Moggi racconta: "Nedved? L'ho preso dalla Lazio con una trappola"

30.04.2025 17:30 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Moggi racconta: "Nedved? L'ho preso dalla Lazio con una trappola"
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© foto di Simone Calabrese

Nel 2001 la Lazio ha perso uno dei suoi giocatori più importanti: Pavel Nedved. Cresciuto nella Capitale dopo l'arrivo dallo Sparta Praga, l'esterno si è unito alla Juventus. Tutta opera di... Luciano Moggi, che su OCW Talk!, il podcast condotto da Pancio e Manfredi, ha raccontato come è riuscito a strappare il talento ceco alla squadra biancoceleste. Queste le sue parole: "Siccome tutti prima vendono e poi comprano io invece ho fatto il contrario, anche perché se viene fuori la notizia che la Lazio ha venduto a 150 miliardi Nedved, ti costa 200. Quando l'ho comprato non sapeva niente neppure lui, lo sapeva solo Cragnotti e il sottoscritto. Si ritrovò a scendere l'aereo con almeno 50 giornalisti che lo aspettavano alla scaletta. Dovette andare via".

"Vi spiego. Un giorno lo telefonai e gli dissi che ogni volta che venivamo a giocare contro la Lazio prendevamo sempre gol da lui. E così gli ho detto: ‘Senti ma se ti portassi a Torino?'. Lui mi disse ‘per carità, non è una cosa neppure da parlarne anche perché io sto alloggiato a Roma'. Però non ho mollato e in un'altra telefonata gli ho detto: 'Pavel guarda, parlandoci tra uomini ti dico che ci sono rimasto male perché stai dicendo di no alla Juventus. Dammi solo una soddisfazione e vieni a vedere la Mandria dove giocano a golf gli Agnelli, se non ti piace me lo dici tranquillamente. Ma almeno mi dai una soddisfazione'".

"Lui a quel punto accetta: 'Ti mando un aereo privato e non dico niente a nessuno, tu vieni qui se ti piace mi dici va bene se non ti piace mi dici pazienza e ti rimando con l'aereo a casa', gli ho spiegato. E mi disse sì. Non gli è piaciuto come l'ho accolto, anche perché gli avevo assicurato che non avrei detto niente a nessuno. Ma appena ha riattaccato la cornetta io avevo già avvisato tutte le televisioni e tutte le radio, tant'è che a piedi della scaletta dell'aereo quando è arrivato c'erano 50 giornalisti. A Roma hanno cominciato ad additarlo come traditore e così è dovuto venire per forza".

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