPPIO COLPO! - Eriksson resta calmo in panchina, Mancini invece sembra già immaginare per lui un futuro da allenatore e si scatena dando indicazioni ai sui compagni e dialogando con Ravanelli e Sensini su quello che non va. Pian piano la Lazio alza il ritmo, Veron e Nedved su tutti prendono per mano la squadra. L'argentino è ovunque, pecca ogni tanto in copertura ma gioca una infinità di palloni: destro, sinistro, esterno, smista, tira. Veron si fa vedere dalla distanza, poi di testa spaventa Lupatelli. Nedved va in profondità e per poco non si procura il calcio di rigore. Ma la Lazio si è svegliata e al 25' pareggia: Pancaro ha lo spazio per scendere fino alla trequarti e servire dentro l'area Inzaghi, bravo a girare di prima per Nedved che arriva da sinistra. Il ceco liscia la prima conclusione, il pallone resta lì e con ostinata caparbietà spedisce di punta in rete grazie anche alla deviazione di Zago. Esplode la Nord dall'altra parte, questa volta è la Sud a rimanere muta e sconvolta. Minuti di bel gioco e continua pressione hanno portato la Lazio al gol, che ora sfrutta l'entusiasmo. Nakata atterra Veron al 28'. Non c'è Mihajlovic, l'avrebbe battuta lui quella punizione. Sono circa 25 metri, il pallone è piazzato centralmente. Lupatelli dispone la barriera, in zona palla c'è Veron. Tira lui. Cinque passi, poi il destro a giro sopra la barriera che scende sotto all'incrocio, un capolavoro! Lupatelli si distende in volo, ma non ci arriva. La fotografia del portiere sdraiato a terra con il cappello che si sfila dalla testa e cade dopo il tuffo è l'immagine dell'impotenza della Roma verso quella magia di Veron.

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VITTORIA! E ORA LA JUVE... - Capello in tre minuti è passato dal vantaggio allo svantaggio. Totti di testa, con Marchegiani per terra dolorante dopo un'uscita alta, prova a firmare il 2-2 ma Negro protegge la porta sguarnita. Il portiere della Lazio non ce la fa, dentro Ballotta. Anche la Roma ha già fatto un cambio, Rinaldi ha rilevato l'infortunato Cafù. Nella ripresa la squadra di Eriksson può permettersi di aspettare un po' di più i giallorossi, che si buttano in avanti per il pari. Intanto Capello inserisce Assunçao per Nakata e Tommasi per Candela. Delvecchio e Totti minacciano la porta di Ballotta, Sensini fa rifiatare Veron. Molto più pericolosa l'incursione di Conceiçao che di punta tocca appena ma Lupatelli para a mano aperta. Simeone ha l'altra chance per chiudere i giochi, incornata fuori. Eriksson mette Boksic per Inzaghi per gli ultimi minuti di sofferenza durante i quali la Lazio tiene e porta a casa il successo. Pesantissimo. I biancocelesti ora sono a meno sei dalla Juventus e alla prossima vanno proprio a Torino per la sfida che vale lo scudetto. 

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