La Lazio e il cartellino rosso al mercato: l’inizio di una sfida che va oltre il campo

28.06.2025 18:45 di  Redazione1 Lalaziosiamonoi   vedi letture
La Lazio e il cartellino rosso al mercato: l’inizio di una sfida che va oltre il campo
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La Lazio riparte. Ma non sarà una partenza come le altre. Sarà una ripartenza nella quiete tesa di chi sa di avere la strada sbarrata. Perché questa Lazio oggi è prigioniera di un blocco che la Co.Vi.So.C. ha calato come un sipario su ogni margine di manovra. E dietro quel sipario, un immobilismo radicato che non nasce ieri. Il tempo e la storia dicono che questa gestione, capace di traguardi e di errori, non ha mai trovato il passo per far crescere davvero il fatturato. Non ha mai dato quell’impulso determinante che trasformasse il progetto Lazio in un organismo capace di autosostenersi e di correre più veloce del sistema.

Oggi questa mancanza si tocca con mano, con un mercato fermo e un clima più teso che mai. Forse più teso di ogni altra circostanza passata, perché stavolta non c’è la scusa di un ridimensionamento tecnico o di una crisi congiunturale. Stavolta c’è una certificazione. Numeri alla mano. Un blocco che congela tutto. Eppure, dentro questo scenario di malessere, che da vent’anni ondeggia tra contestazione silente e rabbia esplicita, la Lazio ha trovato un punto fermo: Maurizio Sarri. L’unico vero acquisto di questa sessione estiva. Un allenatore che, folgorato dalla Lazio, ha scelto di tornare. Di riprendere il timone nonostante i malumori dell’ultima ora, nonostante una realtà economica che oggi rende impossibile cambiare la rosa.

La Lazio, però, dal canto suo tiene botta. Nel mare agitato la barca ondeggia, ma non affonda. E seppur per ripianare, anche parzialmente, si sarebbe potuto cedere alle offerte importanti del mercato, Claudio Lotito tiene duro: tutti i big blindati. Questo testimonia che il progetto tecnico va avanti, seppur senza sbalzi emozionali. D’altronde i sogni non fanno parte di questa gestione, e questo ormai è consuetudine.

Ripartirà da ciò che ha. Dalla determinazione di chi è rimasto. Dalla fame di un gruppo che, per corsa, atletismo e dinamismo, è stato giudicato da club e staff molto importante. Il percorso iniziato più di un anno e mezzo fa è costato un investimento di 127 milioni di euro, tra cartellini ed emolumenti, a fronte di 85 milioni incassati dalle cessioni. Un disavanzo superiore ai 40 milioni, che però ha prodotto una rosa il cui valore oggi supera i 300 milioni. Un capitale tecnico che resta l’unico vero patrimonio da difendere e far fruttare. Emblematico il caso di Tchaouna: comprato a 8,5 milioni, rivenduto oltre i 15, generando una plusvalenza di 8 milioni.

Ma non si vive di bilanci virtuali. Si vive di presente. E il presente, oggi, è un cartellino rosso sul mercato. Un divieto di muovere pedine, almeno fino a gennaio. Il comandante, però, ha scelto di reggere. Di guardare in faccia la realtà e provare a stimolare, settimana dopo settimana, un gruppo che dovrà lottare per non soccombere. Fare bene è un diktat. Fare meglio dell’anno scorso è un auspicio. Tra la Coppa Italia e la zona Europa, l’obiettivo di questa seconda era del Comandante è già tracciato. E in fondo, anche nella calma piatta che ora avvolge Formello, resta un senso di sfida.
Una sfida che non si gioca solo sul campo, ma nel cuore di chi ancora crede che questa Lazio, nonostante tutto possa trovare la forza di risorgere.